*
Alya
Lucy mi teneva per mano, percorrevamo il lungo corridoio che dava sul giardino, c' era tanto sole, a mamma sarebbe piaciuto.
Mi costrinsi a non chiedere dove fosse mamma, alzai lo sguardo su Lucy, una crocchia ben ordinata le conteneva i lunghi capelli ramati, indossava la solita divisa che indossavano pure le altre.L' acqua cristallina della piscina risplendeva in risalto col prato verde e il marmo bianco della casa sul mare, vidi un' auto rossa che si fermava davanti al cancello e dentro l' auto intradivi zia Victoria e Katelyn.
Scesero dall' auto e subito Naill accorse verso di loro per prendere le valige e aiutarle a scendere, Katelyn sorrise al maggiordomo e gli chiese come stesse.
Zia Victoria lo ringraziò e salutò Lucy, aveva i capelli legati in una coda bassa e gli occhiali da sole le coprivano gli occhi.
Katelyn si avvicinò, appena mi vide il suo viso si illuminò e le spuntò un meraviglioso, luminoso sorriso.
Mi corse incontro e mi prese in braccio
«La mia piccolina! Ciao!»
Mi misi a ridere rumorosamente e le cinsi il collo con le braccia.
«Ma quanto cresci velocemente!»
Mi mise giù e mi diede la mano, a noi si affiancò Victoria che aveva sempre le labbra dipinte di un elegante rosso. Mi lasciò un bacio sulla guancia e mi accarezzò una ciocca di capelli.
«Siete arrivate»
Papà portava i suoi soliti occhiali da sole che gli nascondevano gli occhi, indossava una camicia di lino e dei pantaloncini color crema all' altezza del polpaccio, i capelli scuri erano sempre perfettamente tirati all' indietro e aveva un po' di barba sui lati del viso, non sorrideva.
Katelyn mi strinse più forte e poi lo salutò freddamente.
«Keith.»
«Katelyn»
Victoria si avvicinò e gli lasciò due baci sulle guance, lui le sfiorò i fianchi ricambiando per poi riportare le braccia incrociate.
«Ciao Keith»
«Victoria, è andato bene il viaggio?»
Non rispose alla domanda.
«Adeline?»
Sentii l' aria diventare tesa e tetra, incurvai le labbra verso il suolo.
«Come al solito»
Katelyn mi guardò e sorrise, non era un sorriso vero ma era per me, dedicato a me.Entrammo in cucina e salutò tutti i camerieri, poi salimmo le scale ed entrammo nella mia stanza, dalla grande vetrata si vedeva chiaramente l' enorme spiaggia e il mare di un colore cristallino e pulito.
Katelyn mi iniziò a spazzolare i lunghi capelli biondi.
«Katelyn?»
Distolse lo sguardo da i miei capelli e mi guardò da attraverso lo specchio.
Iniziò a intrecciare i miei capelli.
Vidi i nostri risflessi, il suo viso sopra il mio più piccolino, i nostri occhi cristallini del colore del cielo, i nostri capelli della stessa tonalità di biondo, lo stesso naso piccolo e leggermente all'insù, ma le sue labbra erano più carnose delle mie e a forma di cuore, la mia tonalità di pelle leggermente più dorata e i suoi capelli più ondulati.
E i suoi occhi. Non sapevo spiegare perché ma avevano un qualcosa di più dolce.
«Mamma...s-si dimenticherà anche di me?» la mia voce tremava ed era irregolare, a corto di fiato, non riuscivo più a tenermi dentro quel timore.
Ci fu un attimo di silenzio.
Intrecciava chirurgicamente una sezione di capelli e l'altra.
Abbassai lo sguardo e mi guardai i piedi, piccolissimi a differenza di quelli di Katelyn.
«L-lei si sta scordando tutto piano piano, io lo vedo che ha dei vuoti di memoria e-e se si scordasse di me?»
Una lacrima mi rigò la guancia e Katelyn mi fece voltare verso la sua direzione
«Lei non si scorderà mai di te, mai. Nella sua memoria ci saranno sempre impressi i tuoi bellissimi occhioni celesti, anche se lei non ricorda di tante cose io sono certa che anche col passare del tempo cercherà nella sua mente e troverà degli splendidi occhioni celesti, io so per certo che saprà che sono i tuoi, che sono quelli di sua figlia. E sai perché?»
Lei mi asciugò la lacrima ed io scossi la testa.
«Perchè lei ti ama. Ti ama oltre tutto, sei la sua piccola bambina speciale e lo sarai sempre e comunque, le cose incise nella nostra testa magari possono andarsene prima o poi. Ma ricordati Alya, le cose impresse nel nostro cuore rimangono là, per sempre. Il cuore a volte è semplicemente più potente del nostro cervello»
Sorrisi debolmente e annuii, i suoi occhi si riempirono di luce.
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In the Shadows
Teen FictionSepolte tra fiamme e ricordi dolorosi, all' Òikos i bambini narravano storie, sussurrate nel silenzio della notte cosí che potessero prendere vita. Tra la neve e le foreste del Canada, Mor Oak perde la sua unica famiglia e dopo aver covato per tro...