Cap. XLIX

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26 febbraio, 1999.

Luce screziata sulle sue palpebre, nebbiosa e grigia. È la prima cosa di cui si rende conto, e il resto viene lentamente.

C'è dolore. Un vecchio tipo di dolore, però. Dolori e pulsazioni persistenti, alcuni forse già parzialmente guariti. È dimenticabile e facile da mettere da parte. La stanchezza è molto più pressante. Sembra che ci vogliano secoli solo per raccogliere la forza per alzare le palpebre.

Riconosce il soffitto di un ospedale quando ne vede uno.

Non quello Hogwarts. Riconoscerebbe immediatamente quella lastra segnata dalle intemperie. No, questo è molto più clinico. Bianco e sterile.

Il San Mungo.

Deglutendo con la gola secca, si sposta quanto i suoi arti simili al piombo riescono a gestire, cercando freneticamente di inseguire i ricordi, anche frammenti di ricordi di come è arrivata qui. Ma non c'è niente dopo...

"Hermione?"

Una mano calda e callosa si stringe intorno alla sua, e il colore si diffonde sul candore mentre una figura si china su di lei. Lei sbatte lentamente le palpebre verso di lui, costringendolo a mettersi a fuoco.

"...Ron?"

Le rughe su tutto il suo viso si appiattiscono al tono irregolare della sua voce, e parla con un sorriso senza fiato con un rantolo. "Dannazione, eravamo così preoccupati!" La mano che non tiene la sua inizia ad allontanarle i capelli dal viso. "Come stai? Come ti senti? Senti dolore? Posso far portare il..."

"Ron." Adesso è meno gracchiante. Più sostanziosa. Sbatte di nuovo le palpebre per liberare completamente la nebbia dai confini della sua visione. "Per favore. Cos'è successo?"

"Ehm... sì, uh... una cosa alla volta, Hermione... okay? Penso che dovresti prima parlare con un Guaritore. Mangiare qualcosa, oppure..."

Gli stringe forte la mano e parla sopra di lui. "Ron, come sono arrivata qui?"

Il modo in cui il sorriso cade dalla sua faccia le fa venire il mal di stomaco. Deglutisce di nuovo, riprendendo fiato.

"Cosa ricordi?" lui chiede. Anche nei momenti migliori, Ron di solito non è così gentile. È quasi terrificante in un certo senso.

Cerca di tenere la paura fuori dalla sua voce. "Pansy..." mormora.

Le sopracciglia di Ron si incontrano nel mezzo, ed Hermione lo guarda cercare le parole giuste. Un buon momento, o qualcosa del genere.

"Mi dispiace tanto. So che era... be', una specie di tua amica."

Il petto di Hermione pulsa, e il suo sguardo si allontana da quello di lui mentre torna su di lei; Pansy e le sue labbra insanguinate, il suo viso pallido e gli occhi penetranti.

"Era mia amica", fa eco a bassa voce, sia una correzione che una conferma.

Ron ha ragione ad abbandonare l'argomento il più velocemente possibile. "Questa è l'ultima cosa che ricordi? Niente più?"

Scuote la testa, sforzandosi di tenere lontana la paura anche dai suoi occhi. "Che giorno è?"

Alla domanda affiora il ricordo più strano. Di Theo, tanti mesi fa, prendendola in giro per aver chiesto qualcosa di simile. Chiamandola drammatica.

Cristo, Theo...

Ron fa un respiro profondo. "È il 26. Sei rimasta addormentata per tre giorni."

Lei trattiene un sussulto. "Tre... tre giorni?"

Lui annuisce gravemente e si schiarisce la gola. "Harry... ha ricevuto il tuo Patronus," dice, spostandosi sulla sedia accanto al letto. "È quasi esploso davanti a tutti noi a colazione. Lo ha davvero spaventato, e anche me." Le sue dita si flettono e poi si affrettano a stringerle di nuovo la mano, un movimento quasi disperato e inaspettato. "Hermione, devi credermi. Harry — se non lo farai se ne pentirà per anni, e te lo giuro — te lo giuro, non ha perso tempo."

Breath Mints/Battle Scars | By Onyx&Elm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora