CAPITOLO QUINDICI

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GIADA
🌶️🟢

"Le ossessioni sono i demoni
di un mondo senza fede."
~Emil Cioran

«Papà, grazie per questa nuova bambola, è meravigliosa!» esclamai, tenendo il nuovo giocattolo di pezza tra le mie mani, osservandola sorridendo, felice del regalo appena ricevuto.

Era una bambola stupenda, con dei capelli biondi fatti di lana e con dei bottoni al posto degli occhi.
Apprezzavo sempre dei regali semplici e non esagerati.

Mio padre mi osservò sforzando un sorriso, i suoi occhi azzurri come il mare, come le tempeste, azzurri come il cielo dopo un temporale parlavano per lui, sembrava triste.

Mio papà non era mai triste, serio sì, ma triste mai.

Notai subito che qualcosa non andava nel suo sguardo.

Non era da lui fissarmi in quel modo, era come se avesse paura di me.
O come se avesse paura di dirmi qualcosa.

Mi diceva sempre che ero una bambina molto sveglia e furba, che riusciva a leggere le persone con un semplice sguardo, che riusciva a capire le situazioni più difficili con un battito di ciglia.

Secondo lui avrei dovuto proseguire con la sua carriera da agente segreto.
Eh già, mio padre, il celebre Johnathan Rogers era un agente segreto..questo lo sapevamo solo io e la mamma oltre a lui! Era davvero top secret, nessuno lo doveva sapere.

Le spie di quei giorni erano davvero abili a nascondersi, i normali pensavano che non esistessero, che fossero solo delle leggende metropolitane, ma per fortuna loro c'erano, era grazie a loro che le persone malvagie venivano annientate.

Proprio per quel motivo, per la carriera di mio padre, io e i miei genitori eravamo obbligati a viaggiare spesso, "per non farci catturare dai cattivi", espressione che usava spesso papà.

Per quello io avevo davvero pochi amici, se non zero, insomma..non ne avevo proprio.

Ogni volta che legavo con qualcuno ero costretta ad andarmene, ma ero abituata, lo facevo per papà.

Non avevo problemi a non avere amici, dopotutto avevo sempre l'attenzione dei miei genitori..loro erano fantastici..

Lui era un bellissimo uomo, capelli biondi come il grano sotto il sole, barba folta, occhi cerulei, fisico muscoloso..anche la mamma era davvero bella, capelli castani, occhi del medesimo colore e un sorriso travolgente.

A parer mio erano la coppia perfetta.

In più mi volevano davvero tanto bene, mi riempivano sempre di regali, mi viziavano e cercavano sempre di accontentarmi.

Vivevamo in una casa stupenda a New York, precisamente a Brooklyn.
Eravamo davvero tanto ricchi per la carriera dell'uomo che amavo di bene.

Non mi mancava niente, ero proprio felice della mia vita.

«Giada, ti devo parlare.» Affermò papà prendendomi dolcemente il viso paffuto tra le sue mani gigantesche.

Mi fissò negli occhi intensamente, nonostante io avessi già capito che qualcosa non andava, non serviva un genio per capirlo.

«È qualcosa che riguarda la mia festa di compleanno di domani?» chiesi, sorridendogli, cercando di farlo ricambiare grazie alla mia solita positività.

Il giorno dopo sarebbe stato il mio compleanno, avrei compiuto 8 anni. Tutte le mie feste fino a quel momento erano state fantastiche..tanti regali, tempo con la famiglia..venivo sempre rimpinzata di amore! Non potevo essere più felice di così.

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