Quando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese.
Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...
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Quella sera trovai una lettera decisamente inquietante ad attendermi sul mio zerbino. Non c'era nessun mittente, ma ero sicura di conoscere molto bene colui che l'aveva mandata.
Uriel.
Ma ciò che mi aveva spaventata di più era sicuramente il fatto che la lettera era grondante di sangue e che Samuel non rispondeva ai miei messaggi e nemmeno alle mie telefonate da giorni.
Avevo paura che il Warui gli avesse fatto qualcosa. Ma non avevo idea di cosa. Ma qualunque cosa fosse ero certa non fosse positiva.
Entrai in casa e la posai sull'isola della mia cucina. Ci avrei pensato dopo, in quel momento dovevo andare a comprare delle sigarette perché le avevo appena finite e il mio bisogno di nicotina era quasi più elevato del bisogno di respirare.
Uscii dalla porta e mi tirai su il cappuccio della giacca, infilando le mani in tasca e cercando di passare inosservata mentre camminavo nel marciapiede buio e deserto, solamente illuminato dalle luci fioche dei lampioni.
Trattenni il respiro quando notai che non riuscivo a vedere la fine di quel tratto di strada e trattenni persino un grido quando i lampioni iniziarono a sfarfallare tutti in unisono. Sin da quando ero uscita di casa avevo un brutto presentimento addosso e quello era decisamente anormale.
Accelerai il passo e dopo qualche istante i lampioni tornarono alla normalità, come se nulla fosse accaduto.
Presi un grande respiro e continuai a camminare, finalmente raggiungendo la piccola città che avevo sotto casa. Abitare in periferia aveva decisamente degli svantaggi evidenti.
Presi un pacchetto di Marlboro rosse nel distributore automatico che ormai era il mio migliore amico. Aprii il pacchetto e mi accesi una sigaretta, che riuscì un minimo a calmare il mio animo, che era tutto meno che tranquillo, quella sera.
Era per la lettera. Ne ero quasi certa.
«Ah..ci voleva..» sospirai, inspirando il fumo della sigaretta.
Con più tranquillità iniziai a camminare verso casa mia, tenendo la lunga sigaretta tra il medio e l'indice.
Dovevo solamente stare calma. Non mancava tanto.
Mi feci una piacevole passeggiata insieme al tabacco e alla nicotina, i miei amici più cari.
Ma dopo tempo notai che stavo camminando troppo, c'era qualcosa che non andava. Non ci avevo messo così tanto ad arrivare alla tabaccheria.