Capitolo 6.🌙

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Oggi giornata di shopping per me e lo spagnolo! In realtà non mi serve niente, è lui che vuole comprare qualcosa da mettere in questi mesi, io mi sono solo offerta di accompagnarlo per il centro di Salerno in giro nei negozi. Devo tenermi a bada, altrimenti comprerò sicuramente qualcosa che al momento non mi serve.

"Devo guidare io?" -si offre Aron prima di entrare in macchina.

"A dire il vero ho già la patente, presa da poco ma fa nulla."-sorrido.

"Wow! Allora lascio te al volante."

"Muchas graciaas!"-entriamo in macchina e ci mettiamo in carreggiata verso la nostra destinazione.

Diciamo che potevamo anche andare a piedi essendo a 10 minuti di passeggiata dal centro, ma per evitare di trovarci con mille buste in mano abbiamo preferito entrambi la macchina.
Dopo intensi minuti quasi bloccati nel traffico, troviamo un parcheggio e così iniziamo il nostro giro in pieno centro città.

"Te la cavi a guidare, specialmente nel casino di veicoli, sei brava."-Aron mi affianca e mi accarezza la schiena.

"Oh..grazie! Ci sono abituata da quando facevo le guide prima di prendere la patente."-spiego, lui annuisce.

"Perché mi guardano tutti..?"-domanda dopo attimi di silenzio mentre si guarda attorno.

"Perché il tuo accento parla chiaro riguardo le tue origini, la cadenza spagnola si sente molto anche se parli italiano. Ma non fartene un problema, qui tutti guardano tutti."-cerco di rassicurarlo.

"Almeno a te piace il mio modo di parlare? E... il mio accento?"-chiede con un cenno di speranza.

"Si, mi piacciono entrambi."-ammetto orgogliosa.

Nel frattempo entriamo in uno dei tanti negozi; indico ad Aron il reparto maschile, lui si fa strada in mezzo agli stand e io lo seguo, guardando attentamente i capi scelti. Posso ancora dire che ha buongusto nel vestirsi? Lo ammiro tanto, che bello!
Ha provato due magliette e un paio di jeans, gli stava bene qualsiasi cosa.
Lo shopping continua in altri negozi, e tra magliette, jeans, felpe e anche un paio di scarpe ritorniamo alla macchina con 6 buste colme di roba per lui. Io per fargli compagnia ho comprato un set di due magliette corte per l'estate; non è ancora arrivata ma le temperature in questi giorni sono davvero buone, si preannuncia un mese senza piogge e temporali!

.

"È una salvezza l'ascensore, immagina come sarebbe stato portare queste buste fin quassù per le scale." -commenta lo spagnolo.

"Già, lo penso anch'io. A quest'ora sarei morta da anni sennò!" -ridacchio.

Una volta entrati in casa salutiamo entrambi i miei genitori, che sono tornati da lavoro. Giusto in tempo per l'ora di cena, quasi..

"Ti va di aiutarmi a sistemare la roba?"-domanda prima che io entri nella mia camera.

"Arrivo!"-metto a posto la borsa e vado da lui. -"Bene.. dimmi tu cosa devo fare."

"Tieni, queste vanno nell'armadio, insieme allo scatolo."-precisa mentre mi porge il nuovo paio di scarpe.

Annuisco e faccio ciò che mi ha chiesto. Non appena chiudo l'armadio sento cadere delle cose da non so dove, e Aron impreca in spagnolo.

"Tutto ok?"-mi giro a guardare preoccupata.

Le cose che prima erano sulla scrivania adesso sono quasi tutte a terra, sul pavimento.

"Si, non è niente."-risponde precipitoso senza guardarmi, intanto cerca di prendere più oggetti possibili e rimetterli in ordine.

"Ehm..vuoi che ti aiuti a risistemare?"-faccio per avvicinarmi ma lui mi blocca subito con un segno di mano, e io mi fermo all'improvviso.

"No. Faccio io."- risponde secco e mi guarda serio, fa un passo di lato come se volesse nascondere quel disordine. -"Grazie.."-risponde poco dopo.

"Come vuoi.."-mi faccio da parte imbarazzata.

Come mai quel tono di voce scorbutico? Come se fosse diventato tutto d'un tratto nervoso, ma per cosa? Forse gli da fastidio che qualcuno metta mano nelle sue cose? Sarebbe un controsenso perché lo sto aiutando a mettere a posto il suo shopping.

"Scusami se ti ha dato fastidio il fatto che io abbia voluto darti una mano."-sussurro interrompendo il silenzio che si era creato tra noi.

"Non preoccuparti, è tutto okay.. scusami tu per aver usato quel tono."-si avvicina.

"Tranquillo."-sorrido debolmente.

Aron mi bacia debolmente la fronte e così esce dalla sua stanza, lasciandomi lì da sola. Prima di uscire, d'istinto guardo verso la scrivania, come se il mio sesto senso volesse dirmi che probabilmente c'è qualcosa che non va. E invece no, mi faccio avanti ed è tutto "a norma", in ordine come prima e senza nulla che potrebbe dar da pensare.
Perché mi sto facendo questi pensieri? Forse per la reazione del ragazzo?
Ma no, è stato così dolce quel bacio sulla fronte, come se volesse tranquillizzarmi da qualcosa.

...

Una bugia meravigliosa.🌙||Aron Piper.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora