35. Prima Notte [♡]

49 4 0
                                    

Si svegliò con Dante che le accarezzava la guancia, il viso marmoreo senza espressione e fermo. Sembrava una statua, quando era cosi' immobile e per il suo colorito pallido. Non le piaceva il fatto che fosse entrato in quella stanza senza il suo permesso mentre dormiva, ma dopotutto quella non era casa sua. La cosa non le impedì di guardarlo corrucciata.
"Dalla tua pelle direi che non ti nutri da tanto, hai fame?"
Scosse la testa, lui non sembrava crederle, la osservo' ancora e le pizzico' le guance. "Bugiarda." disse con affetto. "Ti porterò' qualcuno, dopo il tuo bagno."
Era assolutamente disgustata all'idea di farlo, quante volte avrebbe dovuto esprimere che non gli piaceva bere sangue dagli umani.
"Oggi inizia la festa in tuo onore, e' ora di alzarsi tesoro."
Rue salto' giù dal letto, la testa le girava, aveva fame.
"Dovresti avere la tua squadra di domestiche a prendersi cura di te, ma voglio farlo personalmente. Seguimi."
Uscirono dalla stanza e i corridoi scuri e ampi, illuminati da candele, la porto' al piano di sotto attraverso una grande scalinata. Quelle che le principesse o le donne nobili percorrevano per farsi ammirare da tutti.
Entrarono in una stanza con una piscina dall'acqua calda e fumante. La ragazza stette ferma li' ad aspettare che se ne andasse, ma il vampiro non si mosse. Si strinse le spalle.
"Che cosa aspetti?"
"Che tu esca."
Dante rise. "Cassandra, gli umani demonizzano la nudità come se fosse qualcosa da celare, ma due amanti non nascondono i loro corpi l'uno dall'altra." disse con la solita calma.
"Amanti?"
Dante ignoro' la sua domanda e l'aiuto' a spogliarsi e fece un passo indietro. "Entra."
Rue percorse le scale ed entro' nella piscina, quanto era piacevole quell'acqua. Trovo' un angolo e rimase li' a fare scivolare le mani avanti e indietro nell'acqua. Quando alzo' lo sguardo lo vide sbottonarsi la giacca, torno' subito a guardare l'acqua, lo senti' ridacchiare ed entrare nell'acqua.
"Trovo' carino il tuo generale disagio, ma non voglio che ti senta cosi' con me. Eravamo vicini sai?"
"Davvero?" Chiese incredula.
"Per tanto tempo ero il tuo unico amico, parlavi solo con me di ciò che provavi davvero e dei tuoi problemi."
"Fatico a crederci." Non le toglieva mai gli occhi di dosso, cominciava a darle fastidio.
"Sei arrabbiata e lo capisco, tra qualche anno guarderemo questi momenti e ne rideremo." Si fermo' accanto a lei senza toccarla.
"Fatico a crederci..." ripete' e scosse la testa.
Sorrise e si giro' a scegliere un bagnoschiuma tra i molti allineati vicino a loro.
"Spero che tu possa essere sincera con me, amore mio." Fece una breve pausa e scelse quello alla lavanda e frutto della passione. "Chi sono Stephen e Kurt?"
Ruenne sospiro' e alzo' gli occhi al cielo.
"Perdona la mia insistenza." Si girò verso di lei. "Mi e' stato riferito che hai gridato il loro nome, numerose volte, quindi sono persone con cui ti senti al sicuro, giusto?"
"Giusto" rispose vaga.
"Parlami di loro, voglio solo sapere, non ho intenzione di fargli del male se e' ciò che temi." Spalmo' il bagno schiuma sulla sua mano e lo sparse sulle sue spalle.
Rue lo fisso' sospettosa.
"Lo giuro."
"Stephen e' un alfa."
La mano di Dante le strinse la spalla.
"E' vecchio" aggiunse in fretta. "Mi ha trovata lui quando sono uscita dalla terra e sono scappata dalla città e dal richiamo del sangue. Volevo lasciarmi incenerire dal sole, ma mi h brava a accolta a casa e mi ha ospitata finché non mi hai trovata."
"Gli devo molto, per averti tenuta in vita. Gli devo tutto... E Kurt?"
"Lui... lavora per Stephen. Era lui a portarmi il sangue e a proteggermi dagli altri."
"Devo molto anche a lui... Quale era la natura del vostro rapporto?" Le sue mani continuavano a percorrere il suo corpo con delicatezza, ma la sua voce era più ferma.
"Eravamo amici, li considero la mia famiglia..."
"Noi siamo la tua famiglia" la interruppe. "Loro sono un'altra razza, siamo gli esatti opposti e non siamo fatti per mischiarci."
"Il branco mi ha accolta a braccia aperte, solo alcuni di loro mi ha infastidita."
"Vuoi che me ne prenda cura?"
"Sono stati loro a consegnarmi a te e adesso Stephen e Kurt penseranno che l'ho abbandonato."
"La cosa ti rende triste."
"Si', significano molto per me." Non si era resa conto che aveva iniziato a piangere. "Stephen ha avuto un attacco di cuore poco prima che me ne andassi e adesso non posso aiutarlo e sostenerlo."
Dante passo il pollice sulle sue guance. "Ci sarà Kurt con lui."
"Non ho potuto salutarlo..."
"Dovevo esserci io al tuo risveglio e ti ho lasciata da sola e confusa. Ho fallito come creatore, nessuna vampira dovrebbe trovarsi ospitata da un branco" disse brusco. "Devi lasciarli nel tuo passato e aprire il tuo cuore a noi. A me, Cassandra."
Rue fece una smorfia e menti'. "Hai ragione, ma ci vorrà un po'."
"Certamente."
"E poi devo recuperare i miei ricordi, magari sarà più facile se mi ricordo della nostra amicizia..."
Dante sorrise. "Sarò lieto di aiutarti."

***

Quando uscirono, Dante la lascio' tornare da sola nella sua stanza, la villa era vuota e sembrava infestata da fantasmi. Gli occhi dei quadri seguivano il suo sguardo e non c'era l'ombra di altre persone. Quando arrivo' nella sua stanza lui era già li e vestito. Stava scegliendo i vestiti per lei e li stava poggiando sul letto. L'armadio traboccava di vestiti, si chiese se fossero appartenuti a qualcun altro oppure, li avesse comprati esclusivamente per lei.
"Aspetto il tuo arrivo qui da tanto tempo, ho fatto confezionare tutto questo appena ho deciso di trasformarsi."
La cosa la fece rabbrividire, ma non commento' a riguardo. Dante l'aiutò a mettersi gli strati di sottoveste e gabbia, poi le mise la gonna e il corsetto.
Strinse tutti i lacci, la aiuto' a pettinare i capelli e li lascio' ricadere sulle sue spalle. Sembrava una donna uscita dall'era roccoco', ma con i gusti di una gotica. Era bella vestita in quel modo, ma non era il suo stile.
La testa inizio' a girarle e dovette sedersi sul letto.
"Hai bisogno di sangue." Dante prese il proprio cellulare e mando' qualche messaggio. Era strano vedere un uomo cosi' all'antica usare un cellulare. Poco dopo entro' un ragazzo umano e fece un inchino.
"Mio principe, mia principessa..."
Si raddrizzo' con le mani dietro la schiena.
"Avvicinati a lei ragazzo."
La gola di Rue si serro' e fece balenare lo sguardo dappertutto in cerca di una via di fuga. Il ragazzo si sedette vicino a lei e gli porse il proprio polso. Rue si giro' dall'altra parte.
"Vuoi qualcun altro? Una donna magari?" chiese Dante.
"Uhm... non ho fame."
"Cassandra non mentirmi, non ti reggi in piedi."
Si torturò le mani tremanti e lanciò un'occhiata al ragazzo, scosse la testa. "Non posso."
Dante si inginocchio' ai suoi piedi. "Lasciaci."
"Certamente." Il ragazzo uscì'.
"Posso avere del sangue donato negli ospedali o sangue di animali?" chiese con un filo di voce.
"Qual e' il problema con l'umano?"
"Nessun problema, ma non voglio mordere nessuno."
Dante sospiro' con un'espressione disgustata e irritata. "Non e' naturale, amore mio. Tu devi bere dagli umani, sei una vampira."
"Ti prego', non voglio" disse sull'orlo delle lacrime.
"Per questa volta ti accontenterò, ma non puoi andare avanti cosi', angelo."
Rue sospiro' sollevata. "Grazie, apprezzo la tua comprensione." Gli diede un bacio sulla guancia per addolcirlo ancora di più e funzionò più di quanto si aspettasse.
Dante smise di essere irritato e le accarezzo' la mano. "Farei di tutto per te, faro' portare sangue donato."

longing, Desire, HUNGER!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora