Capitolo 40.🌙

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Io e te siamo in pericolo.

È stata quella la frase che ha messo fine alla nostra conversazione. O meglio, io ho provato a chiedergli cosa volesse intendere, ma lui ha preferito non rispondere.
Continuava a ripetere che c'è qualcosa che non può dire, che è complicato, che la situazione che si è creata è orribile, che non avrebbe mai voluto che arrivasse la nostra fine se non per opera nostra, ma neanche in quel caso lo avrebbe desiderato.

È tutto un enigma.

Vorrei rimettere insieme i pezzi, almeno da quel che so, cercare di trovare una via d'uscita in queste mezze verità e confessioni.

Non ci sono ancora riuscita.

Sono passati cinque giorni da quella volta e abbiamo parlato a stento un paio di volte durante la giornata. Ovviamente non abbiamo ripreso il discorso, e forse da una parte è stato meglio così; vedere Aron soffrire dopo aver chiesto qualcosa di più, che sembra distruggerlo dentro e non esce allo scoperto, mi fa stare male.

Ho ancora bisogno di risposte ma se costano la sofferenza e il tormento di Aron, preferirei non averle, a meno che non sia lui a parlarmene di sua spontanea volontà per scacciare via quei demoni.

Cerco di non pensarci ancora per molto.

Tra poche decine di minuti papà partirà per lavoro al nord Italia, a Brescia, e ci resterà per 10giorni. Da qualche giorno a questa parte è stato talmente indaffarato con gli ultimi impegni lavorativi che quasi non si è visto a casa, a parte per la cena. Questa mattina l'ha passata interamente a preparare la valigia, documenti e una marea di fogli di impiego, e a quanto sembra non ha ancora finito.

"Papà, puoi fermarti un attimo eh!"-lo prendo in giro facendo ingresso nella sua stanza.

"Amore, non puoi capire, stavo per dimenticare qui le carte che più mi ritorneranno utili nei prossimi giorni. Un infarto risparmiato non appena le ho trovate in quella cartella blu..."-si passa una mano sulla fronte e poi sorride.

"Dai, sono ore che stai davanti a quei bagagli! Fai attenzione all'orario, prima che i tuoi colleghi ti lasceranno qui e loro saranno già partiti."-ridacchio e lui mi segue.

"Tutto sotto controllo! Metto le ultime cose in ordine, saluto tutti voi e poi si parte."-chiude la cerniera alla valigia, e io vedendolo di nuovo indaffarato decido di lasciarlo alle sue cose.

Poco tempo più tardi ci raggiunge, saluta mamma, poi Aron e infine si sofferma su di me; sa che quando parte per impegni lavorativi, seppur per pochi giorni, mi mancherà un sacco. Sono tanto legata a mio padre, tanto quanto lo sono con mia madre, ma il legame che ho con lui è un qualcosa di indescrivibile.

"Ci vediamo tra una decina di giorni. Hasta..."-fa una pausa mentre la mano che prima svolazzava per salutarci adesso è ferma; guarda Aron con fare interrogativo. -"Ah si... Hasta luego chicos!"-continua elettrizzato e la mano riprende a fare qua e là per altri infiniti saluti.

Lui e Aron si guardano e ridono sotto i baffi, lo spagnolo gli fa un ok e subito dopo, insieme a mia mamma che lo accompagnerà in stazione, esce da casa trascinandosi dietro la valigia enorme e una cartella.

Sarà una settimana e mezza lunghissima senza il suo umorismo in casa, accompagnato dalle battute assurde che solo lui riesce ad inventare.
Scommetto che anche ad Aron mancherà, hanno instaurato un bellissimo rapporto, li adoro insieme!

Quest'oggi ci lascerà anche mia mamma per una cena con sue amiche, quel gruppetto di signore sembra molto più giovane di me! Fanno cene insieme, vanno alle feste, organizzano giornate alle terme o dall'estetista, e chi più ne ha più ne metta.

Intanto che lei si prepara già per la serata -anticipandosi di almeno tre ore come me-, io mi catapulto sul divano a guardare i cartoni animati insieme alla mia amata frutta secca. C'è cosa più buona?

Mentre alla televisione danno un episodio de I Fantagenitori, inizia a squillare un telefono rimasto sul tavolo; appena il proprietario entra in soggiorno capisco che è di Aron. Lo guardo per qualche secondo, incuriosita e guidata dall'istinto, noto una certa tensione e freddezza nel suo sguardo mentre guarda il display. Senza esitare ancora va subito in camera sua a parlare, e stavolta non mi sfugge il dettaglio della porta chiusa bruscamente, così in fretta come una saetta.

Non ha mai chiuso la porta prima d'ora.

E soprattutto era da un po' che non lo vedevo così teso e agitato ricevendo una chiamata.

Cosa sta succedendo?

L'atmosfera si è fatta più pesante, e la preoccupazione mi sta invadendo.

Cerco di distarmi da quei pensieri continuando a guardare I Fantagenitori per altri 15 minuti mentre mangiucchio mandorle e anacardi.
L'episodio termina, e dopo qualche secondo di pubblicità ne danno subito un altro.
Proprio in quel momento, la porta della camera di Aron si apre, istintivamente mi alzo e gli vado vicino, vedendolo ancora più agitato di prima.

"Aron, è tutto okay?"-domando preoccupata.

Lui passa avanti senza neanche rivolgermi uno sguardo, recupera le chiavi dell'auto e fa per sorpassarmi di nuovo.

"Si, tutto okay. Torno più tardi."

Il tono rigido, le parole fredde.

Resto immobile al centro della stanza vedendolo andare via, senza dare altre spiegazioni.

Sta succedendo tutto all'improvviso, ma cosa?

Ho un brutto presentimento.



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Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora