Il dolore

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Mi risveglio di scatto. Inizio a guardarmi intorno e mi accorgo immediatamente di essere nella vecchia stanza di Kol, quella che ora sarebbe di Davina
"Ma che sadici!" esclamo pensando all'ironia della sorte. Adesso che ho i sentimenti quei bastardi dei miei amici mi mettono proprio in questa stanza.
Mi alzo velocemente dal letto e inizio a camminare per guardarmi intorno, qui c'è ancora tutta la sua roba.
La mia attenzione si ferma su un quadro a me familiare, mi avvicino per vedere meglio e noto una firma al lato sinistro del dipinto: Mary-Jane Mikaelson, al mio fratellino. Certo, adesso ricordo
~ anno 1200
Mi sento particolarmente ispirata oggi, forse perché per una volta sono finalmente sola, niente fratelli o sorelle tra i piedi. Non so dove siano e francamente non mi interessa nemmeno più di tanto.
Ho deciso di accontentare una delle richieste di Kol: mi supplica da sempre per avere uno dei miei disegni. Gli ho sempre negato questo piacere, ma oggi posso fare un'eccezione.
Prendo in mano un carboncino e inizio a dipingere quello che ho in testa.
Dopo qualche ora ho finito e mi accorgo, inconsapevolmente di aver ritratto Kol alle prese con un duello e me, in secondo piano, appoggiata ad una roccia che disegno. Lo firmo e aspetto che torni.
Passano ancora un po' di ore, ma ecco che sento le voci a me familiari: sono a casa.
"Kol, vieni qua!" esclamo invitandolo ad entrare nel mio alloggio
"Arrivo sorella" lo sento correre
"Guarda un po'!" tiro fuori il quadro che ho fatto per lui e non appena lo vede mi corre incontro per abbracciarmi
"Finalmente, dopo secoli che te lo chiedo..." dice ironicamente
"Mi raccomando tienilo con cura, perché non ce ne saranno altri"
~100 anni fa
"Ha fatto come gli avevo detto..." sento una lacrima scorrere sulla mia guancia che mi appresto ad asciugare, come se avessi paura che qualcuno mi vedesse.
Distolgo lo sguardo da quel quadro e torno a camminare. Realizzo che questa stanza è piena di ricordi che adesso non riesco a riportare a galla, devo uscire da qui.
Apro la parta e mi dirigo verso uno dei salotti più piccoli, nella speranza di non trovarci nessuno, purtroppo per me la fortuna non è mai dalla mia parte
"Mary" la voce di Damon rimbomba nelle mie orecchie. Cerco di fare un passo indietro e chiudere la porta, ma il moro, con uno scatto, ha messo un piede per impedirmi di chiuderla definitivamente.
Timidamente torno dentro la stanza e decido di affrontarlo
"Per prima cosa mi sento di doverti chiedere scusa, sono sparita nel nulla e-"
"Ma che mi importa!" alza la voce "L'importante è che tu sia tornata ad essere te" wow, non me lo aspettavo
"Io ti ho fatto cose molto brutte Damon, non sei morto perché in quel momento eri utile al mio piano" decido di essere completamente onesta. Abbasso la testa per nascondere i miei occhi lucidi
"Non eri te Mary, non c'è persona che può capirti meglio di me" Damon...riesce sempre a farmi tranquillizzare e farmi sentire a casa qualunque cosa succeda.
Senza pensarci mi fiondo su di lui e gli do uno dei baci più appassionati di sempre, la scena è talmente bella e perfetta che sembra uscita da un film di hollywood
"Ti amo!" esclamo felice di porter finalmente provare l'amore.
"Ti amo anche io" mi risponde.
La sensazione che stavo provando svanisce in men che non si dica. Non so cosa sia successo, ma il dolore prende il sopravvento e scappo dalla stanza sperando che Damon non mi segua, ma purtroppo per me, sento i suoi passi dietro le mie spalle
"Aspetta Mary, cosa ti è successo?" a questa sua domanda mi giro di scatto, mostrando il mio volto mentre annega tra le lacrime
"Mio fratello è morto..." rispondo con un filo di voce. Non appena Damon mi ha raggiunta mi lascio andare tra le sue braccia e per la prima volta inizio a piangere come una pazza davanti a lui. Ogni tanto sento che mi bacia la testa, mentre mi accarezza la schiena per consolarmi
"Andrà tutto bene, il tempo risana tutte le ferite amore mio" mi dice all'orecchio e io sposto la mia testa per dargli un bacio.
"Si, hai ragione" mi stacco dall'abbraccio e mi ricompongo asciugandomi le lacrime.
"Dai, adesso va dagli altri" mi passa un dito sulla guancia e poi se ne va.
Rimango ferma per qualche secondo, poi torno a camminare per andare nel giardino, sento arrivare qualche voce da lì. Mi accorgo, nel tragitto, che le lacrime non hanno intenzione di fermarsi...ecco perché avevo deciso di spegnere i sentimenti, potrei considerare di rispegnerli ma Davina interverrebbe come ha già fatto.
"Ragazzi" dico e i miei amici si voltano. Ci sono Stefan, Elena, Caroline e Bonnie. Non appena mi vedono mi corrono incontro per abbracciarmi
"Basta così dai, mi state stritolando" esclamo.
"Mary, perché piangi?" mi chiede Stefan staccandosi dall'abbraccio
"Secondo te?" domando implicitamente
"Io...scusami"
"Non ti preoccupare. Presto starò meglio" affermo poco convinta
"Oh, Mary, ma guardati! Non riesci a smettere di piangere" esclama Caroline
"No no, non c'è bisogno di provare tristezza o pietà nei miei confronti"
"Ma che dici? Siamo solo preoccupati" interviene Bonnie
"Okay...ascoltate andate a fare le valige, tra poco partiamo, non voglio stare qui un secondo di più"
mi riprendo per qualche secondo, le lacrime si arrestano e la mia voce torna normale "Ah, sapete dove sono i miei fratelli?" chiedo
"Sono nel salotto principale" risponde Bonnie e io mi inizio a incamminare verso dove mi ha indicato la strega.
Arrivo lì e trovo solo Elijah e Rebekah. Trascino i passi verso di loro, senza energie per fare niente, la mia ripresa è durata veramente poco
"Oh mio dio sorella, vieni qua a sederti" esclama Elijah venendo verso di me con uno scatto per poi accompagnarmi a una poltrona. Io faccio come mi dice e mi metto a fissare il vuoto
"Come fate?" chiedo all'improvviso
"A fare?" Rebekah risponde con un'altra domanda
"A fare finta che Kol non sia morto. Sembrate quasi felici"
"Non lo siamo Mary-Jane, ognuno ha il proprio modo per elaborare il lutto"
"Certo Elijah lo so, ma a voi non sembra importare più di tanto"
"Non lo pensare neanche, Kol era anche nostro fratello. Siamo stati talmente occupati a trovarti e riportanti indietro che, semplicemente, non abbiamo avuto tempo neanche di pensare a lui" mi spiega Rebekah con una voce un po' tremolante, sintomo che si sta per mettere a piangere
"Scusatemi"
"Per?" chiedono all'unisono
"Per questo"
"Non c'è bisogno, non eri tu" si tutti a dire che non ero davvero io quella di poco fa, ma lo ero. Sono stata io a volere che soffrissero, volevo vederli toccare il fondo e annullarli completamente.
"Fate le valige" dico alzandomi dalla poltrona per poi riprendere a camminare
"Cerchi Niklaus?" mi chiede Elijah, io mi limito ad annuire con la testa
"È nella sua vecchia camera" vedo che mio fratello viene verso di me "Non vorrei vederti più così, cerca di andare avanti" mi lascia un bacio sulla guancia e poi se ne torna dove stava prima. Rebekah annuisce e si alza per venirmi ad abbracciare, poi fa la stessa cosa di Elijah.
Accenno un sorriso a malapena visibile e poi mi dirigo verso la vecchia stanza di Klaus.

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