39. alcool

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TIRVAJ, SIYAH - 5 MAGGIO 4574 DEL CALENDARIO TERRESTRE


Il Dramatic Bat era uno dei suoi pub preferiti. Da fuori non era altro che un'insegna olografica viola e gialla mezza rotta, che invitava la gente a entrare in quella che aveva tutta l'aria di essere la casa privata di qualcuno. Adesivi colorati realizzati dai clienti affezionati tappezzavano il portone rosso ricoprendolo come una seconda pelle e scritte che parevano graffi in varia grafia decoravano le pareti bianco-azzurre del piccolo edificio stretto e lungo. Un vero pugno nell'occhio per la tranquilla Tirvaj.

Se di giorno pareva quasi un luogo abbandonato, di notte il locale dava il meglio di sé. Reniji immaginava che avessero speso una fortuna per permettersi quel trucchetto, ma ne valeva davvero la pena: le scritte sulle pareti al buio si accendevano di colori pop, ologrammi che serpeggiavano sui muri al ritmo della musica che proveniva dall'interno, invitando i clienti a entrare come fosse il canto di una ammaliante sirena.

Il pub, in realtà, era sotterraneo. Scendendo la scalinata multicolore, i cui gradini si accendevano in modo diverso a ogni pressione, si raggiungeva la grande sala a pianta rettangolare che era il cuore del locale. Il Dramatic Bat era un'accozzaglia di epoche formato bar: alcuni tavoli erano sospesi da meccanismi di levitazione ad aria, altri erano in legno invecchiato, altri addirittura erano stati scavati nella roccia probabilmente da qualche bravo artista Geomante. L'atmosfera 'terrestre' era palpabile ovunque ci si girasse, a partire dalle poltroncine in pelle blu e gialle piene di tagli, risalenti forse all'epoca dei coloni, fino ai più semplici sgabelli alti posti attorno al lungo bancone di brillante plastica bianca.

La musica dai toni graffianti e bassi rimbombava tanto nel locale quanto nella cassa toracica dei clienti, che potevano dotarsi di speciali dispositivi da inserire nelle orecchie per poter condurre una conversazione normale nonostante il volume. Reniji e Vanessa se ne erano procurati subito un paio a testa: piccoli ovuli bianchi che, una volta indossati, smorzavano il rumore di fondo rendendolo nient'altro che un piacevole suono per accompagnare la serata. A seconda del livello di riduzione deciso dall'utente era possibile sia lasciarsi trasportare dalla musica sia ridurla completamente a zero, senza disturbare in alcun modo gli altri.

Forse era perché si trovavano al chiuso, o forse grazie all'aria un po' marina che caratterizzava Siyah, fatto stava che pochissime delle persone lì presenti indossavano respiratori. Le poche che lo facevano avevano dei modelli molto sottili che Vanessa non aveva mai visto: gli alloggiamenti per i filtri erano poco sporgenti e i colori che ne caratterizzavano il design erano come pugni negli occhi, fluo e saturatissimi. Lei e Reniji ne avevano portati due piuttosto anonimi al solo scopo di amalgamarsi ai comuni umani e nascondere le loro identità. All'interno, però, si erano presto accorti che potevano farne a meno: nessuno prestava loro attenzione, troppo impegnati a bere, ballare e divertirsi per far caso a due superumani famosi seduti in un angolino buio.

"Senti un po', bionda, non è che dovresti fermarti?" la ammonì Reniji indicando con un cenno del capo il drink tra le sue mani.

"Eh? Perché dovrei?"

"Ah, non lo so," replicò lui roteando gli occhi al cielo con uno sbuffo divertito, "forse perché sei all'ottavo cocktail e ondeggi in modo strano?"

Per tutta risposta Vanessa rise sguaiatamente e per poco non ruppe il grande bicchiere squadrato nel posarlo sul tavolo con un po' troppa veemenza. Reniji tirò un sospiro di sollievo nel vederlo ancora intatto, sospiro che aveva riservato a tutti e sette i precedenti: considerando che pagava lui, voleva almeno assicurarsi che non gli toccasse saldare anche i danni al locale.

Erano lì da almeno due ore secondo i suoi calcoli e la serata stava filando abbastanza liscia. La ragazza era esuberante come al solito, forse anche troppo: guardava ogni dettaglio come se fosse una bambina in un parco giochi, gli occhi grandi e il sorriso sulla faccia. Anche sulla scelta delle bevande non si era trattenuta, all'inizio seguendo timidamente le raccomandazioni di Reniji per poi passare a puntare il dito a caso sul menù per decidere il prossimo giro.

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