Nel pomeriggio Berenice arrivò nella sala da ballo nel momento in cui Otis era in procinto di piagnucolare dinnanzi a Dafni. La sala era deserta, a differenza del resto dei corridoi circostanti, affollati di servitori intenti a preparare tutto per la serata. Sicuramente non stavano badando a spese per il ballo. Berenice notò subito i due stemmi dei collegi, appesi in alto sulla parete. Non le ci volle molto per capire che rappresentavano i due animali simboli dei due popoli, il leone e l'orso.
Berenice si avvicinò ad Otis e gli chiese, con un tono più brusco del previsto: «Che hai?»
Nelle ultime settimane a Chentburry avevano lavorato insieme in diverse occasioni e sebbene Berenice non si sentisse di considerarli degli amici, svolgere le faccende in loro compagnia era sicuramente più sopportabile che farle da sola. Ovviamente quando non bisticciavano tra loro, o spettegolavano a più non posso.
«Pensa che il re, da quello che dicono a corte, si è ritrovato svariate volte delle donnuccole alle porte del castello in lacrime con la pancia rigonfia» le aveva detto una volta Dafni parlando di Paride. «Sostenevano che portavano l'erede illegittimo della casata dei Monreei. Sinceramente, non ho mai saputo se queste dicerie fossero vero. Ciò che è certo però è che il principe non si è mai preoccupato più di tanto di nascondere le sue avventure e tutti a corte sanno che gli piace circondarsi di belle donne e non soltanto di signore.» Da allora, ogni volta che Dafni apriva bocca, Berenice cercava di schermarsi l'udito.
«Non voglio servire stasera al ballo» piagnucolò Otis in quel momento, tirando su con il naso. «È il ballo con gli Oscuros, hai idea di quanto siano diabolici quegli esseri?» strizzò un occhio, come se avesse un tic. «Ho chiesto alla sorvegliante se potessi fare il doppio turno l'indomani e sai cosa ha risposto?»
Berenice si appoggiò al muro alle sue spalle, alzando un sopracciglio in risposta.
«Che per questa mia impertinenza lo farò lo stesso domani il doppio turno!»
«Cosa ti aspettavi?» domandò Berenice. «Stiamo parlando della donna più crudele al mondo.»
Otis tirò su con il naso. «Crudele è farmi servire quegli esseri abominevoli. Sicuramente faranno qualcosa stasera. Ho come una strana sensazione.»
Dafni scosse il capo. «Non puoi cercare di rilassarti?» gli domandò, sistemandosi una ciocca di capelli che le era sfuggita dalla cuffietta.
Berenice per la prima volta non poté che essere d'accordo con lei. «C'è sempre qualcosa che ti fa paura, come fai a vivere così?»
«La paura è esattamente ciò che mi ha sempre salvato la vita.»
«Che senso ha una vita vissuta a temere gli altri?» domandò Berenice. «Affronta le tue paure di petto e vedrai che queste non saranno poi così insormontabili come pensavi.» Fece scivolare lo sguardo verso le vetrate, dove degli studenti in giardino stavano passeggiando. Si domandò se quelle parole fossero davvero un consiglio per Otis o più per sé stessa.
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La sguattera
Fantasy1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se così si può definire essere orfana, vivere in un convento di suore, con un gatto parlante come unico...