Capitolo 3.🌙

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Che gran fame che ho stamattina! Mangerei il mondo intero, giuro.
Per mia sfortuna non mi sono alzata in orario per fare colazione insieme ai miei genitori, sono quasi le 10 ed entrambi saranno a lavoro già da un po. Aron dorme ancora, sarà stanco per il viaggio, quindi mi accontento della colazione in solitudine. Mi consolo con del pancarré con la nutella e un piccolo cappuccino fatto in casa, il cappuccinatore è la vita, fa una schiuma assurda, poi con un minimo di cacao è ancora più buona.

Bene, ora posso accomodarmi per mangiare e intanto scrollo un po la mia home di Pinterest, non chiedetemi il perché ma è fin troppo rilassante, ormai farlo fa parte della mia routine mattiniera.

"Buongiorno." -la voce di Aron mi riporta nel mondo reale facendo distaccare il mio sguardo dal display del telefono.

"Buenos días, straniero."-lo saluto anche con la mano.

"No, straniero no, Aron."-sorride e ridacchia debolmente. -"Scusa per il disturbo."-fa un passo avanti verso il tavolo della cucina.

"Nessun disturbo, accomodati se vuoi."-sposto la sedia di fianco alla mia. -"Come hai dormito?"

"Molto bene, grazie. È comodo quel letto. Mi nueva cama."-guarda fuori al balcome.

"Già il tuo nuovo letto."-annuisco e faccio una piccola pausa. -"Ti va di mangiare? Cosa prendete a colazione voi spagnoli?"

"Nulla di diverso da voi italiani. Io amo il latte con i cereali, o il panino con la..cos'è quella?" -indica il mio pancarré. -"Crema di nocciole o vera nutella?"

"Nutella. Vuoi? Te lo preparo."

"Non voglio disturbarti, posso farlo io?"

"Oh.. sì, certo."-mi alzo e vado a prendergli tutto ciò che gli occorre. -"Ecco a te."

"Muchas gracias, straniera."-mi guarda ridendo sotto i baffi.

"Martina, non straniera."-inizio a ridere di me stessa e spingo Aron leggermente più in là.

Dopo la piccola spinta si ricompone e ritorna a prepararsi il suo pancarré con nutella. Diciamo che non si è quasi mosso di un centimetro, o forse si. Quanto è alto, non sembrava da così vicino. Alto ma non troppo; nella norma, ma neanche tanto.

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Aron mi ha raccontato della sua vita a Madrid fino a pochi minuti fa; all'apparenza è timido, ma non appena la conversazione è avviata è quasi difficile terminarla, si passa da una domanda all'altra e così via. Mi fa piacere, voglio che non si senta come un estraneo per me e mamma e papà. Forse con loro impiegherà un po più di tempo, ma con me vedo è molto tranquillo nell'esporsi, in alcuni momenti ci ritroviamo a parlare spagnolo e neanche ce ne accorgiamo. Mi diverto tantissimo a insegnargli parole in italiano che lui non conosce,  non appena ne ha la possibilità le appunta su una sorta di quadernino che ha portato con sé dalla Spagna.
In questi mesi dovrà studiare tot ore al giorno via internet, spero se la cavi, nel caso dovesse avere bisogno di una mano cercherò di aiutarlo come posso. Lui è del quarto o del quinto anno? Non gliel'ho ancora chiesto, sembra più grande di me.
Non è il caso di domandarglielo adesso che stiamo gironzolando per le strade di Salerno, voglio fargli vedere un po il mio posto, la mia città. Si dimostra interessato al mio discorso, che bello quando la gente ti ascolta con attenzione; ogni tanto gli chiedo "me entiendes?", e nel caso la risposta è no provo a dirglielo in spagnolo. Provo perché non sono una madrelingua, ho soltanto un B2.
Forse "soltanto" non proprio, è un bel traguardo raggiunto.

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"Come sono andati questi primi due giorni qui, Aron?" -gli domanda papà dopo cena.

"Molto bene per adesso, spero proceda così."-spiega contento.

"Lo speriamo anche noi per te. Qualsiasi cosa tu ne abbia bisogno siamo a tua disposizione."-interviene mamma.

"Terrò in mente questo."-le sorride.

"Anch'io ci sono."-gli faccio l'ok con la mano.

"Grazie, sei molto dolce."-mi lancia uno sguardo a dir poco tenerissimo.

Io ricambio semplicemente con un sorriso, facendo sorridere anche lui e i miei genitori.

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora