24.

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Devon.

«Vai piano, maledizione Devon!» Rylie continuava ad alzare la voce camuffata sotto il casco e a stringere impaurita le braccia intorno al mio busto.
Stavamo correndo sulla mia moto, sulla strada principale per tornare a Bedford, dopo essere stati a New York quel pomeriggio a girovagare invano con il solo obiettivo di passare il tempo.
«Ma chi me l'ha fatto fare!» Piagnucolò appoggiando la testa sulla mia spalla, saldando ancora più forte la presa sul mio giubbotto di pelle.

Erano passati due giorni.

Due giorni in cui avevamo tagliato fuori il resto del mondo, che non avevo risposto a nessuna delle telefonate di mio padre o passato del tempo al Glown's, avevo evitato che qualsiasi situazione potesse rubarmi il tempo che avrei voluto passare con lei.

Avevamo passato le ore a baciarci, a stare sul divano abbracciati, mi aveva costretto a guardare film thriller e documentari sul crimine, doveva sicuramente essere una psicopatica visto che era attratta da tutto quello, che lei definiva perfino interessante.

L'avevo stretta forte a me mentre dormiva, accarezzandole i capelli, che avevo scoperto quanto quel gesto la facesse rilassare, e le avevo preparato da mangiare quando aveva fame, visto che aveva seri problemi con i fornelli.

Eravamo io e lei, e basta. Mi sentivo diverso, forse migliore.

Ma sapevo che quello che stavamo vivendo era destinato a finire da un momento all'altro.

Ash e Ronni sarebbero ritornati quella sera, e di certo non avremmo più potuto passare il tempo insieme come stavamo facendo da tutta la settimana, nonostante i nostri alti e bassi, perché ovviamente avevamo anche litigato e c'eravamo mandati a 'fanculo così tante volte da non riuscire a ricordare il numero esatto.

«Finalmente!» Scese dalla moto barcollante non appena mi fermai davanti casa sua.

Si tolse il casco, io feci uguale. Le fissai il viso arrossato ed i capelli scompigliati e risi, era dolce e bella, la sua pelle sembrava di porcellana.

«Che c'é?» S'imbronciò appoggiando il casco nero sulla sella di pelle.

Le afferrai il viso e mi calai a baciarla, per l'ennesima volta. «Sei bellissima.» Le sussurrai sulle labbra annaspando nel suo respiro, meravigliandomi di me stesso.

Rylie sorrise, facendosi avvolgere dal mio corpo e lasciandosi toccare con le mie mani.

«Pensi che sia il tuo fottuto giocattolo?» La voce di Neil ci colpì da lontano, insieme al rumore assordante dello sportello sbattuto con forza.

Mi staccai da lei e con un gesto mi voltai portandola dietro le spalle, tenendola ferma.

«Che c'é? Adesso fate anche i fidanzatini?» Si scagliò su di me, afferrandomi per la maglietta ma non ci misi molto a tirare un pugno sulla sua mascella del cazzo.

Quella sarebbe stata la volta buona che lo avrei finalmente ucciso se solo si fosse avvicinato a lei.

«Che cazzo vuoi?» Ringhiai, osservando mentre barcollava e si teneva il naso gocciolante di sangue.

«Togliti dal cazzo, Devon.» Digrignò avvicinandosi ancora e spingendomi.

«Ti do trenta fottuti secondi per sparire dalla mia visuale.» Lo spinsi a mia volta.

Lui per tutta risposta e inaspettatamente mi tirò un pugno in faccia, tanto forte da farmi cadere.

«Devon!» Rylie si abbassò su di me toccandomi il viso, poi guardò lui. «Vattene, Neil.»

Layton la guardò inclinando il capo. Una risata isterica si aprì sulla sua faccia macchiata di sangue, si toccò la mascella e fece un passo indietro. «Ti ha raccontato la favoletta, vero?» Scoccò la lingua contro il palato.

Fino ai tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora