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GIADA"La mente ama l'ignoto.
Ama le immagini il cui significato è sconosciuto,
poiché il significato della mente stessa è sconosciuto."
~René MagritteNon avevo mai avuto dei desideri o delle aspirazioni importanti e difficili.
Il mio unico sogno era quello di diventare una spia ed ero riuscita nell'obiettivo.
Ma tempo prima non avevo idea di quello che mi circondava.
Ero ignara, terribilmente inconsapevole di quello a cui sarei andata incontro.
Non avevo idea dell'esistenza dei Warui e non avevo idea che uno di loro mi avrebbe completamente cambiata, rendendomi la ragazza che non si faceva vedere da anni.Lui era stato il mio sole nel temporale.
Aveva illuminato le mie giornate che prima erano grigie e tristi, dove non credevo nemmeno che sorridere fosse importante, dove credevo che non avrei mai trovato la felicità.Ma lui, che era un tremendo criminale con il cuore di pietra, mi aveva lanciato una maledizione. Mi aveva fatto innamorare.
Lui era una povera anima dannata, non destinata ad andare in Paradiso ma destinata a marcire per sempre all'Inferno.
Lui era un angelo nero.
Lui era il mio Lucifero.
Il mio angelo incantevole che aveva il carattere del Diavolo e lo sguardo che mostrava l'Inferno.
E io amavo l'Inferno.
Perché se stare con lui significava stare all'Inferno allora ero felice.
Perché lui era il mio Paradiso.
Era il mio sole nel mio temporale.Quel giorno avrei compiuto ventidue anni e avrei passato la giornata con lui.
Il ventisette dicembre.Il giorno in cui ero nata e il giorno prima della nostra partenza per l'Italia.
In quel momento mi ero rinchiusa in bagno e mi stavo acconciando con una piastra i capelli in dei morbidi boccoli, mentre Riftan si stava facendo una doccia.
Ormai condividevamo il bagno senza problemi..
In realtà no, era semplicemente entrato senza bussare dicendo che ci avrei messo troppo.
Mi stavo preparando perché l'uomo quella sera mi avrebbe portato in un ristorante in cui era già stato e di cui non voleva dirmi niente.
Avevo chiesto esplicitamente di non farmi regali, ma lui, siccome adorava estremamente il lusso e ostentare la sua ricchezza, mi avrebbe portata a cena fuori.
Chi l'avrebbe mai detto che un criminale come lui mi avrebbe portata a cena in un dannato ristorante?
Sembrava passato un secolo da quando lui era solamente un detenuto e io la sua guardia.
Ma chi voglio prendere in giro, lui non era mai stato solo un detenuto.Sospirando finii di sistemarmi i capelli e di sistemare il trucco, nonostante io mi dovessi ancora vestire e avessi addosso una maglietta bianca del ragazzo.
Feci per uscire dal bagno quando dallo specchio vidi Uriel uscire interamente nudo dalla doccia per poi legarsi un asciugamano intorno alla vita.
Mi godetti la vista del suo corpo con un sorriso da ebete stampato in volto, guardando interamente i suoi addominali scolpiti, le goccioline d'acqua che scendevano su di essi e le braccia muscolose ricoperte di tatuaggi significativi.
Gli osservai anche i capelli bagnati rossi fuoco, con la ricrescita scura e le labbra incurvate in un ghigno consapevole.
Consapevole del suo fascino e dell'effetto che mi provocava.«Per quanto mi guarderai ancora?», chiese con disinvoltura, girandosi e afferrando una camicia piegata sopra il mobile del bagno, concedendomi la visuale della sua schiena muscolosa tatuata e delle sue spalle larghe anch'esse tatuate che si flessero per il movimento.
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CHAOS
RomansQuando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese. Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...