0. QUANDO TUTTO EBBE INIZIO

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❦ 𝓡𝓮𝓰𝓪𝓵𝓮𝓼 ❦

Questo libro è dedicato alle persone che come me viaggiano con la mente,
a coloro che nella routine quotidiana
vedono cose oltre l'ordinario
e preferiscono rifugiarsi nelle storie
per vivere mille vite in una sola.

Questo libro è dedicato alle persone che come me viaggiano con la mente,a coloro che nella routine quotidiana vedono cose oltre l'ordinarioe preferiscono rifugiarsi nelle storie per vivere mille vite in una sola

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"C'è una terra lontana di cui nessuno ricorda il nome.
Una storia mai raccontata che nessuno
ha mai avuto il coraggio di rimembrare.
Fino ad ora."




«Fatelo uscire!» Esclamò la ragazza contorcendosi sul letto. «Sta... sta soffocando!»

«Ilizia ti sta uccidendo» disse la sacerdotessa. «Devo...»

«No!» Ilizia digrignò i denti. «Fallo uscire e basta»

La sacerdotessa Thessalia era una donna di una certa età, contava quasi un millennio di anni anche se, in realtà, dall'aspetto ne dimostrava solo una settantina. Di nobili donne partorienti ne aveva viste a bizzeffe, ma mai nessuna aveva portato in grembo un abominio simile e per la prima volta da secoli, la sacerdotessa si trovava in una situazione fuori dal suo controllo.

Accanto a lei, stanziava seduto in una posizione del tutto innaturale Gaston, il gatto di corte. Sedeva ritto, immobile come una statua e piuttosto a disagio visto che faceva saettare lo sguardo in ogni angolo buio della stanza. Non era solito assistere alla nascita dei Reali, come invece era abitudine per Thessalia, ma in quel caso, e in quella specifica occasione, si era resa necessaria anche la sua presenza, visto che gli unici a conoscenza di quell'imminente parto erano proprio lui, Thessalia, la regina morta, un ubriacone e ovviamente la partoriente. Anche se a dirla tutta Gaston non aveva ancora ben capito in che modo sarebbe potuto tornare utile visto che oltre ad essere del tutto inesperto in fatto di poppanti, era evidentemente e naturalmente un gatto.

«Non vedi che la tua magia non sta funzionando, Thessalia?» esclamò proprio in quel momento Gaston. Aveva un tono adirato e allo stesso tempo ostentava una presunzione fastidiosa, del tutto inopportuna nel bel mezzo di un parto. «Se la ragazza continua ad urlare a questa maniera mi spaccherà i timpani! Fa qualcosa!»

Thessalia, rigida, severa e imperturbabile come suo solito, non sembrava minimamente scossa dalla situazione drastica in cui si trovavano.

«Non potresti fare qualcosa per tutte queste urla?» ripeté nuovamente Gaston. «Mi sta facendo uscire di senno! Se non la smette subito perderò l'udito ancor prima di raggiungere la vecchiaia!»

Si trovavano in una delle torri più alte del castello. Probabilmente la meno sicura ma per Thessalia e Gaston era stata l'unica scelta possibile. Per mesi avevano dovuto nascondere la ragazza e la creatura che cresceva dentro di lei da sguardi indiscreti e ora, che al castello non era rimasta anima viva all'infuori di loro, sarebbe stato impossibile trasportare la ragazza per migliaia e migliaia di scalini, tutt'al più il giorno in cui il bambino sembrava essersi deciso a nascere.

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