Capitolo 7

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KEIRA

Aprii gli occhi e rimasi per un pó a guardare il soffitto.
La sera prima avevo sfogato tutte le mie lacrime ma adesso sentivo gli occhi gonfi che mi bruciavano.

Mi alzai e andai nel bagno.

Sono davvero messa male.

Rimasi a guardarmi allo specchio per un pó: avevo gli occhi gonfi e rossi, sotto avevo delle occhiaie abbastanza visibili e il mio viso era ancora rigato dalle lacrime.

Mi sentivo stanca e forse era meglio se mi facevo una bella doccia.

Così presi subito il bagnoschiuma, l'asciugamano ed entrai nella doccia.

Mi feci scivolare l'acqua fresca lungo il viso e lungo tutto il corpo.
In quel momento smisi di pensare alle mille cose che mi ronzavano nella testa.

Dopo pochi minuti uscii dalla doccia, mi asciugai velocemente e decisi di mettere un pochino di trucco per coprire il viso ancora colpito dal pianto e dalla stanchezza.

Così dopo essermi messa meglio il viso mi diressi in camera mia con solo l'intimo addosso.

Avevo solo il pensiero di coprire quello che mi si era distrutto il pomeriggio prima dentro di me che non mi ero accorta di non essere sola in quella casa.

Prima di entrare in camera girai lo sguardo e vidi Ryan poggiato con la schiena sulla soglia della porta della sua camera con le braccia incrociate sul petto.

Indossava solo dei pantaloncini corti ed era senza maglia.

Per un momento mi fermai.

Che diavolo stavo facendo!?

Eravamo soli in quella casa: lui indossava solo dei pantaloncini ed io ero in intimo.
Era una situazione alquanto strana ma non mi importava più nulla di quel ragazzo.

Così mi girai per andare nella mia camera senza rivolgergli parola.

- Ti è passata l'arrabbiatura? - mi chiese lui ad un certo punto con il suo solito tono senza emozioni.

Sbuffai e mi tratteni dal tirargli un altro schiaffo.

Feci dei respiri profondi per trattenere la rabbia che cresceva in me.

- Facciamo una cosa.. - dissi rigirandomi e andando pericolosamente verso di lui.

Ryan non si mosse di un millimetro e non aprí bocca.

- Facciamo che per me tu non esisti, e per te io non esisto.
Viviamo sotto lo stesso tetto si, ma facciamo come se fossimo da soli: tu non ti preoccupi di me ed io non mi preoccupo di te.
Viviamo così solo per il bene dei nostri genitori e continuiamo le nostre vite come se non fosse successo nulla - dissi guardandolo dritto negli occhi. 

Così dopo aver finito di parlare mi rigirai senza aggiungere altro.

- Lo stai facendo perché vuoi vedere tua madre felice vero? - mi chiese Ryan facendomi fermare di nuovo.

Roteai gli occhi.

- Non sono affari tuoi. Ho detto: per me tu non esisti e per te io non esisto. - dissi ripetendo le parole di poco prima.

Ryan fece un piccolo sospiro.

- E va bene, allora non te ne importa se fra poco verrà Erika qui giusto? - disse poi.

Strinsi i pugni per trattenere i nervi e mi rigirai di scatto avvicinandomi di nuovo pericolosamente a lui.

- Non me ne frega nulla di quello che fai tu con la tua fidanzatina - dissi con tono freddo e guardandolo dritto in quegli occhi verdi.

L'impossibile chiamato: Amore. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora