❦ 𝓡𝓮𝓰𝓪𝓵𝓮𝓼 ❦
Tesa più che mai, Berenice iniziò a slegare il ragazzo molto più rapidamente, senza guardarsi mai alle spalle.«Cosa diavolo è stato» sussurrò Berenice.
«Nulla, lasciate perdere...»
«Ma lo hai sentito anche tu? Sembrava...»
«Lasciate perdere vi ho detto, e preoccupatevi di slegarmi!»
«Sembrava un mostro, un boscaiolo che trascina l'ascia per terra oppure... la sua vittima dai capelli.»
La corda prese a tremare sotto le sue dita come se il ragazzo stesse trattenendo una risata.
«Sciocchezze» disse il ragazzo. «Avete una così fuorviante immaginazione della realtà ragazza. Ora però non fate la codarda e continuate a fare il vostro lavoro!»
Berenice tese l'orecchio però, cercando di sentire un altro rumore. Ma qualsiasi cosa lo avesse provocato sembrava essersi dissolta nel nulla. Continuò a girare attorno alla sedia con la corda in mano ma era talmente ansiosa che finì per perdere l'attenzione su quello che stava facendo. Inciampò nei suoi stessi piedi e per non finire a terra afferrò con forza la corda, tirandola verso di lei. Il ragazzo grugnì dal dolore.
«Volete stare più attenta? Sono senza forze, se mi fate perdere altro sangue rischio di dissanguarmi!»
Berenice si alzò in piedi tenendosi alla sedia. «Beh, allora tu piantala di darmi del voi! Mica sono una vecchia! Avremo probabilmente la stessa età.»
«Cosa c'entra questo adesso? È buona educazione dare del voi a persone sconosciute. Non si da mai del tu se non sono gli altri a darti il permesso di farlo. Solo i maleducati si prendono certe confidenze.»
Berenice alzò gli occhi al cielo. «A me non è stato insegnato questo, so che bisogna dare del lei ma solo a persone molto più grandi e comunque con una certa autorità.»
Il ragazzo non le rispose, si mosse leggermente liberandosi un braccio, iniziando così a sua volta a disfarsi i nodi alle gambe. Si muoveva alla svelta, con gesti veloci e allenati. Se non avesse visto con i suoi occhi in che condizioni fosse ridotto, Berenice non avrebbe mai creduto che quel ragazzo fosse stato torturato. I simboli blu sul corpo del ragazzo parvero illuminarsi. Berenice vide quella luce per così poco tempo da farle credere di esserselo immaginato.
«Chiunque ti abbia ridotto così... pensi che tornerà?» chiese Berenice non riuscendo a trattenersi.
Si immobilizzò all'improvviso per qualche secondo. Qualcosa negli occhi affilati del ragazzo la colse alla sprovvista. Il colore poi, paragonabile soltanto al diopside russo, non poteva essere vero. Troppo magnetici e troppo surreali per gli esseri umani. Peccato che uno con occhi del genere debba avere anche un caratteraccio tale...
STAI LEGGENDO
La sguattera
Fantasy1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se così si può definire essere orfana, vivere in un convento di suore, con un gatto parlante come unico...