Capitolo 33.🌙

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Pov's Martina:
"In giorni come questo
Ho bisogno
Che tu
Mi passi le dita
Fra i capelli
E mi parli piano."

Così recita la poesia che ho appena finito di leggere, rispecchia alla perfezione il mio stato d'animo, ciò di cui ho bisogno adesso.

In giorni come questo, col sole fuori ma dentro una terribile tempesta che non cessa più, ho bisogno che tu, mio amato Aron Piper, mi passi le dita fra i capelli e mi parli piano dicendomi tutto quello che ti passa per la testa in quel preciso istante e le emozioni che provi quando mi guardi.

Il suo tocco delicato è indelebile sulla mia pelle, non va più via e lo sento ancora ovunque.
Vorrei poterla regalare al mare, questa piccola poesia, così che possa conoscere anche il mood di oggi. Che io sia felice, triste, arrabbiata con me stessa, agitata, frustrata, innamorata eccetera, il mare lo sa. Ho l'abitudine di parlare al mare delle mie emozioni, mettendomi seduta sulla sabbia o sugli scogli, parlando per diverso tempo alle onde che si infrangono contro la pietra grigia o accarezzano ogni singolo granello di sabbia, per poi ritirarsi e tornare indietro.

Sono scesa in spiaggia, stavolta dove ci sono i sassi, così da poterne trovare uno, inciderci col pennarello indelebile la poesia e scaraventarlo in acqua per regalare quelle parole all'infinito mare, e chissà poi se la marea la farà arrivare da qualche altra parte.
Sono le 5:30 del pomeriggio, oggi è una tavola blu calmissima, che riflette i raggi del sole creando tanti giochi di luce stupendi.

Appena arrivata mi scalzo, tolgo i sandali e mi metto alla ricerca di un sasso nè troppo grande nè troppo piccolo, la giusta dimensione per poter racchiudere quei versi. Poco dopo recupero il sasso e alcune conchiglie in aggiunta, che ripongo subito nella mia borsetta per non perderle, e qui recupero il pennarello nero indelebile. Mi abbasso sulle ginocchia cercando di mantenere l'equilibrio, e inizio a scrivere.
Concludo incidendo sulla pietra "-Ad Aron P."

Quanto mi manca, vorrei fosse qui con que.

Con tutta la forza che ho lancio la pietra in mare, tiro un gran sospiro e poi mi metto a gambe incrociate sulla sabbia, parlando alle onde del mio stato d'animo attuale, e perdendomi così nei miei pensieri più profondi.




Pov's Aron:

Martina è uscita diverso tempo fa e non ha ancora fatto ritorno. E mi manca.
Dovrei preoccuparmi?
Non mi sento mai al sicuro di lasciarla da sola, ora come ora. Non ha neanche detto dove andasse; conoscendola sarà sicuramente in spiaggia di fronte al mare, a far parlare in suo inconscio e i suoi pensieri.

Prima era intenta a leggere un libro, lì distesa sul divano. Lo ha lasciato sul tavolino quasi perfettamente dritto; con la mia mania dell'ordine e della perfezione l'ho influenzata più di quanto non fosse già perfettina e ordinata di suo.

La curiosità mi spinge a leggere il titolo della scritta bianca su sfondo nero, "milk and honey", una raccolta di poesie. La copertine mi ricorda la sua pelle, liscia come la seta. Noto che ha lasciato un segnalibro all'interno di due pagine precise; lo apro con calma e qui leggo la poesia a sinistra:

"In giorni come questo
Ho bisogno che tu
Mi passi le dita
Fra i capelli
E mi parli piano."

É fin troppo chiaro.
Lei ha bisogno di me, come io ho bisogno di lei.
Mi ricorda quei momenti passati sul letto o sul divano, lei tra le mie braccia, io le passavo le dita tra i capelli per farla rilassare e le parlavo a voce bassa; era mia abitudine compiere questo gesto soprattutto nei suoi momenti no, per placare il casino nella sua testa e riportarla alla serenità più totale. Qualche altra volta è capitato che io lo facessi per farla addormentare, dopo che è stata lei a calmare e scacciare via gli incubi che tormentavano le mie notti insonni.

Mi piace tanto quella poesia. Ne sono rimasto colpito.
Ha portato a galla alcuni ricordi di me e lei insieme, felici come non lo siamo adesso.
Mi affretto a cercare un taccuino o un block notes e una qualsiasi penna; strappo un pezzetto di carta e qui copio quei cinque versi, lo piego su sè stesso un paio di volte e lo metto all'interno della mia cover.
Quanto amo le poesie, specialmente quelle che mi rimandano a lei.
D'un tratto mi assale la voglia di piangere, di sfogarmi attraverso le lacrime, quindi mi lascio andare abbandonandomi ad un pianto silenzioso, ma liberatorio.

Il telefono inizia a squillare; speravo fosse Martina e invece appare la scritta "Mamà<3". Ricordo di averla chiamata qualche ora fa senza ricevere risposta, avevo bisogno di parlare con lei, di piangere davanti a lei, ho bisogno di conforto.
Eccola qui, finalmente.

"Mamma..."-esordisco con un filo di voce.

"Amore, che succede? Stai piangendo?"-eccola con il suo tono dolce che si preoccupa per me.

"Sta andando tutto male ultimamente, scusa..."-non posso parlare purtroppo, non posso dire tutto nei minimi dettagli.

Mamma e papà non sanno niente, e non devono saperlo.

"Scusa di cosa? Aron che succede? Hai litigato con la tua princesa?"

La mia princesa...

"Martina è... io..."-prendo fiato e cerco di formulare una frase di senso compiuto. -"Io e Martina ci siamo lasciati."-dico tutto d'un fiato, iniziando poi a disperarmi ancora più di prima.

"Amore... amore... perché? Stava andando tutto bene, eravate così belli.."-ammette in tono dispiaciuto.

"Lo so, stava andando tutto bene..."

E ora cosa le dico?
Non posso raccontarle tutto.
È così difficile tenere tutto dentro.

"...poi le cose sono cambiate. E abbiamo deciso di chiudere."-riprendo fiato.

"Ei, innanzitutto calmati, tranquillo, non agitarti... parliamone se vuoi, ma cerca di stare tranquillo Aron."-parla con tono protettivo.

"Il punto è che... ci sarebbe tanto da dire, tantissimo, non immagini quanto. Ma è complicato, mamma, se solo sapessi..."-la risposta mi esce spontanea, e mi rendo conto troppo tardi che stavo per dirle tutto.

"Perché è complicato? E soprattutto cosa c'è da dire? Da come ne parli non mi sembra una cosa da niente, devo preoccuparmi?"-adesso parla più seriamente, con voce ferma e severa.

"No."-rispondo all'ultima domanda.

"Vi siete comportati in modo sbagliato l'uno nei confronti dell'altra?"

"No, siamo sempre stati rispettosi, mamma, lo sai già. Non l'ho voluto io. Non sono stato io a voler chiudere la relazione. Nemmeno Martina. Siamo stati costretti."

Merda.
Non dovevo dirlo, cosa cazzo mi sta succedendo?
Come farò adesso?

"Cosa?! Aron ma... di cosa parli? In che senso siete stati costretti? Da chi?"-ora è preoccupata, agitata.

"No niente, niente, fai finta che io non ti abbia detto quelle cose, è stata la mia mente a giocarmi un brutto scherzo."-cerco di liquidarla, sperando mi creda.

Ma le lacrime ricominciano a scendere e farsi più numerose.
La mia vulnerabilità sta andando a puttane, non sembro neanche io. Tutto ciò che sta succedendo mi crea un eccessivo stress mentale, sto diventando malato.

"Aron stai piangendo di nuovo..."-mi fa notare con voce flebile.

"Lo so mamma, scusami, non dovevo..."-mi scuso per l'ennesima volta, e prima che esca fuori qualche altra aspra verità, metto giù la chiamata.

Scusa mamma, non dovevo cacciarmi in questo casino.

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora