Capitolo 28.🌙

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Pov's Aron

Penso ancora al sogno che ho fatto su Max, a quello che aveva ancora da dirmi e che purtroppo non ha fatto.
Cosa poteva essere?
Un altro avvertimento sulla questione delle pasticche, il quale secondo quei tre bastardi non è ancora chiusa?
O sul fatto di proteggere Martina?
O qualcosa che ancora non so e che saprò molto presto?

Mi rimbombano nella testa cento, mille, diecimila domande di cui vorrei sapere la risposta quanto prima.
Sono passati pochi giorni dalla prima chiamata eppure la preoccupazione sta aumentando fin troppo velocemente.
Lo ammetto, ho paura.
Non paura per me.
Paura che possano far del male ad una delle persone a cui tengo di più.
E io, di fronte a tutto ciò, mi sento impotente. Incapace di dire e fare qualsiasi cosa.



(....)


Non voglio.
Non voglio farlo.
Non posso.

È da giorni che sto cercando di allontanarmi da lei.
Sto cercando di trattarla con freddezza, di respingerla, di non darle tutte le attenzioni di prima, di evitare almeno metà dei contatti che c'erano prima.

Sto cercando di fare qualcosa che non voglio.
Che Martina non merita.
Mi hanno minacciato.
Devo assolutamente allontanarmi da lei e lasciarla stare, altrimenti se così non dovesse essere faranno del male a lei, non a me.

Le parole dell'ultima chiamata, nonché una minaccia a tutti gli effetti, mi rimbombano per la decima volta nella testa.

Max aveva ragione, il bersaglio sono io, ma colpiranno ciò che più mi sta a cuore.
Mi sto facendo intimidire come non è mai successo in tutta la mia vita.
Mi sento un buono a nulla, impotente, sconfitto già in partenza.

Come farò a continuare questa messa in scena?
Ce la farò a lasciarla stare veramente?
No, è impossibile.
Non riesco a mandarla via, non riesco a lasciarla andare. Non riesco a stare lontano da lei.
Ma purtroppo devo farlo.
Sono costretto.
A farlo per lei e per il suo bene.
Perché non permetterò mai che qualcuno le faccia del male.
Lei è un'anima pura, è il mio angelo, e non si merita tutto questo.
Neanch'io credo di meritare tutto questo.
Dio, cos'è che ho fatto di male?



"Posso?"-Martina si ferma sul ciglio della porta, con espressione da cucciolo bastonato, timida.

Mi si spezza il cuore a vederti così per colpa mia, piccola.

"Si, puoi."-cerco di risponderle in tono freddo, ma la dolcezza in quelle due parole mi contraddice.

Non è semplice mentire, ancora di più in questo caso.
Cerco di non guardarla ma anche gli occhi mi contraddicono, perché è impossibile non ammirarla per qualsiasi cosa faccia, ogni volta che è qui davanti a me.

"Avevo lasciato le cuffiette qui da qualche parte..."-rovista sulla scrivania e poco dopo le recupera. -"Eccole."-fa un sorrisino soddisfatto, che forse mi sono immaginato io ma in realtà non esiste.

La sua espressione è triste, incapace di quello che ci sta succedendo in questi giorni.
Incapace del mio comportamento.

"Io... vado a passeggiare in spiaggia, se vuoi venire..."-continua, lasciando la frase in sospeso in attesa di una mia risposta.

Vorrei andare con lei.
Vorrei portarla a fare passeggiate infinite in riva al mare, mentre le stringo la mano e la guardo sorridere sotto i raggi del sole, parlando dei pensieri più strani sulla vita che ci passano per la testa o semplicemente parlando di noi.
Vorrei...
Ma sarebbe ancora più complicato se qualcuno ci vedesse insieme.
E quel qualcuno potrebbe tenerci sotto controllo in qualsiasi momento.
Vorrei...
Ma la mia risposta è l'opposto del mio desiderio.

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora