Berenice iniziò ad apprezzare la compagnia di Otto, per quanto assurda potesse essere delle volte. Benché non fosse un tipo particolarmente scaltro, la sua vivace personalità e l'allegra energia che sprigionava erano un qualcosa di piacevole di tanto in tanto. Inoltre, Berenice si era resa conto che Otto era uno dei pochi su cui poteva davvero fare affidamento in quel posto.
Mentre si addentravano nel bosco di Ogrik, Otto le illustrava con entusiasmo le numerose piante che incontravano, ed erano davvero molte. Pur non essendo un'esperta in botanica, Berenice era certa che la maggior parte di quelle specie non esistessero sulla Terra. Così come gli animali, che pur presentando delle somiglianze con quelli terrestri, mostravano sempre un qualcosa di unico e straordinario. Come gli scoiattoli dotati di ali o i pipistrelli che camminavano tranquillamente sul terreno alla luce del sole. Tutte stranezze alle quali Berenice, suo malgrado, stava iniziando ad abituarsi.
«Sei sicuro che alla sorvegliante vada bene se mi assento oggi dal collegio?» domandò in quel momento, interrompendo Otto proprio mentre era in procinto di descrivere minuziosamente gli effetti nocivi di una pianta rossa.
Otto sbatté le palpebre, sistemandosi gli occhiali da aviatore sul naso. Quella mattina aveva rinunciato al suo solito cappello a cilindro, preferendone uno da pesca e indossando una divisa che le ricordava tremendamente quelle degli apicoltori.
«Ma certo che non ha problemi! Appena torneremo al collegio la informerò che hai passato la giornata con me.»
Berenice sbarrò gli occhi. «Quindi non le hai già che oggi sarei venuta ad aiutarti?» respirò lentamente, tentando di mantenere il controllo seppur con evidenti difficoltà «Quando sei venuto nella mia stanza mi hai detto di averci appena parlato!»
Otto si grattò con frenesia il mento, fissando le sue scarpe con un improvviso interesse. «Ehm, sì, è vero... le ho parlato. Solo che mi stava sgridando per la torta appena fatta, sai, non avrei dovuto mangiarla a quanto pare... forse mi è sfuggito di chiederle se potevi venire con me.»
In quel momento, l'idea di prendere Otto a calci le parve più che ragionevole, anche se la parte più razionale di lei tentava di ricordarle che forse, e solo forse, sarebbe stato meglio non aggredire l'unica persona nella sua vita a conoscenza di quello che le stava capitando.
«Ti prego dimmi che stai scherzando.»
Ma le bastò un'occhiata per capire che Otto non stava affatto scherzando.
«Dio santo. Otto!»
Otto alzò un dito, assumendo un tono professionale. «Mi sento in dovere di ricordarti che i Regales sono politeisti, per tanto non credo sia una buona idea inveire a...»
Berenice lo interruppe. «Non me ne frega un fottuto niente dei tuoi Regales! La sorvegliante mi farà a pezzi appena torno, mi punirà di nuovo, lo so! Già mi odia... ma tanto a te che importa vero?»
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La sguattera
Fantasy1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se così si può definire essere orfana, vivere in un convento di suore, con un gatto parlante come unico...