22.

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Devon.

Mi girava la testa e avevo la nausea, mentre guardavo quella stupida macchina scomparire sotto i miei occhi, e mentre vedevo i suoi di occhi guardarmi attraverso lo specchietto retrovisore senza nessun'emozione. La vedevo perfino da lontano quanto stesse sanguinando dentro, quando gli aveva fatto male quello che aveva visto. Non poteva andarsene in quel modo, non con lui.

Sbattei i pugni contro la parete del locale facendomi sanguinare la pelle, mi voltai verso due tipi che mi fissavano.
«Che cazzo avete da guardare?» Gli ringhiai contro, intimandoli a togliersi di mezzo.

Mi guardarono sconvolti, e mi diedero le spalle per tornarsene dentro.

«Cazzo!» Continuai ad imprecare contro me stesso, perché l'unica cosa che riuscivo a fare veramente bene nella vita era distruggere tutto quello che mi capitava tra le mani.

«Devon!» La voce di Connor mi arrivò ovatta alle orecchie. Stavo impazzendo, o forse ero già abbastanza impazzito. «Mi spieghi che cazzo é successo? Dov'é Rylie?» Si guardò intorno confuso, cercandola.

«É inutile.» Parlai a stento. «É andata via con Neil.» Gli spiegai, riluttante. Stavo per sentirmi male solo a nominarlo.

«Cosa? Ma che stai dicendo?» Sul volto di Connor si dipinse un velo di preoccupazione. «Che cazzo, Devon, perché hai lasciato che se la portasse via?»

«Perché sono un fottuto stronzo, ecco perché.»Mi portandomi le mani ai capelli, isterico.

Mi bruciava tutto. Le mani, la pelle, la gola, gli occhi. Il petto. Mi sentivo completamente fuori controllo. Mi sentivo come se sarei potuto esplodere da un momento all'altro se non avessi fatto qualcosa subito.

«Merda.» Mugolò passandosi le mani sul volto. Rylie era la piccola di tutti, da sempre. «Hai messo in conto che se Layton viene a sapere che ci siamo noi dietro il casino di 'stanotte, potrebbe farle del male?» Esasperò. «Dobbiamo trovarla, ora.» Tuonò.

Sbiancai. La mia bocca si aprì per la paura che in quel momento mi invase i pensieri. Una miriade di pensieri contorti mi pervase le crepe del cervello, pensai a lei, ad Ash e ad uno scenario così contorto da spaventare per fino me stesso.

«No, non le farebbe mai del male.» Cercai di auto convincermi. «Rylie non c'entra niente con questa storia.» Annaspai nel mio stesso respiro.

Il mio amico mi guardò, le vene del suo collo cominciarono a pompare velocemente. «Sappiamo tutti di cosa é capace Neil Layton, e non so quanto potrebbe importargli il fatto che lei non c'entra niente.» Serrò le labbra e mi guardò. Il ricordo lontano di qualche anno prima si fece nitido nella mia mente, e all'ora mi ricordai che quel figlio di puttana non era poi così innocente come cercava di apparire agli occhi di Rylie.

«Devo andare a cercarla.» Realizzai. Presi il telefono e strisciai sul suo numero, ma quello che fece fu staccare le molteplici chiamate di cui la invasi. Maledizione.

Pensai a dove potessero essere, di certo non era tornata a casa, non se suo padre fosse stato ancora lì. E allora capì dove la stava portando quell'idiota, e se veramente lo conoscevo bene come pensavo, l'unico posto non poteva che essere casa sua.

«Devon?»Connor mi prese per la faccia, costringendolo a guardarlo negli occhi. «Non fare stronzate, ok?» Sibilò per farmi afferrare meglio il concetto.

Mi scostai annuendo e mi ficcai una sigaretta in bocca prima di salire in macchina, ma non ero certo di riuscire a mantenere la parola in quella situazione.

Guidai fino a casa di Layton, conoscevo bene quel posto, dava sempre delle feste prima di diventare un coglione, e ovviamente da bravo rivale mi presentavo ogni volta per sfasciargli il divertimento.

Fino ai tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora