6. Stephen [♡]

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Kurt era di fronte a lei, in una stanza tutta nera, illuminato da una luce rossa.

"Vuoi il mio sangue, vero?" disse Kurt piegando la testa di lato, esponendo il collo. "Posso dartene di più, tutto il sangue che vuoi..."

Ruenne lo tirò a sé e affondò i canini nel suo collo e bevve quel sangue perfetto per lei. Il calore riscaldò la gola e la pancia, rendendola forte e potente. Si staccò e si guardarono negli occhi per un attimo e poi iniziarono un bacio appassionato accompagnato da loro che si strappavano i vestiti a vicenda.

Aprì gli occhi con la gola secca e il desiderio pesante del sangue di Kurt specificamente, dannazione era riuscito perfettamente ad abbattere le sue difese con una semplice mossa. Forse non era solo sangue ciò che voleva da Kurt, ma non avrebbe aperto quel capitolo sotto nessuna circostanza.

Scese e riuscì a beccare Stephen che cenava, bevve la sua bottiglia di sangue e nascose le smorfie di disgusto, ma non avrebbe ceduto un'altra volta a Kurt.

"Buonasera Stephen." Si sedette di fronte a lui.

"Buonasera Ruenne, hai dormito bene?"

"Come un morto."

Stephen scoppiò a ridere. "Ti senti più a tuo agio col fatto che sei una vampira?"

Ruenne fece una smorfia. "No, ma devo perché non posso tornare indietro."

"Come ti senti riguardo a tutto quanto?"

Sospirò. "È difficile da descrivere, mi sento come se fossi congelata nel tempo, tutti vanno avanti, persone nasceranno, cresceranno e moriranno e io resto nello stesso posto."

Stephen strinse le labbra. "So che è difficile, ma vedrai che un giorno tutto si sistemerà. Tu fai parte di questo mondo, perché esisti, ne sei consapevole e sei qui con noi."

Rue annuì poco convinta. "Hai altro tè che posso bere? Oggi la mia mente non è al posto giusto."

"Come mai?"

Rue contemplò parlarne o no, ma sputò il rospo. "Kurt... Ha fatto qualcosa."

Stephen sgranò gli occhi e strinse i pugni.

"Ha chiesto scusa, ma comunque mi ha scombussolata e adesso..." Fece una pausa.

"Cosa ha fatto?"

"Si... si è tagliato il braccio, e mi ha messa con le spalle al muro praticamente, alla fine ho bevuto. Solo un pochino. Non ho potuto resistere, e adesso non penso ad altro. Poi mi sento in colpa perché avevo deciso di non farlo mai più dopo..." Iniziò a sussurrare. "L'omicidio che ho commesso."

"Lo commetto io un omicidio oggi, quel mascalzone lo ammazzo!"

"Se non lo faccio prima io."

Stephen ghignò e si alzò. "Preparo il tè... Vuoi che gli parli?" Mise l'acqua a bollire.

"No, no. Voglio diventare più forte e riuscire a resistere e dargli un bel pugno in faccia se necessario."

"Connor ha una palestra, puoi andare da lui se vuoi." Poggio una tazza di fronte a lei. "Allena un gruppo di ragazzi la sera, ti scriverò l'indirizzo."

"Certo, grazie."

"Come mai sei ancora sveglio?""Uno dei cavalli non sta bene e voglio andare a controllare."

"Oh, posso venire anch'io?"

"Certo."

***

Andarono in una fattoria vicino a un enorme prato recintato, Stephen le aprì il cancello ed entrarono dove c'erano i cavalli. Erano tre sezioni con un cavallo ciascuno. Uno color miele, uno tutto nero e uno marrone. Si avvicinò a toccare quello marrone e il cavallo si fece accarezzare senza proteste.

"Kurt ha fatto qualcosa di buono oggi, almeno. Ha pulito e dato da mangiare ai cavalli" disse con una smorfia.

"Quale cavallo sta male?"

"Quello che stai accarezzando, Fantasma."

"Fantasma?"

"Sì, perché è silenzioso."

Rue ridacchiò, poi osservò bene il cavallo e chiuse gli occhi. Ascoltò il battito del cuore, era forte e sano. "Sembra star bene."

Stephen si avvicinò e diede una mela a Fantasma, il cavallo lo divorò. "Hai ragione, si rifiutava di mangiare ieri e pensavo avesse problemi di stomaco, ma ora questo ragazzone sta bene. Vuoi cavalcare?"

"Non credo di averlo mai fatto prima, ma sì lo voglio fare."

Stephen tirò fuori dal proprio scompartimento il cavallo color miele. "Lei si chiama Sugar ed è tranquilla quindi andrà bene per la prima volta." Stephen posizionò la sella e l'allacciò.

"Sugar perché è dolce?"

"Esatto."

Ruenne rise ancora.

"Salta su, devi tenere qui e spingere il tuo peso in alto."

Ruenne provò senza riuscire a salire, riprovò spinta da Stephen, era più forte di quanto si aspettasse e quasi cadde dall'altra parte, ma riuscì a salire. Sugar nitrì lievemente e fece qualche passo indietro.

"Voglio scendere..." Essere sul cavallo era troppo strano, l'animale era alto e vivo sotto si lei, la cavalla poteva impazzire e farla cadere perché aveva una mente propria.

"Mantieni la calma, i cavalli sentono la paura. Non devi avere paura, terrò le redini e la guiderò, facciamo un giro fuori."

"Sto per mettermi a urlare."

Stephen rise e iniziò a uscire dalla stalla, fece un giro del recinto tirando Sugar. Rue aveva il vento tra i capelli e osservava il bel cielo stellato, si sentiva stranamente rilassata e trovava piacevole del tempo con Stephen.

"Te la senti di fare un altro giro?"

Lei annuì. "Voglio provare da sola."

Il lupo sorrise e le diede le redini. "Schiena dritta e tieni bene le redini, ricorda, tu comandi non lei. Colpiscila delicatamente col tallone per partire e tira le redini per fermarla."

Rue colpì delicatamente Sugar e lei partì, la spronò per andare leggermente più veloce, fece tre giri da sola sotto la supervisione del lupo e le piacque cavalcare. Lo avrebbe fatto di nuovo se avesse trovato i cavalli svegli come quella notte.

"Molto bene."

Rue scese e quasi si ruppe una gamba, sarebbe guarita in fretta comunque, ma sarebbe stato molto doloroso.

"Bene, ma non benissimo."

Ruenne rise del cambiamento repentino. "Ci devo solo prendere la mano."

"Dopo tanta pratica." Si misero in cammino per tornare a casa.

"Già..." Si strofinò il collo con un mezzo sorriso. "A proposito, chi era Ruenne?"

"Ruenne è la leggendaria origine dei lupi mannari, era una donna guerriera che aveva giurato di difendere i deboli e così fece per anni, ma non poteva sconfiggere ogni nemico, questo è impossibile. Così durante una notte di luna piena, si mise in ginocchio e pregò la luna di donarle l'abilità di rafforzarla. La luna apparse, personificata in una donna bellissima che risplendeva argentata. Rispose alla preghiera di Ruenne e le diede l'abilità di diventare una lupa. Si dice che la nostra stirpe sia iniziata così."

"Non credo di meritare il nome di una donna così incredibile."

"Sapevo che lo avresti detto, per questo ti ho raccontato la storia ora che il nome ha attecchito."

Ruenne sorrise. "Non riesco nemmeno a immaginare di aver avuto un altro nome e un'altra vita."

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