37. Sete [♡]

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La sera seguente Dante entro' con un ragazzo nervoso e tremante. Aveva le mani di fronte a se', e la testa abbassata. Aveva i capelli lunghi e ricci vestito con un semplice dolcevita e pantaloni neri.
"Principessa." Fece un inchino.
Era stufa di tutti che s'inchinavano al suo cospetto, non era una principessa, era semplicemente Rue, oppure Cassandra. A seconda di dove si trovava...
Si tiro' la coperto al collo. "Non sono pronta... Sono in camicia da notte."
Dante cinse le spalle del ragazzo e lo fece sedere vicino a lei, sul letto. "Non oserà guardarti, angelo mio."
"Perché non mi porti sangue dall'ospedale?"
"Il tuo appetito e' insostenibile..." Dante la guardo' con un ghigno.
Rue avvampo', non era vero, non beveva tanto sangue. Beveva tanto solo perché era abituata al sangue forte di Kurt. Fisso' Dante, nessuno si mosse per quello che sembrava un'eternità. La sua gola bruciava e quel ragazzo era davvero appetitoso, sentiva il suo sangue chiamarla. Non era intenso come capitava con Kurt, mischiato al suo desiderio sessuale e ai suoi istinti più primordiali, ma comunque le faceva effetto.
"So che sei molto timida, quindi vi lascio da soli." Uscì.
Rue e l'umano si guardarono a vicenda per quel che parve un'eternità. Ero terrorizzato, aveva gli occhi sgranati, il respiro pesante che alzava e abbassava il suo petto.
"Ti piace essere morso?"
"Si', mi pagano molto quindi non mi dispiace." rispose senza guardarla. "Specialmente quando devo essere morso da belle ragazze... Non dire a Dante che l'ho detto."
Rue prese il suo polso e fisso' le sue vene verdi attraverso la pelle. Ci passo' il pollice delicatamente. I suoi canini uscirono e senti' con precisione il battito del suo cuore. Per un attimo si perse nell'immaginare il sapore di quel sangue e la sua forza. Lo lascio' andare.
"Non lo faro' e non ti morderò."
Torno' a sdraiarsi e guardare il soffitto. "Dirai a Dante che l'ho fatto."
"Va bene, pero' lo scoprirà."
"Ci penserò quando arriva il momento."
***
Quella volta non fu Dante a occuparsi dei suoi vestiti e capelli, ma tre ragazze. L'aiutarono a vestirsi e a prepararsi per la giornata. La villa era piena di persone e molto vivace. Dante la raggiunse e la porto' in giardino. Era piena di rose rosse e nere, statue di marmo bianco e fontane. C'era una sua statua, vestita con un peplo, e una posa graziosa. Quel vampiro la inquietava sempre di più. Anche Kurt era ossessionato da lei, ma dopo l'iniziale fastidio lo trovava carino. Dante invece era spaventoso, sempre.
"Ho notato che sei molto distante con me, e vorrei parlarne per trovare una soluzione..." disse mentre passeggiavano tra le piante.
"Non lo so, l'unica cosa che ricordo di te e' la trasformazione. Sei stato violento e crudele con me e non so se riuscirò a superarlo. Ci vorrà tempo."
Stavano camminando verso il gazebo di metallo verde e vetro, c'erano piante all'interno, un tavolo, sei comodini con candelabri e due divani. Rue si sedette lontano da lui e lo osservo' sospettosa.
"Ho problemi di rabbia a volte, due secoli e non riesco a controllarmi... E' vergognoso, ho rovinato tutto." Abbasso' la testa intristito e per un attimo si senti' in colpa e dispiaciuta per lui. Era proprio una sciocca.
"Avevamo un bel rapporto, ma e' andato tutto a rotoli quella notte" bisbiglio'.
"Quel lato e' parte di te... Non potrei mai sentirmi al sicuro dopo quello..."
"Se riottenessi i tuoi ricordi..."
"Non penso che cambierebbe molto, mi ricordavo tutto quella notte, eppure avevo paura di te."
Dante la guardo'. "Voglio essere il tuo amico, confidente e amante, come lo eravamo prima."
Rue dubitava che fosse possibile, e il dubbio doveva essere evidente sul suo viso.
"Parlami della tua vita con Stephen."
Lei non riusci' a fare a meno di sorridere. "Lui e' il mio eroe, Dante. Si e' preso cura di me come se fossi sua figlia, anche se non e' sangue del mio sangue. La sua casa e' il mio posto sicuro, nella semplice bara di legno sotto il letto."
Dante era molto coinvolto nella storia. "Come ti ha trattata il resto del branco?"
"Bene, uno in particolare mi odiava, ma gli altri erano amichevoli o indifferenti." Disse pensando a Dan.
"Tutto bene?"
"Si', certo."
"Consideri lui la tua famiglia, vero?"
Rue annui'. "Si' e' la persona che amo di più al mondo, non amore romantico ovviamente."
"Dovevo essere io."
"Allora non dovevi farmi del male."
Lui si alzo' e urlo'. "E' successo solo una volta, e tu mi hai fatto perdere il controllo. Mi hai messo fretta e le cose sono andate storte."
Rue lo guardò arrabbiata e disgustata dal suo modo d'essere. Come avrebbe potuto stare con quel mostro? Distolse lo sguardo e incrocio' le braccia. Lo vide tornare a sedersi con la coda dell'occhio.
"Mi dispiace."
"Torno nella mia stanza." Rue si alzo' e ripercorse i suoi passi fino alla villa.
"Cassandra, scusami" disse Dante. Stava facendo una scenata davanti a tutti, ma non le importava. Era stufa di farsi urlare addosso, non c'era il livello di rispetto che doveva esserci tra di loro.
Il vampiro le cinse la vita e le tenne ferma. "Ascoltami, ti prego."
"Mi stai mettendo in imbarazzo!" bisbiglio' a denti stretti.
"Allora ascoltami." Le diede un breve bacio sul collo.
Rue si divincolo' fino a liberarsi e si giro' a guardarla. "Dimmi."
"Perdonami, ti prego, voglio solo che le cose tra di noi vadano bene." Le prese il viso tra le mani e le bacio' la fronte. "Mi fa infuriare il fatto che quei lupi sono più importanti di me, dopo il nostro passato."
La ragazza non rispose, non sapeva cosa dirgli senza farlo finire in un altro attacco di rabbia. Continuava a darle la colpa nonostante fosse lui quello che l'aveva quasi uccisa. Le pizzico' le guance, e si scosto' a osservarla.
"Non hai bevuto, vero?"
"Ho bevuto." Distolse lo sguardo'.
"Non abbastanza allora, perché sei molto fredda." Le tocco' la fronte.
"Staro' bene, non ti preoccupare" rispose sbrigativa. "Torniamo al gazebo."

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