9. Palestra [♡]

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Rue andò nella palestra del branco, era un campo da basket con varie attrezzature sparse ovunque e una sezione con tappetini blu dove vari gruppi lottavano. Quando entrò, notò due cose. Era l’unica ragazza lì dentro e poi tutti la stavano guardando. Cercò con lo sguardo l’allenatore e lo vide aiutare qualcuno a sollevare pesi. Aveva capelli neri con striature bianche, leggermente mossi che arrivavano al mento, una barba corta e la pelle abbronzata. Indossava pantaloni della tuta larghi e sotto la t-shirt i muscoli definiti flettevano. Sì, era proprio lui, esattamente come lo aveva descritto Stephen. Quando finì con lui, si avvicinò alla porta dove Ruenne aspettava. Masticava una gomma con lo sguardo annoiato.

“Ti sei persa? Dov’è tuo padre?” 

“Uh, non mi sono persa. Era proprio questa la mia destinazione. Connor, giusto?”

“Sì, sono io” disse con voce strascicata.

“Sono Ruenne, piacere di conoscerti. Stephen mi ha detto che sei l’allenatore migliore che ci sia. Ha detto che tutti quelli che alleni sono eccellenti combattenti.”

Lui annuì soddisfatto. “Beh, sì.”

“Pronto a dimostrarmi se è vero o no?”

“Non alleno le donne.”

“O forse non sei all’altezza.” Fece spallucce. “Sono sicura che riuscirò a trovare qualcuno che ci riuscirà.” 

Calò un silenzio che mise a disagio Rue, ma non batté ciglio comunque, continuò a guardare l’espressione di Connor che si contraeva e diventava sempre più irritata.

“Pensi che io non possa farlo?”

“Hai detto che non alleni le donne.”

“Perché sono deboli e delicate” sbottò.

“Il ruolo di un allenatore non è far diventare i deboli più forti? Temprare i delicati?” chiese accigliandosi e gesticolando. “Cioè è quello il tuo lavoro, no? E dato che sei il migliore, penso che anche ‘una donna debole come me’ abbia qualche speranza, no?”

Lui socchiuse gli occhi. “Ok, ti allenerò, ma dovrai dimostrare se vali il mio tempo.”

Guardò dietro contro Connor e vide che tutti la stavano ancora guardando. “Lezioni private per favore, magari dopo la tua lezione coi ragazzi?”

“Senti Ruenne…”

“Per favore” supplicò. “Mi sento a disagio quando così tante persone mi guardano.”

“Ehi, non sei mica la vampira?” disse qualcuno, poi iniziarono tutti a mormorare.

Rue si coprì il viso con le mani.

Connor sospirò. “Va bene, puoi aspettare sugli spalti che gli altri finiscano, poi parleremo dei tuoi obiettivi e di come raggiungerli. Non prometto niente.”

Rue sorrise raggiante. “Grazie!”

L’allenatore la fissò, sembrava stralunato o qualcosa del genere. Invece di pensarci troppo andò a sedersi e a guardare i ragazzi allenarsi dall'alto. Non era concentrata su di loro la sua mente vagava verso Kurt, purtroppo. Continuava a pensare a quanto fosse bello, forte e il suo sangue… Sognava il suo sangue, sognava di essere tutta nuda e avere il suo sangue dappertutto… Si morse il labbro e cercò di tornare coi piedi per terra. Che pensieri disgustosi e pervertiti…

Uno dei ragazzi si girò verso di lei e le fece l'occhiolino. Rue distolse lo sguardo e incrociò le braccia, l'ultima volta cosa di cui aveva bisogno era un altro Kurt.

Finalmente finirono e piano piano tutti i lupi lasciarono la palestra.

"Scendi" ordinò Connor.

Rue si alzò con l’entusiasmo di un bambino a natale e trotterellò verso l’allenatore.

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