GIADA
Dirò sempre ciò che penso e
farò sempre ciò che sento,
se non ti sta bene
è un problema tuo.
~Antonia GravinaMi rigirai la lettera tra le mani, continuando a leggere il testo come se stessi sognando.
Forse era effettivamente così, non poteva essere vero.Ormai nella mia vita non c'era più spazio per la felicità o per il successo, non ero pronta a comprendere che uno dei miei sogni più grandi si potesse effettivamente realizzare.
Presi immediatamente il mio vecchio cellulare e composi il numero scritto in fondo alla lettera, mordicchiandomi il labbro inferiore e aspettando che qualcuno rispondesse.
«Agenzia SOE. Agente Furter, al rapporto. Chi parla?», un uomo dal tono seccato e profondo rispose alla mia telefonata, dopo giusto un paio di squilli.
«Giada Rogers. Ho ricevuto una lettera dall'agenzia dove c'era scritto che la mia domanda era stata accettata», spiegai, camminando avanti e indietro per il corridoio del palazzo in cui vivevo; non mi preoccupai di parlare a bassa voce o essere delicata nel camminare, dopotutto i miei vicini erano sempre i primi ad ascoltare della pessima musica a degli orari assurdi.
«Rogers? Che onore! È libera per attendere un colloquio oggi alle tre? So che è tra due ore e che lei magari è impegnata..si dovrebbe tenere con me e potremmo parlare delle condizioni dell'agenzia..» Propose, decisamente emozionato.
Il suo cambio repentino di comportamento mi sorprese, ma cercai di non darlo troppo a vedere.
«Nessun problema, anzi.»
«Allora a dopo.», e detto questo chiuse la chiamata, lasciandomi con il cuore in gola e con un luccichio di speranza negli occhi.La speranza.. Forse il mio sogno non era così irrealizzabile.
Sorrisi, stringendo la lettera al petto e chiudendo gli occhi, prendendo un grande respiro, come se non respirassi da una vita intera.
Ormai i miei sorrisi erano diventati eventi fin troppo rari.
Non sorridevo quasi mai, perché non ce n'era bisogno, dopotutto quando nella propria vita non c'è alcuna felicità e nemmeno un briciolo di utopia o spensieratezza non è necessario sorridere.
La mia vita era una monotonia di colori grigi, di pioggia, di lacrime e di brutte notizie, notizie che non cessavano mai di distruggermi.
Ma questa non era una brutta notizia, questo colloquio avrebbe potuto cambiare radicalmente la mia esistenza infelice.
Entrai finalmente a casa mia con il cuore a mille e non esitai nemmeno un istante a soffermarmi sull'arredamento pessimo e logoro, corsi in bagno e mi feci una doccia veloce, dato che avevo già i capelli zuppi.
Mi coprii il corpo con l'accappatoio e avvolsi i miei capelli in un asciugamano, per non farli gocciolare in giro.
Dovevo scegliere che cosa indossare, dovevo fare colpo! Non potevo mostrarmi al colloquio più importante della mia vita nelle mie solite condizioni.
Camminai in salotto e spalancai le ante del grande armadio che era nella stanza. Era il mio unico armadio, che conteneva quei pochi vestiti che mi rimanevano.
Quando ero una ragazzina avevo davvero tanto stile, adoravo vestirmi elegantemente e magari anche in modo appariscente, acconciarmi i capelli in delle capigliature bizzarre e divertirmi con il trucco, aggiungendo della bellezza al mio volto già splendente.
Anni fa ero avvenente e non poco, adoravo contemplare nel riflesso dello specchio la mia figura e pensare a quanto fossi bella, adoravo guardarmi mentre sorridevo e non pensavo alle conseguenze di ogni mia minima azione.

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CHAOS
RomanceQuando tutto stava andando a rotoli nella vita di Giada, la protagonista di questa storia, un'occasione la sorprese. Ella ha sempre avuto come obiettivo quello di salvare la propria madre, affetta da una malattia molto grave, una malattia che richi...