Devon.
Nonostante avessi dormito, il mio cervello continuava a macinare senza sosta su quella teoria. Così quando mi ero svegliato, all'alba, avevo chiamato Ash e l'avevo costretto ad accompagnarmi dallo sfasciacarrozze fuori città, dov'era stata portata la mia auto.
Faceva un cazzo di freddo e mi sentivo a pezzi, avevo un mal di testa cane e quella sensazione di nervosismo, che mi stringeva i muscoli del corpo, non mi aiutava per niente.
Quando arrivammo, un tipo di mezz'età ci venne incontro, guardandoci con la puzza sotto il naso.
«Posso aiutarvi ragazzi?» Ci chiese, con un sigaro in bocca sotto i baffi, squadrandoci dalla testa ai piedi attraverso gli occhiali spessi.
L'odore nauseabondo di fumo mi inondò il respiro facendomi venire il voltastomaco, riportandomi per un istante al pensiero inconfondibile di quello che usava mio padre.
«Stiamo cercando una macchina.» Parlai, guardandomi intorno, cercando di reprimere quel ricordo che si era insinuato come una tortura nella mia testa già dolorante. «Una Maserati Ghibli nera.»
Il proprietario tossì e si passò una mano sui baffi, poi si voltò alla sua destra. «Ah sì, é arrivata ieri sera, é lì.» Indicò un punto, ma io non mi voltai, Ash lo fece per me. «É la tua macchina?»
Mi accesi una sigaretta e feci un passo indietro annuendo, sperando di coprire quell'odore con il fumo della mia Marlboro rossa.
«Devo dargli un'occhiata, ho lasciato degli oggetti personali e devo recuperarli.»
Il tipo basso e robusto alzò le spalle, toccandosi la pancia.
«Come vuoi. Passa in ufficio dopo a firmare le carte per la demolizione.» Mi avvisò. «Spero tu stia bene, quella povera macchina é ridotta davvero male, é un vero peccato, dev'esserti costata un occhio della testa, porca troia.»
Scrollai le spalle ignorandolo, gli feci un cenno del capo e aspettai che tornasse dentro prima di dirigermi insieme ad Ash verso la macchina, era praticamente ridotta ad un cartoccio.
Dannazione, mi ero affezionato a quella macchina nonostante l'avessi presa solo per certe occasioni.
Cercai di aprire la portiera dal lato passeggero, visto che dal lato guidatore non esisteva nemmeno più uno sportello, ma era incastrato. Così presi un pezzo di ferro gettato lì vicino, e ruppi il finestrino, poi mi spinsi dentro, a mezzo busto. Arrivai al cruscotto e con un pugno feci saltare la copertura di plastica incastrata, feci un sospiro di sollievo quando visti la mia pistola ancora lì.
«Che cazzo fai?» Mormorò Ash, fissandomi sconvolto quando la tirai fuori.
Scrollai le spalle senza spiegargli nulla, e drizzai la schiena infilando la pistola dentro la tasca interna del giubbotto di pelle.
«Dai un'occhiata al motore, ai freni e allo sterzo.» Farfugliai, indicando quell'ammasso di rottame a cui era ridotta. «Qualsiasi cosa possibile per capire in che condizioni sia.»
Lui mi guardò stranito, non gli avevo detto nulla dei miei sospetti. Ma se non mi fossi accertato se avessi ragione o meno, non sarei potuto andare avanti.
«Cosa stiamo cercando esattamente?» Mi chiese, dando un calcio al cofano del motore per farlo aprire.
«Non lo so.» Scrollai le spalle. «Sei tu l'esperto.»
Ash si calò poco convinto, ma cominciò ad armeggiare controllando ogni pezzo possibile come gli avevo ordinato.
Passò circa un quarto d'ora e mi stavo innervosendo, mentre lui continuava a guardare lì dentro.
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Fino ai tuoi occhi
RomanceDARK ROMANCE Rylie ha sempre affrontato la vita con coraggio e determinazione, nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare sin da giovane a causa della sua malattia. Cresciuta senza genitori in un quartiere pericoloso, ha trovato conforto e so...