40. Vicini? [♡]

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Alla fine della festa, Dante l'accompagno' nella sua stanza ed entro' con lei. Rue lo osservo' nervosamente chiedendosi cosa avrebbe fatto. Lui la guardava maliziosamente e nonostante sentisse il suo desiderio e il proprio, non era lui che voleva. Forse poteva chiudere gli occhi e immaginare Kurt, ma quando senti' il proprio stomaco torcersi capi' che non ce l'avrebbe fatta.

"Sento che sei molto nervosa" sussurro' accarezzandole il viso con una mano. "Non hai niente da temere."

La tiro' a se in una stretta salda e lei si senti' soffocare. Le sue labbra stavano quasi per posarsi sulle sue.

"Aspetta!"

Dante si fermo'.

"Ho delle domande."

Lui si sedette e Rue fece lo stesso.

"Perché mi hai trasformata?"

"Per amore e ora che abbiamo consolidato la nostra unione." Dante aveva gli occhi lucidi. "Ho aspettato questo momento da anni. Puoi concedermi almeno un bacio adesso?"

Le mani di Ruenne cominciarono a tremare, mentre lo osservava. "Non sono pronta."

Il vampiro appoggiò la fronte alla sua e chiuse gli occhi. "Certamente, angelo mio." Si scostò. "Il mio desiderio per te è sempre stato intenso. Ora che ho bevuto il tuo sangue riesco a malapena a controllarmi, ma terrò le distanze per ora."

"Uh..."

"Senti lo stesso vero?"

Ruenne tenne gli occhi sulle proprie mani. "Sì, ma non voglio farlo. Mi sento come se ti conoscessi lo sai."

"Eppure avevamo un legame genuino, c'eravamo sempre l'uno per l'altra" disse con lo sguardo distante.

"Lo so che mi ami ma..." Un forte mal di testa la interruppe e la sua mente vago'.

Sentì il vento soffiare, o la finestra si era aperta da sola oppure il suo ammiratore era venuto a trovarla. Non si girò per lasciarlo entrare e chiudere tutto in modo da far cadere la stanza nell'oscurità.

Si sedette sull'orlo del letto. "Sei qui" disse sbadigliando. Il giorno dopo era una domenica e non aveva molto da fare quindi non aveva bisogno di dormire presto.

Vide la figura cadere in ginocchio davanti a lei e abbracciarla, Cassandra lo strinse contro il proprio ventre.

"Va tutto bene?"

"No, angelo mio. Ho molti nemici e cercano di spodestarmi."

Sicuramente era metaforico, non parlava di essere un vero monarca, vero?

"Non posso essere vulnerabile con nessuno, perché aspettano solo che mi esponga per usarlo contro di me." Disse addolorato.

Cassandra passò la mano sui suoi capelli morbidissimi senza sapere cosa dire. Non sapeva a che cosa si stesse riferendo davvero. Sarebbe stato pazzesco se nascondesse la sua identità perché era un vero principe.

"So cosa si prova ad avere persone che tutti vogliono veder cadere, ma sono sicura che è perché sei migliore di tutti loro." Si abbassò a baciargli la testa.

Lo sentì piangere e lo confortò con parole gentili. "Non preoccuparti, loro ti odiano, ma hai me per sempre."

Lo sentì alzare la testa, gli tastò il viso e gli asciugò le lacrime.

"Andrà tutto bene."

"Vorrei tanto averti al mio fianco."

"Non posso essere lì di persona, ma sono qui con te." Gli toccò il centro del petto. "Vuoi sdraiarti con me per un po'?"

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