Capitolo 46.🌙

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Pov's Alessandro:

È passato un altro giorno, e siamo tutti con la speranza che Aron si svegli. Ogni tanto mi ritrovo a parlare con lui, di quei pochissimi bei momenti che abbiamo passato insieme all'interno di quel circolo vizioso, di tutte le ore che io e Martina non lo abbiamo lasciato qui da solo, restandogli sempre vicino,di tutte le volte che lei lo guardava, e nonostante le sue pessime condizioni sorrideva perché anche solo la sua presenza la fa stare bene.

Anche adesso mi ritrovo a parlare con lui, sono sicuro che anche se non si muove, non emette una singola sillaba, lettera o suono che sia, può sentirmi.

"Stiamo aspettando tutti il tuo risveglio, amico mio. Io, Martina, la mamma e il cugino, i medici, e anche i tuoi genitori se solo lo sapessero. È sbagliatissimo, lo so, ma non hanno riferito nulla per non farli preoccupare. È la stessa cosa che avresti fatto tu, ne sono sicuro. Purtroppo alcune volte si fanno cose sbagliate pur di non far stare male le persone a noi più care e vicine, vero?"-faccio una lunga pausa.

Gli guardo il volto, sembra tranquillo. Lo immagino annuire e non contraddire le mie parole.
Gli stringo la mano.

"Martina è rimasta qui con te dal primo giorno. Hai avuto la fortuna di conoscere una ragazza meravigliosa dentro, che si preoccupa per te, e che nel bene e nel male non ti avrebbe mai lasciato da solo. Chiede sempre ai medici delle tue condizioni, l'unica cosa che più desidera al mondo, in questo momento, è che tu ritorni tra noi, e soprattutto che voi ritorniate a stare insieme. Coraggio, hai una relazione da riprenderti, guerriero Piper!"-dopo le mie ultime parole emetto un suono simile ad una risata, forse forzata, forse spontanea, non lo so.

Guerriero Piper.
Neanche ricordo da dove sia nato questo soprannome, ma ha origini quasi recenti. Io lo chiamavo così, ai tempi, e lui pasticca d'acciaio.

Pasticca d'acciaio perché mi ha sempre detto che nonostante le mille difficoltà non mollavo mai. Ed è vero.
Non mi sono mai tirato indietro davanti ad un ostacolo, neanche a tutti i problemi che mi hanno creato Nando e il suo gruppo.
Ne sono uscito vincente, un po' zoppicante, ma vincente.

Dopo qualche ora è arrivata Martina con sua mamma, questa notte resteranno loro due qui con Aron, io ho da sbrigare una faccenda importante.

Ho ricevuto una chiamata dal carcere questa mattina, su richiesta di Salvatore e Mario, che volevano parlarmi. Avranno da minacciare,ne sono più che sicuro. La cosa certa è che andrò in quella cella con il sorriso stampato in volto, perché Aron è sulla strada del risveglio e loro finalmente hanno ciò che si meritavano ormai da tempo.

Mi sento libero, un peso in meno sullo stomaco.

"E niente, questo è tutto."-concludo il discorso fatto a Martina, raccontandole di domani.

"Mi raccomando, attento alle tue spalle. Non potranno farti niente lì, in teoria, ma mai dire mai."-mi guarda preoccupata.

"Stai tranquilla, tornerò sano e salvo. Spero di avere altre belle notizie una volta fatto ritorno qui, verrò verso pomeriggio."

"Ti aspettiamo! Se ne arriveranno di nuove prima del tempo, non perderò mezzo secondo, ti chiamerò subito."-mi sorride.

"Bene. Dai, ci vediamo allora. Lo lascio nelle tue mani."-con un segno di capo indico Aron nella stanza. -"Ogni volta che gli parlo di te sembra di vedere un sorriso sul suo volto, gli fai bene all'animo."-mi aggiusto il ciuffo quasi imbarazzato.

"Grazie."-dice semplicemente, in un sussurro. Senza proferire altro mi abbraccia, e io ricambio.

Quando ci stacchiamo, ci salutiamo per l'ultima volta e così lascio l'ospedale.

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora