11.

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Rylie.

Continuavo a torturarmi le labbra, mentre seduta sul divano guardavo insieme a Ronni un film che aveva scelto lei. In realtà, non lo stavo guardando, perché era obiettivamente osceno. Non capivo da quando alla mia migliore amica piacessero quei film strappalacrime e non i thriller come sempre, stava letteralmente piangendo da quando era iniziato.

L'essersi innamorata le aveva davvero fatto male.

Spostai gli occhi sull'orologio digitale che c'era sul tavolino di fronte a noi,  e sbuffai.

«Quando diavolo arrivano.» Borbottai, scostando la coperta di pile che avevo sulle gambe.

Non sapevo perché, ma quella sera avevo una strana sensazione alla bocca dello stomaco che non mi lasciava in pace.

In quel momento il rumore di un'auto arrivò da fuori, balzai subito in piedi e guardai, spostando la tendina bianca, oltre la finestra che sporgeva sulla strada.

Era la macchina di Devon.

Feci un sospiro di sollievo e guardai perplessa Ronni ancora intenta ad asciugarsi le lacrime, senza rendersi conto di nulla.

Quando mio fratello finalmente aprì la porta, la prima cosa che risaltò ai miei occhi, fu il sangue che gli macchiava le mani e la maglietta bianca, subito dopo il borsone nero che lasciò cadere in un tonfo, di cui non volevo sapere nemmeno per sbaglio il contenuto.

«Oddio Ash, ma che hai fatto?» Ronni saltò in piedi e si precipitò su di lui tastandogli l'addome, mentre io lo fissavo con il cuore il gola.

Lo sapevo. Sapevo che sarebbe successo qualcosa.

«Sta tranquilla - l'abbracciò stretta - io sto bene, é il sangue di Devon.» Disse come se nulla fosse.

Mi si gelò il mio di sangue nelle vene, il cuore prese a battere così tanto velocemente che dovetti appoggiare una mano sul muro per tenermi salda in piedi.

«Devon?» Chiese Ronni, parlando al posto mio.

«Dovevamo fare uno di quei lavori che facciamo di solito per suo padre, ma qualcosa é andato storto, quel figlio di puttana di Layton gli ha sparato. Per fortuna non gravemente, ma quel testa di cazzo non ha voluto che lo aiutassi.»

«Layton?» Sussurrai con il fiato bloccato in gola. «É stato Neil?» Rabbrividì solo al pensiero.

I muscoli di Ash s'irrigidirono, la mascella si tesa pronunciando i lineamenti della rabbia.

«No, suo padre.»

Serrai le labbra e guardai fuori dalla finestra. La macchina di Devon era ancora parcheggiata lì, ed in quel preciso istante lui scese. Fece qualche passo barcollando, e poggiò una mano sul cofano dell'auto per reggersi.

«Ho bisogno di una doccia.» Borbottò mio fratello, passandosi le mani tra i capelli.

Guardai Ronni, mordendomi con prepotenza le labbra, sperando che afferrasse al volo quello che volevo fare.

«Vai.» Mimò con le labbra, incitandomi ad uscire. «Lo tengo occupato.» Disse riferendosi a mio fratello. Poi lo seguì su per scale, e non appena scomparvero dalla mia visuale io mi precipitai fuori casa.

«Devon!» Lo chiamai, alzando di poco la voce.

Si voltò verso di me, mi guardò per un istante, preso alla sprovvista, ma poi sembrò infastidito. Ignorandomi, tornò a camminare.

Scesi di corsa i pochi gradini, e lo raggiunsi sul ciglio della strada.

«Devon, fermati, aspetta!» Ripetei, osservando il suo braccio. «Mio Dio, sei ferito.»

Fino ai tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora