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GIADAQuesto capitolo sarà intenso..andate avanti a vostro rischio e pericolo. Il peggio è solo iniziato.
Ormai erano giorni che ero rinchiusa in quella casa, che sembrava più una prigione che una casa.
Uriel continuava ad affermare che non potevo uscire per la mia sicurezza, continuava a dirmi che nel mondo Warui stavano continuando a cercarmi come dei forsennati.
Tutti i giorni che avevo passato lì dentro avevo cercato un modo per scappare, ma non c'era verso.
Lui riusciva sempre a fermarmi.Ormai erano dieci giorni che non uscivo e stavo diventando pazza. Avevo bisogno di andarmene da lì dentro.
Non ero una persona che si calmava facilmente, soprattutto quando mi veniva tolta una cosa a cui tenevo particolarmente; la libertà.
Uriel continuava a perdere la pazienza con me e io continuavo a perdere la pazienza con lui. Finivamo sempre a litigare e lui come conseguenza mi torturava con quelle maledette mani e quella maledetta lingua. Per non parlare del piercing.
Non eravamo ancora definitivamente arrivati a fare il vero sesso, lui continuava a trattenersi, nonostante io non volessi che lo facesse.
Volevo vedere il vero lui e questo glielo avrei fatto capire a breve.Ma prima dovevo uscire da lì dentro.
Ormai sapevo gestire l'Havoc perfettamente.
"Havoc" è il nome ufficiale dei poteri della distruzione che io e mia mamma avevamo.La donna stava sempre peggio, infatti io e il ragazzo saremmo andati da lei a breve, per salvarla.
Mi sistemai i capelli in una coda alta, mettendomi del mascara pesante e del rossetto non troppo appariscente.
Mi infilai una maglietta larga bianca e dei jeans scuri, infilandomi un cappotto di pelle sopra.
Quel giorno sarei uscita.Mi misi un paio di sneakers e presi il mio zainetto rosso, stando in silenzio e stando attenta a sentire dei rumori sospetti.
Quel giorno Uriel mi aveva accennato che sarebbe stato fuori tutto il giorno a risolvere delle questioni da comandante.
Perciò avrei avuto la casa libera.
Scelta sbagliata, quello di dirmelo.Forse voleva mettermi alla prova, forse no.. Non mi interessava.
Aprii la porta d'ingresso e presi una boccata d'aria, accecata dalla luce del sole.
Amavo il sole.
Con un sorriso stampato in volto chiusi la porta e corsi verso il garage nel retro.
Quella mattina Uriel aveva sicuramente preso la sua macchina, ma l'uomo era un ossessionato di motori, credevo tenesse più alle sue macchine che a se stesso.
Letteralmente.Ecco perché avrei avuto una grande responsabilità quando ne avrei guidata una.
Aprii le porte del garage utilizzando la mia forza e quello che vidi mi privò dell'aria che stavo respirando con tanto piacere.
Quel garage era immenso, illuminato da delle luci fredde, dai pavimenti bianchi e dalle pareti chiare, piene di attrezzi appesi qua e là.
Ma quello che mi sorprese non fu il garage, ma i veicoli che avevo davanti.C'era una Porsche nera sportiva, una Lamborghini del medesimo colore, una Ducati rossa e la Ferrari di Uriel non c'era, segno che era il mezzo che aveva usato per uscire.
Molto bene.Mi avvicinai verso la Porsche e la aprii con le chiavi, uniche chiavi che ero riuscita a trovare, dato che il ragazzo le nascondeva come se fossero state il bene più prezioso che aveva.
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CHAOS
RomanceQuando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese. Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...