Capitolo 45.🌙

115 6 2
                                    

Pov's Martina:

Ieri è stata una giornata pesante e infinita.
Il minimo tocco alla sedia mi ha condotta ad un sonno profondissimo, ne avevo tanto bisogno.
Ho dormito tutta la notte con la mia mano su quella di Aron; la sua è fredda e immobile, la pelle invece morbida come sempre.
Mi mancava sentire le nostre mani toccarsi.

Quando mi sono svegliata non ho trovato Alessandro nella stanza.
Ieri sera mi ha raccontato di tutto quello che era successo, l'ho sommerso di domande, ma avevo bisogno di sapere.
È un ragazzo molto gentile e carino nei modi di fare, nei suoi occhi blu gli si può leggere la tristezza che porta dentro, per le cose accadute ieri, o per il suo vissuto, o per entrambe le cose.

Il mio telefono inizia a squillare, Giuseppe mi sta chiamando. Mi affretto ad uscire dalla stanza per rispondergli.
Dice che questa mattina verrà a fare visita ad Aron insieme a mia mamma, e che poco fa le ha spiegato tutto con calma cercando di non farla andare nel panico e non farla preoccupare ancora di più.

Mi dispiace non averle detto niente ieri sera, ma non me la sono sentita in un primo momento; Giuseppe ha una maggiore "compostezza" in questi casi, riesce a mantenere la calma e far stare calma la persona a cui parla, quindi ho preferito far parlare lui.

Attacco la chiamata e vedo Alessandro percorrere il corridoio in tutta calma, tra le mani ha una busta bianca da caffetteria e un vassoio di plastica che regge due caffè.

"Ciao, ben svegliata."-mi saluta sorridente.

"Buongiorno. Fatto rifornimento stamattina?"-ricambio il sorriso.

"Sì, sono andato a prendere i cornetti e i caffè al bar, per la colazione. Ho pensato lo gradissi anche tu."-mi mostra i caffè e la busta con nella mano sinistra.

"Oh...che gentile, non dovevi. Grazie."-ci dirigiamo nella sala d'attesa.

"Di niente. Abbiamo passato una giornata pesante entrambi, un po' di dolcezza di prima mattina è l'ideale."-mi porge il cornetto al cioccolato ancora caldo.

"Si, anche perché il mio stomaco è vuoto da ieri pomeriggio, ho bisogno di rimettermi in forze."-ridacchio imbarazzata.

"Anche io, anche io. Ci aiuterà sicuramente, questo ben di Dio."-con la testa indico il mio cornetto, che scommetto divorerò in 30 secondi.

Parliamo del più e del meno fino a che non finiamo la nostra colazione.
Decidiamo di tornare nella stanza, da Aron.
Durante il piccolissimo tragitto vediamo le porte dell'ascensore aprirsi, da dove esce Giuseppe insieme a mia mamma. Dico ad Alessandro di attendere, vado verso di loro e li saluto. Mia mamma, con gli occhi lucidi, mi abbraccia forte senza lasciarmi.

"Cosa è successo... cosa è successo ad Aron? Non riesco ancora a crederci."-dice vicino al mio orecchio con un filo di voce.

"Tra un po' verranno i dottori a vedere come sta, ti spiegheranno loro se vorrai. Io non ho le forze."-ammetto stringendola forte.

Se ripercorro di nuovo quello che mi ha detto Alessandro ieri sera, crollerò nuovamente, peggio delle volte precedenti. Devo farmi forza, per me e per Aron.

"Va bene tesoro."-mi guarda in viso e me lo prende tra le mani, sorride e poi passa lo sguardo su Alessandro, fino a posarlo nuovamente nel mio. -"Chi è quel ragazzo?"

"Alessandro."-faccio un passo indietro e glielo presento. -"Senza di lui Aron non sarebbe arrivato qui, ci è stato di indispensabile aiuto."-poso una mano sulla spalla di Alessandro e lui accenna un sorriso timido.

"Salve signora. Sono un amico di Aron."-si stringono la mano.

"Giovanna, la madre di Martina. Grazie infinite, è banalissimo ringraziarti in questo modo, ma te ne sono infinitamente riconoscente. Non mi dilungo troppo, solo grazie ancora. Davvero."-sorride al ragazzo dagli occhi blu.

"È il minimo che io potessi fare. È qui per fargli visita?"

"Si, stavate per andare da lui?"

"Si, seguiteci, vi portiamo noi."-parla a mia mamma e Giuseppe.

Continuiamo silenziosi verso la stanza di Aron.
Appena mia mamma entra, lo vede immobile lì, nel letto, con tanti fili attaccati alle braccia e il bip del macchinario che tiene sotto controllo il battito cardiaco. Gli si avvicina e piange silenziosamente, accarezzandogli i capelli mentre gli dice parole da qui incomprensibili.

Poco dopo arrivano i medici, usciamo dalla stanza e nel frattempo mia mamma parla in disparte con uno di loro, starà sicuramente chiedendo informazioni riguardo tutta la vicenda e come sta andando il percorso di miglioramento di Aron, sempre se un miglioramento c'è.

Il medico ci richiama tutti, così ci avviciniamo a loro, e attendiamo che prosegua:

"Signori, abbiamo buone notizie. Il paziente sta migliorando lentamente. La peggiore delle ipotesi, nonché la morte, è esclusa a priori. Dopo tutti gli accertamenti fatti in questi due giorni, possiamo dirvi che il tempo stimato del coma si aggirerà intorno ai quattro, massimo cinque giorni totali in caso più estremo. Continueremo nelle prossime ore e nei prossimi giorni a tenere sotto controllo il ragazzo, e man mano vi faremo sapere tutto."-conclude il suo discorso con un sorriso incoraggiante.

Lo ringraziamo tutti.
La giornata è iniziata bene.
Nonostante il coma possa durare altri giorni, Aron sta migliorando e migliorerà ancora.

Il mio sole ritornerà presto a splendere come ha sempre fatto.

Mi faccio prendere dall'emozione, non potendo urlare per la gioia inizio a saltellare davanti a Giuseppe abbracciandolo all'improvviso, faccio lo stesso con mia mamma e Alessandro senza farci troppo caso.

Realizzo solo dopo qualche secondo che ho avuto una delle mie classiche reazioni da bambina di 7 anni in preda alla gioia.

Alessandro ridacchia alla vista di ciò, viene seguito da Giuseppe.

I due arrivati stamane ci fanno compagnia a pranzo, mia mamma questo pomeriggio è tornata a lavoro e Giuseppe è rimasto ancora qui con me ed Alessandro. Non c'è granché da fare qui in ospedale, ma un po' di compagnia non ci fa mai male.

È stato bello quando l'ho visto parlare ad Aron, lui e Alessandro gli hanno detto che si risveglierà presto, che sta migliorando, e che quando tutto questo sarà finito potrà finalmente ritornare a casa da me. Dopo che Giuseppe ha pronunciato il mio nome, sul volto di Aron mi è parso di vedere appena un sorriso, accennato il minimo per far riaccendere qualcosa in me. Non so se l'ho sognato o è successo davvero, l'unica cosa certa è che fino a quando non si risveglierà non lo lascerò da solo.

Anche questa notte rimarrò qui, Giuseppe per stavolta darà il cambio ad Alessandro per delle faccende da sbrigare domani in caserma. Credo lo abbiano chiamato per la denuncia a quei tre malfamati, non sono molto esperta su queste cose ma avrà sicuramente delle cose da concludere.

Piano piano stiamo ponendo fine al nostro incubo, e forse io e Aron ritorneremo a stare bene.
Ritorneremo a stare insieme.

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora