Continuo quattordicesimo capitolo
Berenice atterrò sulla prima pietra sopraelevata all'Anfiteatro. Si fermò per riprendere fiato mentre alle sue spalle gli ultimi metri rimasti dell'arena crollavano. Si accovacciò per terra, aggrappandosi alla pietra, incredula per ciò che aveva appena fatto.
Quando volse lo sguardo verso il resto del percorso, scorse gli altri studenti molto più avanti di lei. Non le importava se si trattasse di una gara di velocità o altro: per lei l'unica cosa che contava era arrivare alla fine del percorso sana e salva. Nemmeno era una studentessa di Chentburry! Non aveva la minima idea del perché si trovasse lì, ma su una cosa era certa: Il karma doveva avercela con lei ultimamente. Le piovevano addosso una sventura dopo l'altra!
Un senso di rabbia e frustrazione la attanagliò. Era stata catapultata in quella folle prova contro la sua volontà, costretta ad affrontare pericoli mortali e a confrontarsi con studenti che avevano anni di allenamento alle spalle. Strinse i pugni lungo i fianchi, con un urlo di frustrazione nella gola.
Non voglio morire così.
Inizio a salire una lunga scalinata di pietra ripida e sconnessa, senza avere il coraggio di guardare in basso. Si chiese quanto sarebbe stato doloroso un possibile impatto con l'oceano da quell'altezza. Si chiese se sarebbe morta. Scacciò rapidamente dalla mente quei pensieri. Doveva restare concentrata se non voleva cadere.
Dopo aver scalato con fatica un primo piano rialzato, si issò con forza sulla piattaforma, cercando con lo sguardo di scorgere la fine del percorso. E fu in quel momento che capì in cosa consistesse realmente quella prova. Vide un ragazzo a cavalcioni su una ragazza, le mani sul suo collo mentre tentava di... strangolarla. Senza alcuna pietà.
Berenice rimase senza fiato, paralizzata dall'orrore.
Alzò lo sguardo e si accorse che quella non era una semplice prova di resistenza fisica. Ad ogni livello, gli studenti non si limitavano a gareggiare per raggiungere la cima il più velocemente possibile. Tutt'altro, tentavano brutalmente di far cadere gli avversari nel vuoto sottostante.
La ragazza perse improvvisamente la presa. Il suo rivale sopra di lei, senza alcun tipo di esitazione, la spinse giù con un violento calcio al fianco. L'urlo della ragazza echeggiò per una sessantina di metri, prima di essere inghiottito dal fragore delle onde che si infrangevano contro gli scogli.
In quel momento Berenice incrociò lo sguardo del ragazzo. Vide una furia animale nei suoi occhi. Balzò indietro dalla paura, terrorizzata. Guardò in avanti verso il nuovo ostacolo: una fune penzolava nel nulla, fungendo da carrucola per raggiungere il livello successivo. Senza pensarci fece un balzo, aggrappandosi con tutta la forza mentre la fune scorreva lungo un filo invisibile, oscillando pericolosamente nell'aria.
Berenice sentì il corpo ruotare, lo stomaco sembrò sul punto di capovolgersi. Ma a pochi metri, prima di raggiungere l'altra sponda, scorse chiaramente qualcuno che l'attendeva dall'altra parte.
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La sguattera
Fantasy1º libro della saga dei Regales La sedicenne Berenice è sempre stata una ragazza normale, con una vita monotona e terribilmente noiosa. O almeno se così si può definire essere orfana, vivere in un convento di suore, con un gatto parlante come unico...