Bloodline [ITA]

9. dipinti

DAQUIRA, AGIIR - 17 AGOSTO 4573 DEL CALENDARIO TERRESTRE

"Io davvero non ti capisco, James!" sbraitò Philippe avvicinandosi un po' troppo alla videocamera. Il suo faccione riempì lo schermo dell'ufficio del governatore di Agiir, che fu costretto ad abbassare il volume del dispositivo per evitare di farsi assordare dalle urla del fratello maggiore. "Perché ti ostini a non volerti unire a noi!?"

"Te l'ho detto mille volte. Se parteggiassi per l'Alleanza, Agiir verrebbe invasa nel giro di due giorni da quei mostri di metallo... e il commercio con Kutsal è florido, non voglio rischiare di mettere in crisi la mia economia per una guerra che non condivido."

"E se spostassimo alcune nostre truppe a difendere i tuoi confini? A quel punto, nemmeno l'esercito di Melnyk potrebbe..."

"Ah, Philippe... per fortuna è tua moglie a prendere le decisioni, altrimenti Okyann sarebbe spacciata!" rispose James ridendo. "Truppe dell'Alleanza su un suolo che si dichiara neutrale? Sarebbe un ottimo pretesto per attaccarci, credimi."

Il maggiore dei due fratelli Esteria sospirò, massaggiandosi le tempie con l'aria stanca. Capiva la posizione difficile del fratello, ma non sopportava l'idea che la sua terra natia venisse messa così tanto a rischio dalla situazione. Philippe credeva molto nei principi dell'Alleanza e la riteneva l'unico modo per riuscire a superare la crisi climatica che affliggeva Celios. Nemmeno lui amava l'idea della guerra e sperava, anzi, che fosse con la diplomazia che un giorno avrebbero potuto unificare l'isola e giungere a degli accordi vantaggiosi per tutte le parti.

Era un inguaribile ingenuo secondo James, reso cinico dalla traumatica esperienza di perdere il fratello minore e ritrovarsi di colpo con responsabilità non preventivate sulle spalle.

"So che non sei un militare, ma pensaci un attimo," continuò James, "Perché il fronte è bloccato sul versante est di Helias, secondo te?"

"Perché Zeka sta ad est," rispose con una punta di fastidio Philippe, incrociando le braccia al petto. Da quando viveva a Okyann aveva preso peso e il suo colorito si era scurito, segno che conduceva una vita agiata e priva delle preoccupazioni che ogni giorno assillavano James.

"Certo, ma Melnyk avrebbe potuto fare il giro largo per attaccare. Zeka confina anche con Demir: come mai non li hanno ancora invasi?"

"Figurati, conoscendo Friedrich avrà riempito il confine di Metallocineti..."

"Probabile, i demiresi sono gli unici a riuscire a tenergli testa grazie ai loro Übermensch. Questo lascia come unica altra via Agiir, passando da Kutsal..."

Philippe sospirò, battendosi pensoso l'indice sulle labbra. "Capisco... Questo spiegherebbe perché Melnyk si è alleato con l'Organizzazione."

In tutta onestà, l'Aeromante era stupito che Alexei non avesse fatto quella mossa da tempo. Era la cosa più logica da fare, eppure continuavano a combattere imbottigliati tra le catene montuose protraendo lo stallo. Forse era quello il suo obiettivo: se per lui non era un problema andare avanti così perché al massimo avrebbe dovuto produrre più macchine, per l'Alleanza significava invece perdere continuamente soldati, una risorsa difficile da rimpiazzare in fretta. Stava forse puntando a una vittoria per logoramento?

Per questo James non riusciva a togliersi dalla testa il pensiero che sarebbe successo qualcosa di brutto. Lasciare il fianco scoperto a uno come il governatore di Zeka non era una mossa furba, però sapeva di non poter fare molto contro un suo possibile attacco. Agiir era una terra popolata principalmente da Aeromanti e Geomanti, necessari al buon funzionamento di un gran numero di impianti in tutta Celios; non esattamente dei combattenti. Da quando le sue città erano state fatte sprofondare nel terreno, James si sentiva più al sicuro anche dai possibili attacchi di Alexei ma, se lui avesse deciso di mettere in scacco la regione, sarebbe stato facile ucciderli tutti impedendogli di risalire in superficie o contaminando i loro sistemi di aerazione.