Qualche notte dopo Ruenne si sveglio’ senza energia, aveva una fame che la stava facendo impazzire e non riusciva ad allontanarsi abbastanza da trovare del sangue da un ospedale. Dante la stava aiutando Rue con tutti gli strati degli abiti. La stava aiutando a stringere i lacci del corsetto con lentezza estenuante e riusciva a stento a stare in piedi. Rue pensava che a lui piacesse vestirla come se avesse una bambola con cui divertirsi con vari abiti e vestiti.
“Mi hai mentito” disse con noncuranza.
“Non so di cosa parli.”
"Perché non hai bevuto il sangue a quel ragazzo?" Chiese dalle sue spalle lentamente con voce calma e calcolata.
Rue non rispose, non voleva dire niente, ma a lei non piaceva bere dagli umani, quando poteva controllare la sua fame. Con Kurt non riusciva mai a controllarsi, ma non gli piaceva pensare a lui in presenza di Dante, aveva paura di essere scoperta. L'unica cosa che la teneva al sicuro da lui era la sua 'innocenza'.
"Sai cosa gli succederà? Verrà brutalmente finito, perché fai i capricci."
Rue si sentì soffocare, aveva evitato di bere da lui per non ucciderlo, quello lo aveva messo in pericolo. Non riusciva proprio a evitare di essere una portatrice di morte.
“Questo succederà ogni volta che ti rifiuti di bere il sangue di uno di quegli umani, non permetto queste insubbordinanze” disse a denti stretti stringendo il corsetto fino a farle male. “Perché devi sempre rendere le cose difficili?”
“Perdonami e non ucciderlo questa volta.”
“Va bene, ma prossima volta ucciderò il donatore.”
"Posso… bere il sangue degli animali?" Chiese Rue con la vocina.
Dante fece una smorfia di disgusto e la guardò accigliata. "Perché ti ostini a respingere la tua natura?"
"Non posso bere sangue umano." La voce le si ruppe e scosse la testa. “Non riesco proprio, mi dispiace tanto per quel ragazzo, ma non ce la posso fare, non posso proprio.”
"Che cosa è successo?"
Ruenne abbassò lo sguardo con le mani che iniziavano a tremare. Non gli piaceva pensare all'omicidio che aveva commesso.
Dante si piazzò tra lei e lo specchio e ripeté la domanda.
Rue serrò le labbra e poi riuscì a confessare tra le lacrime. "Ho ucciso qualcuno." Sì coprì il viso e singhiozzo’.
"Come è successo?"
Rue non riusciva nemmeno a parlare. "Quando mi sono svegliata dalla trasformazione… Io… ho…"
"Tranquilla." Dante le accarezzò le braccia e la guardò dolcemente. "È colpa mia sarei dovuto restare con te, ma pensavo di averti uccisa dopo la prima notte."
Rue abbassò le braccia. "Posso avere sangue di animale? Ti prego." Chiese a voce bassa.
Dante abbasso’ lo sguardo e scosse la testa. “Ti manderò una donatrice adesso, e tu berrai.”
“Ma…”
“Non testare la mia pazienza, sei una vampira e le vampire devono bere sangue per sopravvivere. Ho fatto di tutto per averti al mio fianco non ho intenzione di perderti. Non sarò il protagonista della tua routine.”
Quale routine?
“Dante…” disse disperatamente, col cuore pesante. “Non posso.”
Dante fece chiamare una donatrice e la lascio’ da sola con lei. Rue la morse, ma non bevve nulla.***
Mentre riceveva doni dai vampiri pensava al fatto che si ricordava di aver attirato solo due ‘uomini’ in vita sua, ed erano entrambi ossessionati. Era una ragazza decente, non era insicura per il suo aspetto, ma l’ossessione non era giustificata. Soprattutto quella di Dante.
Ringrazio’ la vampira che le aveva dato dei gioielli bellissimi e abbasso’ le palpebre solo per un attimo.Cassandra era pronta per entrare in pista, di nuovo. Si era allenata fino allo sfinimento e aveva anche sostenuto un infortunio, ma avrebbe pattinato comunque. Pattino’ fino al centro della pista e si mise in posizione. La storia che avrebbe raccontato era di una vampira che aveva perso il suo compagno e danzava per esprimere l’eterno sconforto della mancanza del suo amore perduto. La musica era come un coro angelico con note tristi e inquietanti.
Rue era sulla pista da ghiaccio ad allenarsi, continuava a cercare di girare quattro volte e a cadere ancora e ancora e ancora. Lacrime calde rigarono le sue guance mentre batteva un pugno sul ghiaccio. Singhiozzò piano, se continuava in quel modo non sarebbe mai riuscita a qualificarsi per le olimpiadi. Si alzò a fatica e sentì qualcuno premersi contro la sua schiena. Si girò e si ritrovò un uomo alto, tanto bello da farle perdere il fiato. La guardava in silenzio senza dire nulla. Rue aveva le lacrime agli occhi per il suo costante fallimento, e non voleva mostrare quel lato di sé a quel bel sconosciuto. Aspetta, era da sola nella palestra con quel tizio, doveva essere spaventata ma non lo era. Si guardò intorno e poi tornò a posare gli occhi su di lui. L'uomo l'asciugò le lacrime con il pollice.
"Chi sei…"
"Ssshhh…" Lo sconosciuto l’attirò a sé e iniziarono a pattinare insieme, erano così in sincronia che sembrava che pattinassero da sempre. L'aiutò con i salti, le giravolte e tutte le altre acrobazie.
Le sue mani tenevano il suo corpo con delicatezza e certe volte sentiva le sue labbra solleticare il collo, il suo corpo la sosteneva con una mano sola e la faceva sentire leggera come l'aria. Alla fine l'abbracciò.
"Questo inseguimento della perfezione ti può distruggere…" sussurrò passando la mano sul fianco indolenzito.
"Devo farlo se voglio vincere."
Lui la guardo’ con un dispiacere che le spezzo’ il cuore. "Meriti molto di più di tutte queste lacrime e sacrifici."
"Ad esempio?"
Lui sorrise quasi impercettibilmente con lo sguardo perso. "La storia che racconti sul ghiaccio, mi ha commosso…"
Lei non seppe cosa dire per un momento. "Grazie, vuol dire che sto facendo la cosa giusta."
"Pero’ devi smetterla di mettere a repentaglio la tua salute."
Non l’avrebbe fatto! Aveva perso due olimpiadi, entrambi per dei stupidi infortuni, questa era la sua ultima opportunità prima di doversi ritirare. "Non posso permettermelo al momento."
Lui si scostò e scosse la testa, si avvicinò così tanto che Rue per un attimo pensava che sarebbe stata baciata da lui, non si spostò di un millimetro. Non sapeva perché ma era rilassata e non aveva paura di lui, poi sparì e Ruenne non si ricordò più di nulla.Riapri’ gli occhi e torno’ nel presente, a quanto pare era passato solo un attimo. Guardo’ Dante che aveva gli occhi sulla donna che le aveva donato i gioielli. L'uomo, no, il vampiro che pattinava con lui. Chi diamine era quel vampiro che aveva accanto?
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longing, Desire, HUNGER!
Manusia SerigalaUna ragazza si sveglia nella terra ed esce con occhi rosso sangue, denti acuminati e una sete implacabile... Spaventata dalla sua fame e dai pensieri violenti, scappa fino a incappare in un vecchio lupo mannaro, Stephen, che la accoglie nella sua co...