Prologo

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Mi imposi di non piangere, di non far entrare quel dolore che minacciava di lacerarmi fino ad uccidermi.
Mi imposi di pensare a mamma, ai suoi occhi luminosi e i capelli più scuri del carbone, come i miei. Mi sforzai di ricordare quel mare di stelle, la sabbia fresca a contatto con le dita, e la sua voce.

«Le persone, Mor, oltre che di carne e ossa sono fatte di sogni».

Tra quei cancelli avrei scoperto che le persone erano fatte anche di incubi, e che i buoni e i cattivi non erano mai esistiti.

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