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ACCADEMIA, SIYAH - 5 MAGGIO 4574 DEL CALENDARIO TERRESTRE


"Sta scherzando, vero, generale!?"

Il direttore dell'Accademia si fermò nel corridoio, rimbrottato malamente dal grido della sua assistente. La tenente Fralena Hicks era uscita di corsa dal loro ufficio per inseguirlo e ora lo guardava come una madre esasperata osserva il figlioletto dopo una marachella, sebbene fosse il suo superiore. Ryukai apprezzava la naturalezza della donna, che non esitava a sgridarlo quando lo riteneva opportuno nonostante i loro gradi militari imponessero una rigida formalità. Lui detestava quelle regole, per questo faceva di tutto per spingere Fralena al limite: adorava vederla esplodere, priva della solita maschera gerarchica con cui tanto si riempiva la bocca.

"No, Fralena, è proprio come ti ho detto."

"Non posso credere che vi siete giocati una cosa così importante a dadi!" esplose Fralena alzando ancora di più la voce e facendo sobbalzare i soldati appostati di guardia a protezione dell'ala ufficiali. Persino Reniji, in piedi accanto al fratello, si sentì in colpa nell'incrociare il suo sguardo di fuoco, tanto che sentì il bisogno di cacciare il sacchetto di dadi ancora più a fondo nella tasca laterale dei pantaloni militari che indossava.

"Ciò che conta è il risultato, no?" cercò di giustificarsi stringendosi nelle spalle e lanciando un'occhiata al maggiore. "Anche se non avevo dubbi che sarebbe toccato a me partire. Dì, hai barato?"

"No, sei tu che fai schifo a questo gioco."

I due ridacchiarono e la donna tuffò il viso tra le mani con un lungo sospiro irritato. "Oh, non scherziamo! Non è una gita, maledizione, è una miss—"

Fralena si interruppe quando udì il vociare dei cadetti echeggiare tra i corridoi, segno che le lezioni erano terminate e che presto i ragazzi si sarebbero diretti verso la loro prossima classe, l'ultima prima della pausa pranzo.

"Tieni i tuoi commenti per un altro momento," la ammonì bonariamente Ryukai prima che lei potesse aggiungere altro, accennando col capo alla marea di studenti poco distanti, "non è il caso di far arrivare informazioni riservate alle orecchie di tutta l'Accademia."

Fralena raddrizzò la schiena e con un colpo di tosse si ricompose, rossa in viso per l'imbarazzo di essere stata rimbrottata addirittura da Ryukai. Era lui quello poco attento alla segretezza di certe informazioni, di solito, invece stavolta si era lasciata prendere dalle emozioni e aveva quasi rischiato di dire troppo.

"Stargli intorno mi fa male," constatò corrugando le sopracciglia. "Non è da me uno scivolone del genere." Quando i due Wakani ripresero a camminare in direzione dell'ala centrale, però, lei non tornò sui suoi passi e si ostinò a seguirli.

Ryukai se ne accorse, perciò si fermò di nuovo e le rivolse un sorrisetto furbo. "Ti serve qualcosa, cara?"

La tenente represse l'istinto di picchiarlo. Sapeva che il generale usava quegli appellativi apposta per provocarla, ma non sarebbe caduta nella sua trappola.

"Tra poco sarà ora di pranzo. Pensavo di farvi compagnia." Lanciò uno sguardo al minore dei due prima di continuare, con tono che non ammetteva repliche: "E di assicurarmi che non mi sfuggano dettagli di cui dovrei essere messa a conoscenza."

Reniji scoppiò a ridere. "Tenente Hicks, se qualcuno può tenere al guinzaglio mio fratello, quella è senz'altro lei!"

Ryukai sbuffò mal celando il suo divertimento e scosse la testa, tuttavia non le intimò di andarsene. Il terzetto proseguì fino a sbucare nell'atrio e al loro passaggio molti giovani soldati si irrigidirono per far loro il saluto militare e lasciarli passare. Fralena e Reniji risposero con la dovuta compostezza, mentre Ryukai si profuse in sorrisi e occhiolini amichevoli che lo facevano sembrare tutto fuorché un generale.

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