4 aprile, 2001.
Si è avvelenata almeno un centinaio di volte e ormai sa cosa aspettarsi.
Se è sbagliato - ed è sempre sbagliato - allora entro il primo minuto circa, le pareti del suo stomaco inizieranno a bruciare, acuti dolori lancinanti seguiranno poco dopo. Le sue mani inizieranno a tremare e il sangue le scorrerà alla testa, e se non fa in fretta, sverrà.
Ha attraversato più bezoar di quanti ne riesca a contare. Certi tentativi sono stati così disastrosi che ne ha avuto bisogno più di uno solo per assorbire le tossine.
Ma oggi -
Espira lentamente, guardandosi le mani. Nessun tremito, nessun tremito visibile. Preme dolcemente contro lo stomaco, aspettando l'inevitabile scossa di dolore. Per crampi o qualcosa in più. Ormai dovrebbe essere già successo.
E quando le sue mani iniziano a tremare, cinque minuti buoni dopo, sa che non è per il veleno.
L'effetto è graduale. Una dissolvenza di ombre e colori davanti ai suoi occhi - ciuffi non dissimili dal fumo di un incantesimo Patronus che si proiettava nella stanza. Le forme prendono forma subito dopo. Una familiare poltrona in pelle che conosce bene. Tende tirate su una finestra. E Theodore Nott, addormentato sul suo divano.
La tazza da cui ha bevuto le scivola di mano e si frantuma sul pavimento, i resti della pozione colano sulle piastrelle.
È limpido come il giorno, solo leggermente trasparente. Vede il suo petto alzarsi e abbassarsi, lento e regolare. Riesce a vedere la linea pulita del braccio che ha gettato sugli occhi. Il diario lasciato aperto sul suo petto.
Il suo cuore inizia a battere forte e per un lungo momento rimane lì. Congelata. Stupefatta.
A un certo punto, aveva iniziato a sembrare impossibile. Un dannato tentativo, un'abitudine futile. Così futile, che quasi non vuole provarlo. La parte che conta di più. Deve lavorare su se stessa.
Dita tremanti, emette un altro respiro nervoso e allunga la mano verso i ciuffi. Verso l'apparizione di Theo, ancora serena e indisturbata. Se in qualche modo ha miracolosamente capito bene, non lo sarà per molto.
Il fumo evocato è freddo al tatto - un sussurro stuzzicante contro la sua pelle - e quando arriccia le dita e chiude il pugno, il mondo intorno a lei evapora. Con un piccolo grido e un soffio d'aria, giace a faccia in giù sul tappeto dello studio di Theo.
Si alza in un istante con un rantolo, il diario cade a terra. Si stringe il petto e la fissa, gli occhi spalancati e annebbiati.
"T-Theo..." balbetta, sollevandosi sulle mani e sulle ginocchia.
"Hermione... cosa—cosa è successo?"
"Theo." Adesso sta quasi ansimando, l'eccitazione sconcertata la sta raggiungendo. "Theo, funziona. Funziona."
C'è un intervallo - una pausa confusa mentre si sveglia completamente, comprende completamente, i loro occhi si incrociano. E poi è giù dal divano, cercando di tirarla su dal pavimento per il resto. La stringe a sé, calda e familiare e profumata come fa sempre. Il mento di lui scende sulla sommità della sua testa, e lei sente il suo petto sgonfiarsi mentre lascia uscire il respiro che hanno trattenuto collettivamente negli ultimi due anni.
"Grazie, cazzo."
___
Si materializzano nel suo appartamento a Londra.
Il pasticcio si è accumulato ormai da molto tempo, bottiglie scartate ed erbe avvizzite sparse qua e là, libri con le orecchie accatastati su ogni superficie. Solo il calderone si trova in relativa pulizia, lontano dal disordine. Non poteva rischiare di contaminarlo.
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Breath Mints/Battle Scars | By Onyx&Elm.
Fanfiction"Per un momento è confusa; perché Draco Malfoy è stato rovinato da questa guerra, ed è fuori posto quanto lei e - si anche lui ha delle cicatrici. Lui ne ha una ancora più grande. E lei si chiede se un giorno potranno comparare la loro grandezza." ...