Atto II: 34. Creatore [♡]

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ATTO II

Iniziò a urlare e scalciare la bara per uscire, non poteva andarsene e lasciare la sua famiglia in un momento difficile. Picchio' il coperchio, ma qualunque cosa era inutile.

"Stepheeeen, Kuuuurt!" Urlò senza riuscire a comunicare con loro. Non rispondeva nessuno e la bara continuò a sbatacchiare. Rimase ferma senza sapere cosa fare. La bara era diventata stabile, ma continuava a muoversi, come se fosse in un aiuto. Ruenne cercò di stare calma e ascoltare le voci fuori dalla bara. Sentiva persone che parlavano ma non riusciva a capire niente. Poi comincio' a capire.

"Dobbiamo tranquillizzarla e cambiare la bara..."

"Va bene, prepara la soluzione."

Ruenne si fermo' e aspetto' che l'aprissero per attaccarli. Calma e concentrazione erano le sue migliori amiche in quel momento. Aprirono la bere, ma non ebbe nemmeno l'opportunità di uscire, mani le spinsero a restare sdraiata e uno di loro le fece bere a forza qualcosa. Il suo corpo divenne completamente moscio e non riusci' più' a muoversi nel pieno delle sue capacita', solo piccoli movimenti.

Venne trasferita in una bara molto più solida di quella che aveva a casa di Stephen. Era anche foderato in velluto morbido e pregiato. Non riusciva a capire perché il rapitore avesse pensato a farla stare comoda, quel Dante.

"Stephen, Kurt" riusci' a bisbigliare disperatamente. Sentiva sempre di meno le sue emozioni e lui non si sarebbe mai accorto che stata rapita perché avrebbe interpretato le sue emozioni negative per Stephen. Aveva il cuore a pezzi.

Dopo quello che le sembrava ore e ore l'auto si fermò e sentì la bara venir trasportata su delle scale. Il panico tornò e iniziò a urlare e a picchiare il coperchio quando la sua forza torno'.

La bara venne poggiata per terra e venne aperta. Rue all'inizio non aveva il coraggio di aprire gli occhi, ma doveva togliere il cerotto e affrontare quello che stava succedendo. Era circondata da vampiri che la guardavano dall'alto con gli occhi famelici e curiosi. Erano in tantissimi e lei era rannicchiata tutta rigida nella bara, era stata catturata.

"Non è bellissima?" Disse uno di loro, aveva i capelli argento cosi' come occhi intensi. Dante, era Dante in carne e ossa, il suo corpo si irrigidì immediatamente. Ricordava solo frammenti dei loro incontri, ma erano quasi tutti spiacevoli. Aveva una bellezza elegante e timida aiutata dai vestiti che le ricordavano il diciottesimo secolo. L'abbigliamento accomunava gli altri vampiri e l'arredamento ricco di dettagli e ostentazione.

Rue si strinse le braccia al petto mentre guardava gli altri fissarla. Il vampiro che aveva parlato, Dante, quello che l'aveva attaccata nel vicolo e distrutto la vita, le porse la mano ma lei si rifiutò di prenderla e chiuse di nuovo gli occhi, come se potesse far sparire tutti.

"Non avere paura, bambina mia" disse con voce melliflua. "So che tutto questo è spaventoso, ma sei al sicuro qui tra i tuoi simili."

Il vampiro la prese in braccio e la tirò fuori dalla bara e la lasciò stare in piedi in mezzo agli altri. Seguivano ogni loro movimento rapiti da ogni azione.

"Questa è Cassandra, la mia pattinatrice sul ghiaccio. La mia meravigliosa musa, dominatrice di ogni mio pensiero da quando ho posato gli occhi su di lei..." Passò le mani sulla sua vita e l'abbraccio da dietro, Rue era così terrorizzata che non si mosse. Con un movimento fulmineo le strappò i vestiti di dosso.

La vampira gridò è si coprì il petto, il vampiro si mosse di fronte a lei e le tolse anche i pantaloni e le mutandine nonostante le sue proteste.

"Ma che cazzo?" bisbiglio' coprendosi il petto e le sue parti intime al meglio. "Sei fuori di testa?"

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