59. ribellione

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MAKT, ZEKA - 8 LUGLIO 4574 DEL CALENDARIO TERRESTRE


MINSKY era genuinamente preoccupato. Osservava Katrina fare avanti e indietro davanti a sé, nel mondo digitale, chiusa in un silenzio sgomento e con passo sempre più rapido. Non seguiva un ritmo preciso, bensì sembrava muoversi in base al flusso dei propri pensieri. L'intelligenza artificiale poteva quasi riuscire a leggerli interpretando il disegno che lei stava tracciando per terra come una danza.

"I tuoi segnali biometrici—"

"Sì, lo so che sono alterati!" sbottò la ragazza girandosi di scatto verso di lui. Quel giorno, MINSKY aveva assunto la forma di un bambino in età prescolare e mai come in quel caso la scelta gli era parsa sbagliata.

Come da piano, lei e l'AI si erano collegati alla stazione spaziale in occasione del periodico aggiornamento tra Alexei Melnyk e i ricercatori che lavoravano lì. Katrina era riuscita, grazie al suo rocambolesco piano, a capire quando sarebbe avvenuta quella riunione e MINSKY aveva fatto il resto, agganciandosi alla sua copia locale presente sulla COLLINS per permettere all'amica di inserirsi nei sistemi di videosorveglianza alla ricerca del fratellino. La finestra temporale a loro concessa era piccola, solo quindici minuti, insufficiente a scandagliare la stazione alla ricerca di Ian. La loro intrusione però si era comunque rivelata profittevole: stanca di cercare, Katrina aveva deciso di assistere in segreto alla riunione tra il padre e i ricercatori spaziali.

Le parole di sua madre ancora le echeggiavano nelle orecchie. Aveva parlato di amnesia ed effetti collaterali, di un attacco di panico e, infine, del risveglio inaspettato del potere soverchiante di Ian. Il ragazzino aveva colpito tutti gli astronauti sulla stazione senza farlo apposta prima di essere messo di nuovo a nanna dai farmaci. Katrina si era persa parte del discorso seguente, troppo stordita dalla rivelazione che erano proprio i suoi genitori - Monika in particolare - ad aver ideato quell'assurdo piano che vedeva Ian al centro di esperimenti farmacologici. Volevano studiarlo per usarlo come arma? A nessuno di loro sembrava importare della gravità di quegli effetti collaterali che avevano così facilmente messo in secondo piano, mentre lei ne era rimasta sconvolta.

Ian aveva perso mesi interi di ricordi. Ad Alexei non era mai interessata la salute dei propri figli, ma che lo stesso valesse per Monika era una terribile novità da ingoiare per la giovane. Guardava a lei come a un modello a cui aspirare e l'aveva sempre considerata l'unica alleata tra gli adulti della sua vita. Scoprire che anche quella era una menzogna l'aveva fatta a pezzi.

"Tu lo sapevi?" sibilò Katrina incalzando l'AI. "Sapevi cosa stavano facendo a Ian sulla COLLINS?"

MINSKY non rispose.

"Oh, ti prego!" lo aggredì. "Me lo hai detto tu stesso che nella stazione c'è una tua copia. Non è possibile che quella non fosse a conoscenza di ogni esperimento condotto lassù!"

MINSKY sembrò sul punto di replicare, ma Katrina fermò all'improvviso la sua furia. La ragazza si era come congelata a metà di un movimento e, se avesse avuto i connotati dentro WireNet, sicuramente il suo volto avrebbe reso evidente lo sgomento che i suoi pensieri le avevano causato.

"Come... come funziona questa cosa che sei ovunque, a proposito? Lo fai grazie a WireNet o usi dei duplicati, come sulla COLLINS?" chiese avvicinandosi al bambino fatto di pixel azzurri.

Ancora una volta, MINSKY si costrinse a tacere, anche se una parte di sé voleva rispondere a quella domanda.

"Ok, provo a indovinare," continuò lei, seccata, riprendendo a camminare in tondo. "A meno di avere per mano un computer quantico come il nostro, non è possibile salvare in locale una copia completa e indipendente di te. Una versione più leggera, forse... o una subroutine. Però, avresti bisogno di una continua connessione a WireNet per farle funzionare e so per certo che non è così, non per tutti i dispositivi, almeno... come per la COLLINS, tanto per dirne uno. E se fossero indipendenti, parlando con un'altra versione di te avrei l'impressione di avere a che fare con un altro, cosa che non succede... tu sei sempre tu."

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