19 dicembre, 1998.
Diario
Esiste un fottuto incantesimo per dare un senso alle cose?
Draco
___
24 dicembre, 1998.
Passa giorni a pianificarlo.
Mette la stessa quantità di impegno devoto di un saggio di fine anno al primo o al secondo anno. Tranne che è quasi più difficile, perché non può aspettarsi un Eccezionale.
Può riversare quanta più concentrazione e attenta considerazione possibile in questo e non essere ancora in grado di dipendere da un risultato.Non può nemmeno essere sicura che le lascerà finire la frase.
È la vigilia di Natale, però. Non può più aspettare. Deve essere stasera.
Rimane in piedi davanti al suo letto a baldacchino per venti minuti buoni, fissando quelli che devono essere i tre quarti del suo guardaroba sparsi sul letto. Non ha Ginny o Parvati qui da consultare. È l'unica del Settimo Anno che ha scelto di restare.
E respingere quella parte assillante del suo cervello che continua a insistere che questo è assolutamente ridicolo si rivela una vera impresa.
Alla fine, sceglie un maglione di ciniglia azzurro pallido: il pezzo verde foresta che aveva in mente sembrava troppo pretenzioso. Se lo tira giù sopra un paio di semplici jeans, si avvolge una sciarpa di seta bianca intorno al collo e si tira su gli stivali.
È solo mentre lotta per fissarsi magicamente i capelli sotto un berretto lavorato a maglia che si rende conto di non averlo mai fatto per Ron.
Certamente, ha fatto un grande sforzo nella sua rivelazione al Ballo del Ceppo. Ma era stato proprio questo: una rivelazione. Il momento scelto per mostrarsi come qualcosa di più del semplice topo saputello. E lo era stato per tutti. E per se stessa.
Questo, però, non l'ha mai fatto pensando solo a una persona.
È... stranamente esilarante.
E altrettanto terrificante.Ogni volta che pensa di essere finalmente a suo agio con il suo aspetto, qualcosa scatta come un interruttore e decide di sembrare assurda. E alla fine diventa così frustrante che sbatte la mano contro lo specchio, strappa la borsa dai piedi del letto e praticamente si butta giù per le scale dal dormitorio.
Ha cronometrato tutto meticolosamente. Non può permettersi di sprecare minuti preziosi a preoccuparsi di dettagli insignificanti.
Ma i nervi iniziano davvero a farsi sentire mentre cammina per le sale deserte, addobbate di agrifoglio proprio come suggerito dal canto natalizio. Non ha idea della reazione di Malfoy, e ha passato gli ultimi giorni a pensare freneticamente a tutte le possibilità. La sua determinazione è ferma, però. Ce la farà, anche se le sue ginocchia vacillano per tutto il tempo.
E lo fanno.
Quando raggiunge i Sotterranei - raggiunge il punto in cui una volta Harry e Ron le avevano detto di nascondere l'ingresso della sala comune dei Serpeverde - è abbastanza sicura che i tremori siano visibili.
Anche così, aggiusta il ciondolo sotto la sciarpa ed estrae la sua bacchetta. Esegue tre colpetti magici sul muro: un forte colpo.
Pigramente, mentre aspetta, si chiede se qualcuno abbia mai bussato a Serpeverde. Tira fuori il ciondolo da sotto la sciarpa e gioca con i suoi bordi taglienti tra il pollice e l'indice.
E poi, troppo in fretta, un confuso e sospettoso Theodore Nott si materializza a pochi centimetri da lei, come se avesse attraversato il muro.
Lei salta indietro. Riprende fiato.
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Breath Mints/Battle Scars | By Onyx&Elm.
Fanfiction"Per un momento è confusa; perché Draco Malfoy è stato rovinato da questa guerra, ed è fuori posto quanto lei e - si anche lui ha delle cicatrici. Lui ne ha una ancora più grande. E lei si chiede se un giorno potranno comparare la loro grandezza." ...