- ANDROMEDA POV -
Holden.
Per tutta la lezione non ho fatto altro che pensare a quel ragazzo.
Dopo essersi presentato ci siamo scambiati i numeri di telefono e mi ha chiesto di incontrarci subito dopo l'ora del professor Anderson per discutere dell'orario.Ti aspetto in caffetteria
Leggo il suo messaggio mentre raccolgo tutto il mio materiale e mi dirigo verso l'uscita dove, poggiato sul muro opposto alla porta, trovo Noah con una sigaretta spenta tra le labbra.
«Qui non si può fumare lo sai?» ridacchio continuando a guardarlo.
«Infatti è ancora spenta... andiamo fuori così fumo e parliamo un po'»Lo guardo confusa.
Ha uno sguardo serio, preoccupato.
Senza dire altro inizio a camminare, stringendomi il busto con le braccia.
«Hai freddo?» chiede lui corrucciato.
Annuisco.
Siamo verso la fine di ottobre ed io puntualmente mi dimentico di vestirmi più pesante.
Ogni mattina il sole che entra dalla finestra mi fa pensare che sarà una bella giornata, ma poi si ribalta tutto in poche ore di lezione.Usciamo fuori dall'edificio e mi giro a guardare Noah che, portandosi una mano davanti alla bocca per riparare la fiamma dal vento, si accende la sigaretta.
«Cos'hai da dirmi? Avrei un impegno...» provo a chiedergli quando noto che ancora non parla. Non voglio far aspettare il mio nuovo "capo", se così lo passiamo chiamare.
«Qualsiasi cosa tu debba fare credo che questo sia più importante. Non ho da farti discorsi morali su quanto sia stata irresponsabile ieri sera, dimmi solo come stai.» esclama sbuffando una nuvola di fumo in aria.Corrugo la fronte.
«Irresponsabile? Non è la prima volta che bevo, e non sarà l'ultima quindi ti consiglio di metterti l'anima in pace» esclamo dura sorpassandolo per dirigermi in caffetteria.Sento immediatamente la sua presa sul mio gomito che mi riporta davanti a lui.
«Ma che cazzo, piano»
«Dimmi come stai Andromeda e smettila di sorvolare la domanda. Sai perfettamente che definendoti irresponsabile non parlavo dell'alcool»
«Mai stata meglio Noah. Ora posso andare?»Lui mi scruta in viso, in cerca di un accenno di debolezza che però non trova, e mi lascia andare senza aggiungere altro.
Ormai sono diventata brava a non far trapelare le mie debolezze, ma stavolta sto davvero bene, anche se lui non mi crede, anche se lui ha paura di avermi traumatizzata o di aver risvegliato brutti ricordi in me.
Loro sono sempre lì, non c'è bisogno di risvegliarli.Eppure, strano ma vero, ciò che è successo tra noi li ha un po' offuscati, allontanati.
Mi giro e lo guardo allontanarsi da me, perfettamente conscia che non appena inizierò a camminare mi seguirà e mi controllerà da lontano.
Riporto lo sguardo davanti a me, scuoto la testa sorridendo e inizio a camminare.Non posso credere che Noah Davies si preoccupi di farmi male.
Raggiungo la caffetteria e, subito prima di entrare, mi giro a guardarmi le spalle.
Non ci metto molto a vedere Noah che, appoggiato alla sua macchina, è fermo a guardarmi.
Alzo gli occhi al cielo e spingo la porta, chiudendomela subito dopo alle spalle.Holden è seduto dall'altra parte del locale, intento a sfogliare un fascicolo con davanti un caffè fumante.
Lascio la mia ordinazione al bancone e mi avvicino a lui.
«Buongiorno» lo saluto per la seconda volta nel tentativo di attirare la sua attenzione. Rivolge gli occhi a me e sorride di rimando facendomi cenno con la testa di sedermi.«Allora, che dici... possiamo darci del tu?» mi sorride cortesemente ed io annuisco.
Passiamo buona mezz'ora parlando di ciò che dovrò fare, tutte cose che mi aveva già anticipato il professore, e abbiamo anche concordato l'orario. Mi alternerò facendo un giorno la mattina ed uno il pomeriggio, per quattro ore.
Non avrò un mio ufficio ma lo dividerò con lui e, nel caso dovessero chiamarci per un servizio, andremo sempre insieme.
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DIFFICULT: help me dream
Chick-LitAndromeda Hood è una ragazza di 20 anni tormentata dal passato. Non si fida di nessuno se non dei suoi due fratelli e del suo migliore amico, ed ha sviluppato un carattere molto forte per proteggere ciò che è rimasto della sua anima. Il suo passato...