La mattina dopo il collegio era immerso nel più incessante dei silenzi. Gli studenti del collegio Dhiaborry erano partiti quella stessa notte, anticipando la loro partenza, e le lezioni erano state sospese per tre giorni. Come riportato dalle presidi, tre inviati erano partiti dal collegio di Chentburry: uno diretto al cospetto del re ad Oscuria, un altro a quello del re di Regalia e l'ultimo alla famiglia della studentessa Ariadne Galatea. Quella mattina erano giunte a Dholiam un gruppo indefinito di guardie degli eserciti reali e ora i collegi ne erano circondati, impedendo a chiunque di uscirne o entrarvi.
Nonostante le rassicurazioni delle presidi, avevano tenuto un discorso quella notte davanti a tutti, il fatto che una ragazza fosse morta nel cuore di Chentburry, presumibilmente per mano di una delle streghe più maligne mai esistite, aveva gettato il collegio in uno stato di incertezza e desolazione. Le carte erano state scoperte: tutti ormai sapevano che Mortizia era a piede libero, più forte che mai, e nessuno si sentiva più al sicuro.
Berenice non aveva chiuso occhio per questo. Ormai non era più al sicuro nemmeno lì.
La sagoma della ragazza morta al centro della sala da ballo le tornò alla mente come un pugno nello stomaco, lasciandola senza fiato. Avevano fermato i serpenti, ma a quale prezzo? Una ragazza aveva perso la vita, qualcuno nel castello non era chi affermava di essere e la strega ora sapeva con assoluta certezza dove si trovava. Berenice non si sentiva affatto un'eroina. La paura viscerale che la attanagliava le faceva venire voglia di nascondersi sotto il letto. La faceva sentire una totale vigliacca...
Si rannicchiò ancora di più sotto le coperte, cercando di sfuggire al freddo che si insinuava tra le mura. Nonostante fosse sotto le coperte ed Eira le scaldasse i piedi con la sua pelliccia, si sentiva come se stesse affondando in un mare ghiacciato. Con tutta probabilità si stava ammalando. Allungò una mano sotto le coperte e iniziò ad accarezzare Eira, che dormiva ancora profondamente. Ormai era il doppio da quando l'aveva trovata per la prima volta alla Vallata. Berenice ne teneva le misure, scribacchiando con un sasso sulla parete. Non sapeva per quanto tempo ancora avrebbe potuto tenere la leoncina con sé. Anche se i corridoi segreti permettevano ad Eira di correre e muoversi, la mancanza di luce solare avrebbe presto avuto delle ripercussioni sulla sua salute. Ma cosa avrebbe dovuto fare lei? Abbandonarla alla Vallata? Quella leoncina piccola che non riusciva nemmeno a dormire da sola?
Berenice si rigirò di nuovo tra le coperte. Oltre al fatto che Eira cresceva a vista d'occhio, la situazione era ancora più drastica di quanto sembrasse con la sorvegliante sempre più sospettosa nei suoi confronti. Da un momento all'altro, avrebbe potuto tenderle un'imboscata. Finora i controlli si erano limitati alle ore diurne, ma Berenice non poteva essere certa che non si estendessero anche alla notte. Ed era proprio la notte che Berenice permetteva ad Eira di uscire dai corridoi segreti e dormire nella sua stanza. Un pensiero incessante le occupò la mente: quando Eira avrebbe raggiunto l'età adulta, non sarebbe più riuscita nemmeno a passare dalla porta del suo tugurio.
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La sguattera
Fantasy1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se così si può definire essere orfana, vivere in un convento di suore, con un gatto parlante come unico...