Ruenne porto' la sacca di sangue alla bocca e cerco' di bere tranquillamente, ma la fame ebbe la meglio e si ritrovo' a succhiare tutte le sacche portate dal ragazzo in un attimo. Mugugno' soddisfatta e respiro' affannosamente dopo aver finito. La cosa le ricordava Kurt, le mancava tanto e il ragazzo che le aveva portato il sangue era biondo come lui, ma la somiglianza si limitava li', lui era più snello e androgino. Quando si avvicinò a prendere il contenitore i loro occhi si incontrarono per un momento e lui fece un sorriso cortese, poi guardo' Dante abbasso' gli occhi e se ne andò.
Lui aveva una mano attorno alla sua vita possessivamente, le stava sempre addosso ed era sempre troppo vicino. Giro' la sua testa verso di lui e avvicino' il viso, ma lei si ritrasse. Non aveva nessuna voglia di baciarlo, abbracciarlo o essere vicina a lui in generale.
"Sei proprio un angelo Cassandra, pura e innocente."
Ci volle tutta la sua forza per non mostrare il suo stato d'animo e non pensare a Kurt e a cosa aveva fatto con lui, distolse lo sguardo e fisso' il vuoto.
"Non vedo l'ora che ti abitui a stare con me, cosi' possiamo essere una famiglia..." Le diede un bacio sul collo e lei si ritrasse stringendosi nelle spalle. Lui ridacchio' e si alzo'. "Andiamo."
Rue esito', non sentiva di essere pronta ad andare alla festa. Troppi sconosciuti, troppe nuove esperienze.
"Possiamo restare qui ancora un minuto?" chiese.
"Certo, possono aspettare." Si inginocchio' di fronte a lei. "Va tutto bene?"
"Non voglio andare alla festa."
Lui rise incredulo. "Cosa? E' la tua festa di benvenuto, non può mancare l'ospite d'onore."
"Lo so, ma..."
"Ho organizzato tutto secondo i tuoi gusti, lo adorerai."
"Non mi ricordo cosa sono i miei gusti, Dante" disse. "Non sono più la ragazza di cui ti sei innamorato, questi mesi col branco mi hanno cambiata molto..."
"Tutti cambiamo e' normale."
Scesero al piano di sotto ancora vuoto e sfociarono nel giardino dove si svolgeva la vesta. Il tema era cielo notturno stellato, c'era uno spicchio di luna gigante con delle nuvole attorno e strisce di lucine dappertutto. Erano tutti attorno a una pista da ballo e aspettavano la loro entrata dall'arco di fiori e luci.
"Dobbiamo aprire le danza."
"Certo." Lo segui' al centro della pista domandandosi se sarebbe riuscita a riconoscere quelli che l'avevano vista nuda. Dante guido' la danza mentre musicisti suonavano dal vivo per loro due, poco dopo gli altri vampiri si unirono a loro. Non alzava la testa per guardarlo anche se i loro corpi erano uniti, e molto vicini. La sua mano era fredda, e il suo viso più pallido di sempre. Forse era affamato e forse lo avrebbe visto bere del sangue da qualche donatore... Era troppo presto per giudicare ma non riusciva proprio ad accettare di fare parte del branco, non le piaceva per niente. Almeno ballava bene il valzer e non si sarebbe messa in ridicolo davanti a quegli occhi che la studiavano e la giudicavano.
"Cassandra."
"Si'?"
"Va tutto bene?"
"Si'."
Lui corrucciò la fronte. "Dimmi cosa c'e' che non va..."
"Non mi sento a casa qui con loro" spiego' onestamente. "Mi sembra tutto cosi' freddo e distante..."
"Sei appena arrivata, presto ti abituerai a noi e ce la farai." Le sorrise e si abbasso' a sussurrarle all'orecchio. "Devi solo permetterci di amarti."
Rue non rispose, la danza fini' e tutti s'inchinarono a Dante.
"Che cosa sei per loro?" bisbiglio'.
"Sono il principe di questo clan."
Rue fece finta di capire e si sedette accanto a lui su quei troni rialzati, numerosi vampiri vennero a portarle dei doni e a darle il benvenuto e lei fu ben consapevole del fatto che non piaceva a nessuno di loro. I loro sorrisi erano ampi e forzati, i loro visi erano rigidi e inquietanti. Le portarono abiti, vestiti, gioielli e donatori di sangue.
"Sono pronti a morire per donarti il sangue" disse una delle vampire con grandi occhi rossi. "Provalo, principessa."
"No, grazie." Sorrise in modo calmo per nascondere la tempesta in se', immagini dei suoi due omicidi le invasero la mente. Guardo quel giovane ragazzo, sembrava drogato e non si reggeva nemmeno in piedi da solo, gli occhi erano velati e sembrava felice.
"Insisto."
Dante fece un gesto. "Portalo da me, non mi sono ancora nutrito."
La vampira fece un inchino e gli diede il ragazzo, Rue tenne gli occhi di fronte a se', ma lo senti' morderlo, bere il suo sangue e lasciarlo ricadere ai suoi piedi quando fini'. Il cuore del donatore non batteva più, lo aveva ucciso. Inizio' a sentire lo stomaco torcersi e la nausea assalirla, si alzo' sotto lo sguardo di tutti e con passi affrettati torno' nella villa. Trovo' la sua stanza e si chiuse all'interno. Corse in bagno a lavarsi il viso per calmarsi un attimo ma non sentì nessun sollievo. Non poteva continuare a vivere in quel mondo, non era per lei. Strinse il lavandino e abbasso' la testa. Voleva tornare da Stephen con tutti il cuore, pensare a lui la faceva soffrire e voleva scoppiare in lacrime.
Qualcuno busso' la porta, dopo un profondo respiro apri' e vide Dante di fronte a lei.
"Ti ha dato fastidio l'uccisione del donatore?" chiese freddamente.
"Si', non mi piace assistere a cose del genere?" rispose con altrettanta freddezza. "E' un problema per te?"
"Siamo vampiri, cosa ti aspetti?"
Rue sospiro' e scrollo' le spalle. "Non voglio litigare, sono stanca."
Lo supero' e andò a sedersi sul suo letto, si contorse per togliersi il corsetto e lo butto' sul pavimento.
"La festa e' appena iniziata."
"Non ci voglio andare" tolse la gonna e rimase in sottoveste, Dante si inginocchio ai suoi piedi e l'aiuto a togliere le scarpe. "Ti perderai la parte migliore, ma posso rifarlo. Penso di averti buttata nella mischia troppo presto, ma non puoi continuare a evitare di usare i donatori."
"Non userò i donatori."
Dante sorrise. "Lo so che sei il mio angelo puro, ma bere dai donatori non e' una cosa sessuale."
"Non m'interessa, non voglio farlo."
Dante rimase sereno e si sedette vicino a lei, le accarezzo' la gamba attraverso il tessuto bianco e leggero della sottoveste. "Riproveremo domani."
Prese il suo mento e giro' il suo viso verso di se', avvicinò le labbra alle sue e le diede un bacio a stampo. Rue rimase rigida e combatte' l'istinto di allontanarsi da lui. "Angelo mio, devo andare, ho degli ospiti da intrattenere. Se hai bisogno di qualsiasi cosa, chiamami e verro' da te" sussurro' prima di andarsene.
Rimase distesa a letto ma girarsi i pollici, mentre sentiva gli altri festeggiare la' fuori, non sapeva come sentirsi a riguardo. Era molto annoiata, ma preferiva stare nella villa da sola invece che essere in mezzo a quei sanguisuga... Anche lei era una sanguisuga non doveva dimenticarselo, mai. Sbircio' fuori dalla sua porta e quando non vide nessuno usci' a esplorare la villa. Inizio' dal piano superiore, con una cucina che non veniva mai utilizzata, numerose stanze ben decorate e il soggiorno, con un grosso dipinto di Dante. Poi sali al piano di sopra, altre camere da letto e una porta che non si apriva, forse la stanza del principe non ne era certa, concluse il suo giro in biblioteca. Aveva ancora molto da vedere, ma non le andava più di gironzolare.
Vide qualche dipinto di se stessa sul ghiaccio, tra gli scaffali di libri, non ricordava nemmeno di averlo fatto. Si sedette su una poltrona comoda e accese con la propria candela quella vicino a lei. Lesse un libro casuale su una storia d'amore, non sapeva che Dante fosse uno da libri romantici, ma dal modo in cui si comportava era quasi ovvio.
Vide un ombra dietro di se' e percepì una presenza, per fortuna la bambina usci' subito dall'oscurità prima di farle venire un infarto.
"Ehi" disse dolcemente alla creaturina, doveva avere intorno ai sei, sette anni.
Lei fece un inchino goffo con le sue gambine. "Principessa."
Aw, quanto era carina, ma vedeva bene, le zanne risplendere.
Si chiese se fosse stata trasformata cosi' giovane o fosse nata vampira. Venne a sedersi di fronte a lei e uni elegantemente le gambe in grembo.
"Come ti chiami piccola?"
"Sono Estelle, principessa."
"Non essere cosi' formale."
"Ma sei la compagna del principe, mamma ha detto che devo essere molto rispettosa."
"Non preoccuparti, non sono una che ci tiene a queste cose, non mi considero una principessa" Le sorrise dolcemente. "Come mai sei in giro da sola?"
"Non mi piace tutto quel rumore."
"Nemmeno a me, ti va di farmi compagnia?" chiese delicatamente.
La bambina annui' e lei si alzo' a cercare qualche pezzo di carta e delle matite da darle. Trovo' dei fogli, ma solo penne a inchiostro, se lo fece andar bene. Lesse il libro mentre Estelle disegnava dei fiori. Che pace, adorava quella calma, anche se un senso di pericolo continuava a incombere su di lei. Non seppe dirsi se fosse paranoia o questione di abitudine. Le ricordava le serate che passava con Stephen, dove guardava la televisione mentre lei leggeva un libro o giocava col suo computer.
Dopo un paio d'ore senti' la voce di un uomo chiamare Estelle ed entrare nella biblioteca. "Signorina Estelle, tua mamma ti sta cercando!"
"Mi dispiace ora torno da lei, arrivederci principessa Cassandra."
"Arrivederci."
La bambina corse via, ma il ragazzo rimase, s'inchino' e si presento'. "Principessa, sono Victor, l'assistente del principe. Resterò con voi per sicurezza se non vi dispiace."
Aveva i capelli neri corti, e un uniforme dello stesso colore, gli occhi erano blu scuro e gentili. Sembrava intimidito da lei, cosa che trovava molto strana, sopratutto dopo aver vissuto con lupi.
"Prego siediti."
Lui esito'.
"Per favore."
Lui si sedette e stettero in silenzio per un po'.
"Toglimi una curiosità, come sono nati i vampiri?"
"Ci sono numerose leggende, ma ce n'e' una che e' la mia preferita. Volete che ve la legga?"
"Non darmi del voi."
Lui si guardo' intorno a disagio. "Scusa."
"Non ti preoccupare, mi piacerebbe molto sentire di questa leggenda."
Lui si alzo' e prese uno dei libri poi torno' a sederti.
"Perché e' la tua preferita?"
"Perché si tratta di amore tra fratello e sorella, puro e incondizionato anche se non sono legati dal sangue. Ho una sorella, non siamo nati dagli stessi genitori, ma le voglio bene come se lo fosse e questa storia sembra la nostra."
"Capisco cosa intendi." Stephen era suo padre, anche se forse da qualche parte aveva veri genitori, ma non avrebbe mai dimenticato Stephen.
Lui sorrise radioso. "Comincio?"
"Prego."
"I primi vampiri sono nati dall'amore e dal sangue, quello che si ha per una famiglia. Adalina era una ragazza di umili origini, viveva in un villaggio ed era la figlia di un fabbro. Durante la sua infanzia il suo villaggio venne attaccato e perse tutta la sua famiglia. Trovo' un bambino poco più piccolo di lei, Cyrus, e crebbero insieme come fratello e sorella. Ci fu un altro attacco molti anni dopo e suo fratello venne ferito gravemente. Adalina strinse forte suo fratello e pianse senza ritegno. Si dice che il suo pianto fosse udibile sopra le urla, il clangore di spade, i cavalli e l'incendio. Il sangue del fratello bagnò la terra mentre lei gridava al vento 'salvatelo, vi prego salvatelo'. Un demone sentì la sua voce dalle profondità degli inferi e rispose alla sua richiesta. 'Fanciulla' disse. 'Cosa sei disposta a dare per tuo fratello.' E lei rispose 'Tutto' con la voce rotta dal pianto. 'Salvalo e basta'. Il demone chiese le loro anime in cambio di una vita notturna ed eterna, insieme per sempre. Non avrebbero più avuto paura, non sarebbero più stati deboli, ma non avrebbero più' visto la luce del sole. Adalina acconsentì. Lei morì e rinacque con suo fratello come creature notturne. Le lacrime di gioia della ragazza erano rosso sangue, ma non le importava, aveva riavuto suo fratello. Furono in grado di creare altri, e altri fino a diventare numerosi come lo siamo ora."
"Affascinante, anche io ho persone che amo come se fossero la mia famiglia." Fece una pausa e contemplo' fare quella domanda per un po'. "Hai trasformato tua sorella?"
"Si', poco dopo la mia trasformazione. Era malata e la sua famiglia non poteva permettersi le cure..."
"Siete felici?"
"Si'" annui'. "Abbiamo una posizione onorevole in questo clan e abbiamo una vita mille volte più bella dei nostri migliori sogni."
"Bene." Forzo' un sorriso.
"Tu sei felice?"
"Dovrei." Non sapeva se poteva fidarsi di lui, ma una mezza verità non l'avrebbe messa nei guai se fosse una spia di Dante. Parli del diavolo, spunta Dante. Apri' la porta della biblioteca e si stampo' in faccia un sorriso passivo aggressivo.
"Victor, cosa ci fai seduto di fronte a Cassandra?"
"Sono stata io a chiederlo, mi stava leggendo la leggenda della nascita di vampiri, una di esse almeno."
Lui corruccio' la fronte. "Quale?"
"Adalina e Cyrus."
"Oh." Sembro' rilassarsi. "La sua preferita."
"Se volete scusarmi." Victor s'inchino' e se ne andò in fretta.
Rue non sarebbe riuscita a vivere in quel modo...
![](https://img.wattpad.com/cover/320059840-288-k846733.jpg)
STAI LEGGENDO
longing, Desire, HUNGER!
Manusia SerigalaUna ragazza si sveglia nella terra ed esce con occhi rosso sangue, denti acuminati e una sete implacabile... Spaventata dalla sua fame e dai pensieri violenti, scappa fino a incappare in un vecchio lupo mannaro, Stephen, che la accoglie nella sua co...