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- NOAH POV -

Esco dalla mia auto e vado verso il dormitorio di Stefanie e Andromeda.

Porto una mano al nodo della mia cravatta e lo strattono cercando di provare un po' di sollievo.

Odio questa tortura.

Stefanie ha insistito per prepararsi insieme, anche se mi sarebbe piaciuto di più rimanere anche oggi con la mia Era, soprattutto dopo che ieri sera si è infilata nel letto silenziosamente dopo aver passato ore nella camera di mia madre.

Questa mattina si è alzata prima di me e mi ha portato la colazione a letto, ed ha insistito perché non mi alzassi pur di non farmi vedere il vestito che aveva scelto.

So che sono stato io il primo a dirle di non voler vedere cosa si sarebbe messa prima di stasera, ma se avessi saputo che avrei passato questo non glielo avrei mai detto.

Prendo le chiavi della camera dalla tasca mentre salgo gli ultimi scalini, ma non appena giro l'angolo del corridoio, appoggiato alla parete subito di fronte alla porta della loro camera, vedo Vladimir, vestito di tutto punto, con un chiaro disappunto sul volto.

Come lo vedo trattengo la risata mentre gli vado incontro e di rimando alza una mano per placare ogni mia parola prima del tempo.

«Non voglio commenti. Tua sorella mi ha detto che non vuole rimanere sola nel caso tu ti allontanassi e mi ha costretto ad accompagnarla. E non ho ben capito perché mi ha dovuto far vestire da pinguino. I miei anfibi erano più comodi di questa merda»

«Solo per questo vieni? Insomma. Ti avrei chiesto io di venire eppure, guarda un po' sapevo che non ce ne sarebbe stato bisogno»

Ha capito dove voglio andare a finire. Lo so perfettamente dato il suo sguardo.

«Cosa sai dicendo Noah? Che mi piace tua sorella? Neanche morto.»

Vorrei ribattere ma la porta che si apre davanti a noi ci interrompe, rivelandoci le due ragazze che aspettavamo.

Riesco a vedere le gonne dei loro vestiti lunghi, ma la maggior parte del loro corpo è coperto da una mantella che le ripara dal freddo che ultimamente sta facendo.

La gonna di Stefanie è verde smeraldo mentre quella di Andromeda è bianca, il colore che mi piace di più accostato alla sua persona.

«Finalmente» esclama Vlad sbuffando, mentre prende il telefono dalla sua tasca per guardare l'ora. «Possiamo andare ora? Prima arriviamo, più sembrerà che siamo li, prima ce ne potremmo andare»

Stef alza gli occhi al cielo superandoci, e lancia un bacio veloce nella mia direzione per salutarmi. Vlad la segue subito dopo con lo sguardo sempre più carico di disgusto. L'ultima a muoversi è proprio And, che mi raggiunge subito dopo aver chiuso la porta della loro camera.

Mi si avvicina e mi posa un bacio leggero sulle labbra.

Le poso la mano su un fianco e la attiro leggermente a me mentre le sussurro all'orecchio. «Non posso ancora vederti bene ma sono certo che tu sia bellissima»

Vladimir e Stefanie hanno raggiunto casa di mio padre con la macchina di lui, mentre io e Andromeda li abbiamo seguiti con la mia.

Effettivamente, pensandoci bene, anche se fosse una bugia, avevano ragione. Probabilmente uno dei due se ne vorrà andare prima dell'altro. E spero vivamente che se ne vadano prima loro, così mio padre mi romperà meno il cazzo.

Parcheggiamo le auto nel vialetto subito dopo aver superato i cancelli d'ingresso, scendo dall'auto e faccio il giro andando ad aiutare Andromeda dato il brecciolino.

DIFFICULT: help me dreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora