GIADA
"Nulla è impossibile,
se non perdi la speranza,
nulla è impossibile,
si può fare tutto,
se si vuole davvero."
~CélineNon ero una ragazza di molte parole.
Credevo fossero i fatti a parlare, credevo fossero i fatti a dimostrare.
E non le parole.Perché una persona può dire anche un miliardo di parole docili e poi prenderti a schiaffi il momento dopo, giustificandosi con delle banali scuse e riprendendo a parlare in modo dolce.
Quella è chiara manipolazione.
Una delle mie arti preferite, ma anche una delle arti che mi confondeva di più, una delle arti più difficili da scovare e da mettere in pratica.Ero una maestra nella manipolazione, il mio lavoro richiedeva quella e la capacità di mentire anche alla persona che più amavi al mondo.
Il mio lavoro mi costringeva anche ad avere mille maschere.
E io non riconoscevo più quale fosse davvero la mia vera personalità in mezzo a quella infinità di bugie dettagliate e dipinte alla perfezione.Io detestavo mentire, ma ero costretta a farlo.
Una buona spia deve mentire.
E io mi consideravo tale.Ero una delle più giovani spie in Europa, che faceva lavoretti qua e là, viaggiando per i quartieri di Londra e ingannando anche le persone all'apparenza più genuine.
Non andavo mai contro gli innocenti, però. Perché tutti quelli che ingannavo con la mia manipolazione avevano delle sfumature crudeli ed estremamente spaventose.Come tutti gli umani.
Tutti gli umani sono crudeli, spietati, falsi e tremendamente astuti.
Magari astuti no, ma il resto sicuramente sì.È nella natura dell'uomo avere dei lati che non devono essere mostrati e che devono rimanere rinchiusi in un piccolo forziere della mente.
Se mostrassimo a tutti la nostra vera natura umana in questo mondo ci sarebbe solamente caos, apocalisse e continua distruzione.
I criminali, loro sono quelli che non si preoccupano di tenere il loro lucchetto chiuso e sono loro che si mostrano veramente per quello che sono.
Sono le uniche persone che non si vergognano dei propri difetti e che vivono per causare del male, perché li fa sentire vivi.
Li invidiavo, ogni tanto, perché anche io volevo sentirmi viva nella vita che stavo vivendo.«Non ci credo! Hai appena rovinato il mio vestito preferito di questo famoso e costosissimo brand! Ma dove hai la testa?!», strillò una ragazza, che mi fece sbuffare.
Le galline non dovrebbero bere del cappuccino.
E lei era decisamente una gallina.Mi trattenni dal tirarle un pugno in pieno viso e feci uso di una delle mie tante maschere; il pentimento e la tristezza.
«Oh cielo! Come mi dispiace!», mi scusai e forse risultai un pochettino più falsa di quel che speravo.
Ma detestavo quando qualcuno mi trattava con altezzosità, come se fossi stata una dannata formica indifesa e che poteva essere schiacciata facilmente.La ragazza dai capelli biondi e dal volto da bambola mi squadrò con riluttanza mista a del disgusto e poi riprese a gridare, attirando sfortunatamente l'attenzione del mio capo, che corse verso di noi con uno sguardo preoccupato, che celava della rabbia.
«Che sta succedendo qui?»
«Nulla di grav—»
«Guarda che macchia mi ha appena fatto quella sgualdrina della tua dipendente!» esclamò la gallina, indicando la macchia di cappuccino sul vestitino attillato che indossava.
Il mio capo guardò prima la macchia e poi la mia espressione "addolorata".
Provai a formulare una frase per salvarmi dalla situazione, ma lui mi precedette.
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CHAOS
RomanceQuando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese. Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...