Rylie.
Otto mesi dopo.La stanza era grande più di quanto mi aspettassi. Era completamente bianca e qualche sfumatura di argento qua e la.
C'era profumo di rose, e mi resi conto solo in un secondo momento, che proveniva proprio da un mazzo adagiato sul comò. Erano rosse e si adattavano bene a tutto il resto, come se fossero loro a dominare la camera.
Avrei potuto paragonare quell'ambiente al paradiso visto tutta quella luce che emanava. Anche se non sapevo come fosse quel posto, dopo quello che avevo passato, era proprio come quella stanza che lo immaginavo.
«Allora? Ti piace?» Richard posò la mia valigia nera ai piedi del letto a due piazze e si voltò verso di me, soddisfatto, sperando in una risposta positiva.
Sfilai una rosa dal mazzo. Me la portai al naso e aspirai il suo profumo fresco di rugiada, continuando a rigirarmela tra le dita e camminando lentamente per cercare di osservare tutto, nei minimi dettagli.
I quadri.
Le lampade.
Le tende.
Il tappeto ai piedi del letto.
L'armadio enorme con gli specchi.
La libreria vuota che avrei potuto riempire come volevo.
La porta che dava sul bagno personale.
La vetrata con la vista sul giardino immenso.
Era tutto perfettamente al suo posto, tutto perfettamente pulito e sistemato in modo impeccabile. C'era perfino un purificatore d'aria.
Quella camera mi dava un senso di pace che non riuscivo a trovare da nessuna parte negli ultimi tempi, e forse avevo finalmente trovato il mio posto.
Avevo solo un posto nel mondo, e niente avrebbe mai potuto sostituirlo.
«Si, come potrebbe non piacermi.» Gli sorrisi, senza nessun'emozione sul volto.
I miei sentimenti erano morti quel giorno, ma nessuno se n'era accorto. Nessuno si era accorto che quando sorridevo, non sorridevo davvero, che niente mi emozionava più come una volta, che tutto quello che avevo sperato era morto e sepolto nello stesso istante che lui mi aveva lasciata.
Non è come casa sua.
Non ci sono le sue cose.
Non c'é più il suo profumo sparso per casa.
Non avrei più pianto contro le sue magliette.
Non avrei più dormito da sola, nel suo letto, aspettando che lui tornasse all'improvviso.
Serrai la mente, e sbattei la porta dei ricordi che continuavano a raffiorare.
Era sempre così, mi bastava un solo stupido momento di nostalgia e lui tornava ad insinuarsi nelle crepe del mio cervello, come se ne avesse il diritto.
Erano passati otto mesi da quel giorno.
Otto mesi che non vedevo Devon, che non sapevo dove fosse o perfino se fosse vivo. Otto mesi passati a logorarmi, ad aspettare e aspettare e aspettare.
«Ti amo, mio piccolo cuore.»
Lui tornerà, continuavo a ripetermi.
Ma poi lui non tornava mai, ed io lo aspettavo lo stesso, stesa sul suo letto con una sua felpa addosso, tra le stesse lenzuola in cui avevamo fatto l'amore, ad abbracciare quei cuscini che odoravano ancora del suo profumo.
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Fino ai tuoi occhi
RomanceDARK ROMANCE Rylie ha sempre affrontato la vita con coraggio e determinazione, nonostante le difficoltà che ha dovuto affrontare sin da giovane a causa della sua malattia. Cresciuta senza genitori in un quartiere pericoloso, ha trovato conforto e so...