GIADA"Ogni dolore ci rende più forti,
ogni tradimento più intelligenti,
ogni delusione più abili e
ogni esperienza più saggi."
~AnonimoQuando quel giorno portai Uriel dall'infermiera lui fu spaventosamente taciturno.
L'avevo anche accompagnato nella sua cella, ma per tutto il tragitto non aveva detto una singola parola.
Io avevo provato a parlare, ma lui mi fulminava con lo sguardo ogni istante che provavo a dire qualcosa e infatti alla fine smisi di provarci.
Mi aveva messo davvero paura.
E non in modo positivo.
Mi sembrava di essere tornata a quando ci odiavamo. Anche perché forse non avevamo mai smesso di farlo.Lui non era mai silenzioso, lui ti affrontava senza problemi.
Lui non smetteva mai di ghignare.
Lo faceva solamente quando era incazzato..ed era quello che mi spaventava.L'avevo lasciato nel mio ufficio perché avevo levato tutte le cose riguardanti le spie, le avevo portate a casa al sicuro.
Non sarei mai stata così ingenua da lasciarlo lì dentro con tutte le attrezzature.
Ma qualcosa mi faceva dubitare della mia scelta..
Avevo come l'impressione che avesse scoperto comunque qualcosa.
E che non fosse molto felice di ciò che aveva trovato.
Merda.Ci pensai per molto, da tutta la notte.
Non riuscivo a levarmi dai pensieri il suo comportamento.
Avevo un brutto presentimento.Feci per provare a chiudere gli occhi quando il mio telefono squillò.
Il suono della suoneria mi fece sobbalzare, svegliandomi dai miei pensieri.Erano le tre di notte, chi era a quell'ora?
Magari era lui.Afferrai il cellulare e guardai chi mi stava chiamando.
Mia mamma.Dopo tantissimo tempo.
Finalmente avrei potuto sentirla e avrei potuto parlarle..le avrei detto tutto.
E lei avrebbe dovuto chiarire ogni mio dubbio.«Mamma.» Sussurrai, rispondendo al telefono.
«Ma chérie, come stai tesoro?» la sua voce.
Come mi era mancata.«Potrei stare meglio..» ridacchiai, «tu?» chiesi, sperando di poter ricevere una risposta positiva.
«Sto meglio Giada.» affermò, forse troppo freddamente, «che succede tesoro, perché potresti stare meglio..?» domandò, con un tono preoccupato.«Mamma, io..mi sono..innamorata,» deglutii, «di un Warui.» Proseguii.
E ammisi a me stessa ciò che non credevo nemmeno possibile.
Perché io lo odiavo, Uriel.
O almeno, quello era ciò che avrei voluto fare.
Perché lui mi incuteva timore, ma non riusciva mai ad allontanarmi.
Perché era come se fosse una calamita, una droga di cui non potevo fare a meno.
Ogni volta che lo guardavo il mio cuore malato batteva all'impazzata e il mio fiato diventava pesante.
Ogni volta che i suoi occhi si posavano sul mio corpo la mia pelle diventava fuoco e la mia anima iniziava a danzare con la sua.
E quando ci baciavamo..il mio cervello smetteva di funzionare.
Ormai l'avevo capito. Uriel mi aveva ingannata e rinchiusa nella sua infida trappola.
E io c'ero cascata.Tra di noi passarono degli istanti di silenzio.
«No..» sussurrò, spaventata.
«E tu mi devi dire un bel po' di cose, dato che mio padre afferma di non saper niente.» Dissi.
Io ero riuscita ad accettare il fatto di essermi innamorata di una persona che avrei solamente dovuto odiare, ma..non sapevo se avrei potuto accettare altri segreti.

STAI LEGGENDO
CHAOS
Storie d'amoreQuando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese. Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...