Capitolo 47

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KEIRA

Dopo aver visto il tramonto, eravamo tornati in hotel e io mi ero fiondata al letto perché ero stanchissima e infatti, un attimo dopo, ero già caduta nel mondo dei sogni.

Mi svegliai sentendo un suono e quando aprii gli occhi mi ritrovai con la testa poggiata contro il petto del mio ragazzo, mentre la sua mano circondava le mie spalle.

Stava giocando con il cellulare, ecco cosa era il suono che mi aveva svegliata.

Era così carino..
Aveva i suoi soliti ricci scompigliati e i suoi occhi verdi erano concentrati a giocare.

Appena Ryan si accorse che mi ero svegliata posó subito il telefono sul comodino e mi spostó una ciocca di capelli che avevo davanti agli occhi.

- Ben svegliata dormigliona! - mi salutó ridacchiando e stampandomi un dolce bacio sulle labbra.

Ricambiai il bacio e poi lo guardai con un sopracciglio alzato.

- Perché dormigliona?
Scusa.. ma che ore sono? - chiesi.

Lui spostó un attimo lo sguardo verso il suo cellulare e poi si rigiró verso di me.

- Esattamente le 11 - rispose.

- Cosa! - esclamai mettendomi seduta di scatto.

- Eh giá - borbottó lui.

- Ma non avevamo dei giri da fare? - chiesi.

Lui alzó le spalle.

- Abbiamo tempo tranquilla - rispose sorridendo.

- Beh però potevi svegliarmi prima - dissi poi io.

- E perché dovevo?
Sei così carina quando dormi - mi sussurró tornando a guardarmi con il suo sorriso.

Arrossii di colpo.

Cavolo ancora non mi abituavo ai suoi complimenti..

Cercai di cambiare discorso per non fargli notare il mio imbarazzo. 

- Beh ieri mi sono stancata tanto.. è normale che ho dormito più del solito - dissi incrociando le braccia sotto al seno.

Ryan ridacchió.

- Sisi hai ragione - disse.

Mi guardai intorno.

- E quindi.. abbiamo anche saltato la colazione dell'hotel - dissi ad un certo punto.

Il mio ragazzo scosse la testa.

- Beh ho chiamato e ci hanno portato la colazione in camera - rispose lui tranquillamente.

Lo guardai di nuovo con un sopracciglio alzato.

- Ma.. non è troppo costoso questo hotel? - chiesi poi.

Lui scosse subito la testa e spostó la mano come per scacciare una mosca.

- Nah.. non ti deve importare del costo.. e poi beh hai visto dove abitiamo no? - mi chiese con fare ovvio.

Beh in effetti aveva ragione.
Suo padre come casa aveva una villa.
Noi abitavamo in una villa.
Era ovvio che con il lavoro di William i soldi non mancavano.

E su questo va bene.. però non voglio che Ryan usi tutti i suoi soldi per me..

- Sicuro? - gli chiesi guardandolo seria.

Lui annuí.

- Ma certo!
Ora alzati, mangiamo e poi abbiamo da finire i nostri giri no? - mi disse dandomi un bacio.

L'impossibile chiamato: Amore. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora