28. Una goccia d' acqua in mezzo al terriccio

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*
Eron

Il rumore della pioggia mi riempiva le orecchie, mentre le braccia di mamma mi circondavano e i miei capelli scuri mi gocciolavano davanti agli occhi.
«Ti piace molto la pioggia, vero Eron?»
Mi voltai verso mamma, il suo volto era completamente bagnato dalla pioggia ed illuminato da un sorriso, i suoi capelli che naturalmente erano di un color sabbia avevano assunto una tonalità più scura, riuscivo ancora a intravedere le sue lentiggini sotto gli occhi, oltre le goccioline d' acqua.
Feci di si con la testa e le sorrisi, studiando le goccioline che cadevano sulla mia mano e intorno a noi nel balcone.
«L' acqua è fantastica»
Mamma mi stampò un bacio sul capo e poi ci appoggiò il mento.
«Si, lo penso anch'io.»
Mi accarezzò dolcemente mentre guardavamo la pioggia precipitare.
«Tra un po' entriamo, ok?»
«Mh, ok, quando potremmo andare in spiaggia?»
Mamma ridacchiò dietro di me.
«Ami molto l' oceano.»
Sorrisi sinceramente.
«L' oceano è la cosa più bella che si possa vedere e toccare! È la cosa più bella al mondo»
Mamma rise più forte e mi stampò un' altro bacio nel capo.
«Si, l' oceano è la cosa più bella del mondo, dopo te e Malakai»
Arricciai il labbro e mi scostai un po'.
«Eron, vuoi dirmi cosa succede?» mi disse con tono dolce mentre la pioggia accompagnava la sua voce.
«Mm, è solo che...»
Mi voltai a guardarla, un po' ditubante, e i suoi occhi color oceano mi calmarono, piene di quelle sfumature azzurre e un po' verdastre.
«vorrei essere come te e Malakai, vorrei essere come voi e invece...»
Toccai i miei capelli scuri e osservai la mia pelle chiarissima in contrasto con quella viva di mia madre.
«Avete la carnagione così luminosa e i capelli color sabbia che si accendono al sole»
Provai a esprimere ciò che vedevo e provavo con difficoltà
«e gli occhi uguali al colore dell' oceano, io non ho nulla di tutto ciò, io non sono come voi»
Mi rattristii, perché non mi vedevo bello, non somigliavo a Malakai e non sembravo neanche figlio di mia madre.
«Vorrei somigliare a voi... Avere almeno i vostri occhi, i miei sono così spenti»
Mamma stette un attimo in silenzio, si portò tutti i capelli su una spalla e le abbondanti ciocche bianche spuntarono in mezzo agli altri.
«Oh Eron...»
Mi posizionò meglio sulle sue gambe e mi diede un leggero pizzicotto sulla guancia, pronunciò il mio nome in modo così dolce, così soffice e confortevole, così ricolmo di amore.
«Tu sei perfetto, ed è vero, non somigli a me o a tuo fratello Malakai, ma non assomigli nemmeno a tuo padre se è ciò che pensi, tu somigli ad Eron, a te stesso. E sei talmente meraviglioso somigliando ad Eron»
Mi scompigliò i capelli e io ridacchiai.
«E gli occhi della nonna com' erano?»
Ricordai gli occhi della nonna, che fin dal primo momento avevo trovato rassicuranti e unici.
«Belli.»
«Esatto, belli. Ma i tuoi lo sono ancor di più, forse in questo momento non li trovi belli come quelli miei e di Malakai ma qualcuno, a parte me,» rise.
«li troverà i più sbalorditivi mai visti.»
Ci riflettei su un attimo, forse mamma aveva ragione.
«Ma i miei occhi non hanno il colore dell' acqua»
Mamma mi fece voltare verso di lei e sorrise.
«Apparentemente potrebbe sembrare così, ma guarda la pioggia, osserva tutte le goccioline che si depositano su una qualsiasi superficie e ne filtrano il colore»
Fece toccare la punta del suo naso con la mia, sfregandola, e poi premette la punta del mio naso come fosse un pulsantino.
«Ecco, i tuoi occhi sono di quel colore, bellissimi.»
Guardando le sue guance colorirsi, il suo sorriso allargarsi e arrivare agli occhi, non potei fare a meno di sorridere anch' io.
«Forza, torniamo dentro e facciamoci un bel bagno caldo!»
«Ok!» le risposi raggiante.
Ci alzammo in piedi ed entrammo nell' appartamento.

*
Mor

Una campanellina risuonò nell' ambiente circostante quando io, Julie, James e Ridoc varcammo la porta del bar-locale in cui Hawk era solito suonare.

Avevo conosciuto Julie in un' università, un giorno mi aveva chiesto gli appunti, frequentavamo nello stesso corso e iniziammo subito a parlare.
Julie mi aveva presentato due suoi sue amici, un ragazzo sempre ironico e piuttosto teatrale, James. E Ridoc, che fin da subito si era dimostrato più giudizioso e carismatico di James.

In the ShadowsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora