Cap. XXXVI

832 33 5
                                    

2 febbraio, 1999.

Sono le due del mattino.

È rimasta seduta nell'ufficio della McGonagall per più di quattro ore, sorseggiando il tè ormai freddo da una tazza che tintinna ogni volta che le sue mani tremanti la rimettono sul piattino.

Era stata onesta con Draco e Theo sulla possibilità di questo - sulla fattibilità di ciò che era affermato nel Profeta. La logica Hermione era stata schietta sul fatto che si poteva fare.
Ma è arrivata a rendersi conto che la logica Hermione e il resto di se stessa sono disgiunti. Fuori passo. Separati. E il resto di se stessa non l'ha mai visto arrivare.

"Cosa posso fare?" chiede per la centesima volta, con voce sorda.

La McGranitt siede stancamente sulla vecchia sedia di Silente, continuando a riversare sulle innumerevoli accuse che le erano state rivolte da Dawlish poco prima che lui incarcerasse un buon quarto del suo corpo studentesco. "Puoi riposarti un po'", dice la preside, la voce in qualche modo severa e compassionevole - un sottotono di stanchezza.

"Non posso..."

"Signorina Granger..."

"Sono rimasta lì, Preside." Hermione posa la sua tazza sul bordo della scrivania. Si torce le mani. "Sono rimasta lì, a guardare. non posso..."

"So quanto tieni al signor Malfoy..."

"A tutti loro", dice impassibile, incapace di controllarlo. Ammettendolo sia ad alta voce che a se stessa per la prima volta. "Mi importa di tutti loro."

La McGranitt inarca un sopracciglio saggio.

"Ho bisogno di sapere cosa posso fare."

"Come ho detto, signorina Granger, può concedersi un po' di meritato riposo..."

"Preside-"

"È necessario", interrompe la McGranitt, alzando la voce mentre si alza, "Così avrai la tua intelligenza pronta quando domani noi andremo al Ministero".

Hermione sbatte le palpebre. Lampeggia due volte.

"Noi?"

"Sì", dice bruscamente, facendo svanire entrambe le loro tazze da tè - una chiara indicazione di congedo. "Come loro Preside, non posso fungere da testimone degli accusati. Tu invece..."

"Sì", sbotta immediatamente. "Si assolutamente. Lo farò."

"Pensaci bene, signorina Granger. Pensa alle conseguenze e al costo prima di impegnarti completamente."

"Lo so-"

"Sarà estenuante. Doloroso. Alienante. Un circo mediatico, se vogliamo metterla così... e il tuo carattere sarà messo in discussione..."

"Preside, voglio farlo."

La McGranitt le strinse delicatamente la spalla. "Pensaci", dice. "Insisto. E vediamoci qui alle nove, se sei ti senti davvero all'altezza."

Hermione morse qualsiasi altra cosa avesse intenzione di dire. Annuisce e si alza in piedi. Le sue gambe sono intorpidite da così tante ore sulla sedia, e un dolore costante si è accumulato alla base del suo cranio.

"Grazie, Preside," mormora, dirigendosi verso la porta. "Ci vediamo domattina."

"Pensaci".

___

Il dormitorio è silenzioso ma Ginny è sveglia. Certo che lo è.

"Cosa fai?" chiede attraverso le tende cremisi aperte del suo letto a baldacchino, guardando Hermione che stende il suo blazer più bello. La sua gonna più bella.

Breath Mints/Battle Scars | By Onyx&Elm.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora