41. Abbandonata [♡]

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Celeste nella sala da relax con Rue, due donatori erano agli angoli. Celeste si era nutrita di uno di loro e lei aveva fatta finta, come faceva da giorni ormai. Il sangue di Dante l'aveva tenuta bene per un po' ma ormai era andata e lei era esausta. Victor era in piedi vicino alla porta.

"A quanto pare, una duchessa ha tradito il creatore ed e' stata esclusa dal clan."

"Cosa?"

"Già, i creatori hanno potere quasi assoluto sulla tua posizione sociale."

"Chi?"

"Lewis, l'ha colta con una delle guardie."

"Che le succederà?"

"Una vita là fuori, non il massimo ma nemmeno il peggio..."

"Chi voleva spodestare Dante?"

"Non parliamo di queste cose" bisbiglio'.

"Che senso ha essere la principessa se non so niente!" Sbotto'. "Scusami, non e' colpa tua. E' solo che..." Scosse la testa.

"Cosa c'e'?"

"Lui ha preso tutto da me, e mi ha portata qui. E non vuole dirmi perché mi ha trasformata proprio quel giorno. Mi dice che ci amiamo e forse era vero, ma tutte e' sfumato il momento in cui mi ha colpita cosi' forte che ho perso tutti i miei ricordi."

Gli occhi di Celeste erano tondi dall'orrore. "Non lo farebbe mai..."

"Ricordo solo la paura, il dolore alla testa e il sangue che mi colava sul viso." disse amareggiata. "E quando mi sono trovata finalmente una famiglia, sono di nuovo qui con lui, senza nemmeno sapere qualcosa della mia vecchia famiglia."

"Victor, tesoro, ci puoi lasciare da sole?"

"Sarò qui fuori per la vostra sicurezza, nulla di quello che direte verrà riferito a Dante." Lui fece un inchino e usci'.

"Lo ha dovuto fare perché alcuni rivali ti hanno scoperta."

"Rivali? Gli stessi che volevano spodestarlo?"

Lei annui'. "Ti hanno scoperta perché' lo hanno visto guardare la tua gara per le nazionali, e gli hanno mandato lettere anonime, con minacce. Volevano ucciderti se non avesse rinunciato al trono. Per questo ha dovuto trasformarti."

Rue rimase senza parole. "Quindi se mi avesse lasciata in pace, avrei potuto vivere la mia vita, vincere la mia competizione e basta. Non sarei mai stata in pericolo se lui non fosse stato cosi' egoista" disse a denti stretti.

Victor rientro'. "Il principe e' in arrivo."

Rue era troppo triste e arrabbiata per affrontarlo. "Non ci voglio parlare!"

"Ehi, calmati" disse Celeste avvicinandosi.

"No!"

Dante entro' e vide il suo sguardo carico d'odio.

"Lasciateci."

Celeste e Victor esitarono.

"Ora!"

Uscirono a malavoglia.

Il sangue comincio' a bollire. "Quindi io stavo bene ed ero in ottima salute e tu mi hai strappato dalla mia vita per te stesso." Lo guardo' disgustata.

"Si'..."

"Probabilmente avevo una famiglia, Dante! Avevo una vita che tu hai spazzato via per il tuo egoismo!" Urlò in faccia al vampiro con tutta la rabbia nel corpo. Non sapeva nemmeno dove avesse trovato il coraggio di buttare fuori tutta quella rabbia.

"Non avevi una famiglia, Cassandra. Sei sempre stata da sola" sussurro' addolorato.

"Non ti credo." Scosse la testa stringendo le labbra in una linea sottile. "Sei un bugiardo."

"Tua madre ti ha abbandonata subito dopo la tua nascita, era una giovane donna con un futuro brillante. E ha scelto l'università invece di scegliere te."

Rue lo osservò sorpresa da quella dichiarazione.

Lui continuò con la solita calma. "Pensava che saresti stata adottata subito, eri appena nata e le coppie prediligono i neonati. Non è successo, anno dopo anno sei rimasta sotto le cure delle suore e nessuno ti sceglieva."

Quella dichiarazione la ferì nel profondo, immaginava una bambina speranzosa di avere una famiglia, giorno dopo giorno senza riuscirci.

"Io... non sono un'orfana."

Dante si avvicinò, ma lei non ne voleva sapere. Indietreggiò in fretta rischiando di inciampare.

"Lo sei, ma io ti ho notata e ti ho scelta. So che sei arrabbiata, triste e spaventata, ma io ti ho protetta da quando ti ho trovata finché non è arrivato il momento." Fece lenti passi verso di lei. "Ti sei sempre sentita da sola, e ti uccidevi d'allenamento per farti notare e non sentirti come quella bambina abbandonata. Io ti ho notata, ero sempre li' a vegliare su di te. Sono stato al tuo fianco tutti quegl'anni e tu hai accettato il mio amore."

Rue incrociò le braccia e strinse le labbra ancora di più per impedirsi di piangere, ma lo fece comunque. Non aveva una famiglia che la cercava, non aveva nessuno a cui tornare per tutto quel tempo. Era troppo scioccata per parlare e muoversi, non faceva altro che piangere in silenzio e immobile, si sentiva patetica e insignificante.

Non si era nemmeno accorta che Dante si era avvicinato e le stava asciugando gli occhi con un fazzoletto. Stentava a credere alle sue parole, quel tipo di cuore spezzato era un livello di dolore che non pensava di poter trovare.

"Non sei da sola..."

"Lasciami in pace" disse, ma con voce debole e strozzata e non lo spinse via. Lascio' che le alzasse la testa con un dito sotto il mento.

"Io ci sarò sempre per te, non sono qui per prendere, prendere e prendere come hanno fatto tutti nella tua vita. Ti voglio donare tutto, il dono dell'immortalità, una bella dimora, gioielli, abiti... Tutto ciò che desideri." Avvicino' il viso lentamente al suo e per la prima volta non provava repulsione nei suoi confronti e nemmeno paura e rabbia. Voleva solo che la baciasse e che la facesse sentire amata. Dante non la deluse, premette le labbra eleganti e perfette contro le sue e le diede un bacio che non si sarebbe mai aspettata da uno controllato come lui. Pensava che sarebbe stato calmo e paziente, invece era affamato e inteso come non avrebbe immaginato. Dopo aver premuto le sue labbra sulle sue senza aver incontrato resistenza, aveva tirato il suo corpo a sé con forza e aveva stretto il suo corpo in una morsa d'acciaio. La stava baciando con così tanta passione e lentezza da lasciarla senza fiato e il suo corpo cominciò ad accendersi dalla scintilla di Dante. Quella sensazione le ricordo' Kurt, non si erano lasciati, quindi tecnicamente lo stava tradendo, ma non si ritrasse perché ormai non sarebbe più tornata li', doveva rinunciare a lui anche se una parte di lei si rifiutava di farlo.

Rue dove sei? Era la voce di Kurt?

Kurt?

Perché mi hai abbandonato, Rue? Dove sei?

Come era possibile percepire Kurt? Doveva essere intensamente distrutto se riusciva a sentirlo cosi' chiaramente.

Kurt? Mi senti?

Niente.

Si stacco' combattuta. "Questo e' sbagliato."

"Invece no, e' giusto cosi'. Tu al mio fianco, come principessa."

Scosse la testa. "Non e' ciò che voglio, ti e' mai importato di quello che voglio io?"

"Faccio ciò' che e' meglio per te. Con me sei al sicuro e sei amata." La abbraccio' da dietro e siccome lui era l'ultima persona rimasta per lei, glielo lascio' fare.

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